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Art. 1158 cc – Usucapione dei beni immobili e dei diritti reali immobiliari

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Codice Civile

Art. 1158 codice civile

Usucapione dei beni immobili e dei diritti reali immobiliari.

La proprietà dei beni immobili e gli altri diritti reali di godimento sui beni medesimi si acquistano in virtù del possesso continuato per venti anni.


 

Giurisprudenza:

Procedura di espropriazione promossa contro l’intestatario dell’immobile e da quest’ultimo contestata – Efficacia interruttiva – Insussistenza – Nessuna incidenza interruttiva può avere sul decorso del termine per l’usucapione da parte del possessore, una procedura di espropriazione per pubblica utilità promossa contro l’intestatario dell’immobile e da quest’ultimo contestata, poiché l’interruzione del possesso può derivare solo da situazioni di fatto che ne impediscano materialmente l’esercizio, e non da vicende giudiziali tra l’intestatario della titolarità del bene e i terzi, che non comportano alcuna conseguenza nella … continua a leggere ► Cassazione Civile, Sezione 6-2, Ordinanza 21-2-2022, n. 5582

 

Elementi costitutivi dell’usucapione – Coltivazione del fondo – Ai fini della prova degli elementi costitutivi dell’usucapione – il cui onere grava su chi invoca la fattispecie acquisitiva – la coltivazione del fondo non è sufficiente, perché, di per sé, non esprime, in modo inequivocabile, l’intento del coltivatore di possedere, occorrendo, invece, che tale attività materiale, corrispondente all’esercizio del diritto di proprietà, sia accompagnata da univoci indizi, i quali consentano di … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 2, Ordinanza 28-1-2022, n. 2682

 

Domanda giudiziale – La proposizione di una domanda giudiziale determina, sino al passaggio in giudicato della sentenza che definisce il giudizio, l’interruzione della prescrizione acquisitiva che regola il possesso “ad usucapionem”. Ne consegue che, se il giudizio si conclude con il riconoscimento del diritto del titolare, il possessore potrà invocare l’usucapione in forza della protrazione del suo possesso solo a decorrere dal passaggio in giudicato, fatte salve le ipotesi di comportamenti provenienti dal possessore medesimo e comportanti, anche implicitamente, il riconoscimento del … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 2, Ordinanza 25-11-2021, n. 36627

 

Servitù di passaggio – Il requisito dell’apparenza della servitù, necessario ai fini del relativo acquisto per usucapione o per destinazione del padre di famiglia, si configura come presenza di segni visibili di opere permanenti obiettivamente destinate al suo esercizio e rivelanti, in modo non equivoco, l’esistenza del peso gravante sul fondo servente, così da rendere manifesto che non si tratta di attività compiuta in via precaria, bensì di preciso onere a carattere stabile; ne consegue che, per l’acquisto in base a dette modalità di una servitù di passaggio, non basta l’esistenza di una strada o di un percorso all’uopo idonei, essendo viceversa essenziale che essi mostrino di essere stati realizzati al preciso scopo di dare accesso al fondo preteso dominante attraverso quello preteso servente ed occorrendo, pertanto, un “quid pluris” che … continua a leggere Cassazione Civile, Sezione 6, Ordinanza 6-5-2021, n. 11834

 

Usucapione da parte del coerede della quota degli altri eredi – Il coerede che, dopo la morte del “de cuius”, sia rimasto nel possesso del bene ereditario può, prima della divisione, usucapire la quota degli altri eredi, senza necessità di interversione del titolo del possesso; a tal fine, però, egli, che già possiede “animo proprio” ed a titolo di comproprietà, è tenuto ad estendere tale possesso in termini di esclusività, godendo del bene con modalità incompatibili con la possibilità di godimento altrui e tali da evidenziare un’inequivoca volontà di possedere “uti dominus” e non più “uti condominus”, risultando a tal fine insufficiente l’astensione degli altri partecipanti dall’uso della cosa comune. (Nella specie la S.C., riformando la pronuncia di merito, ha escluso che possa costituire prova dell’usucapione di un appartamento la circostanza che il coerede, che già vi… continua a leggere Cassazione Civile, Sezione 2, Ordinanza 8-4-2021, n. 9359

 

Espropriazione per pubblica utilità – Accertamento dell’intervenuta usucapione della proprietà del fondo occupato – Giurisdizione – In tema di espropriazione per pubblica utilità, appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario l’accertamento dell’intervenuta usucapione della proprietà del fondo occupato – oggetto della domanda riconvenzionale proposta dalla P.A. -, quale conseguenza non già riconducibile al pregresso esercizio del potere autoritativo bensì meramente occasionale, atteso che, tra quel potere e questo effetto intercorre, necessariamente, la “interversio possessionis”, dalla detenzione qualificata al possesso, dell’occupante, ferma restando la giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo sulla … continua a leggere Cassazione Civile, Sezione , Sentenza 26-02-2021, n. 5513

 

Condominio negli edifici – Declaratoria di appartenenza al condominio di un’area adiacente al fabbricato condominiale – Mandato speciale rilasciato da ciascun condomino all’amministratore – In tema di condominio negli edifici, la proposizione di una domanda diretta alla estensione della proprietà comune mediante declaratoria di appartenenza al condominio di un’area adiacente al fabbricato condominiale, siccome acquistata per usucapione, implicando non solo l’accrescimento del diritto di comproprietà, ma anche la proporzionale assunzione degli obblighi e degli oneri ad esso correlati, esorbita dai poteri deliberativi dell’assemblea e dai poteri di rappresentanza dell’amministratore, il quale può esercitare la relativa azione solo in virtù di un mandato speciale rilasciato da ciascun condomino. Cass. 9-11-2020, n. 25014

 

Azioni a difesa della proprietà – Passaggio in giudicato della sentenza che accerta la inesistenza del diritto – Nuova azione fondata sulla base di un titolo di acquisto diverso – Atteso il carattere autodeterminato del diritto di proprietà e degli altri diritti reali di godimento, individuati in base alla sola indicazione del loro contenuto – cioè del bene che ne costituisce l’oggetto -, nelle azioni ad essi relative la deduzione del fatto costitutivo rileva ai fini non della loro individuazione, ma soltanto della prova del diritto. Ne consegue che, qualora sia proposta una domanda di accertamento o di condanna, relativa ad uno dei su indicati diritti, sulla base di un determinato fatto costitutivo, e questa venga rigettata per ragioni inerenti al fatto costitutivo dedotto, l’accertamento con efficacia di giudicato dell’inesistenza del diritto stesso preclude la possibilità di far valere “ex novo” il medesimo diritto sulla base di un diverso titolo di acquisto. (Nella fattispecie, la parte ricorrente aveva chiesto accertarsi l’avvenuto acquisto per usucapione di un terreno a seguito del rigetto di precedente domanda volta ad ottenerne la proprietà in virtù di un contratto di rendita vitalizia). Cass. 16-10-2020, n. 22591

 

Patrimonio indisponibile dell’ente – Usucapibilità – In tema di beni immobili, allorquando lo Stato o altro ente pubblico intervenga nel settore della proprietà, fondiaria o urbana, per assicurare il soddisfacimento di un interesse pubblico primario, quali l’esigenza di redistribuzione della proprietà agraria ovvero l’assicurazione di una casa di abitazione per i cittadini non abbienti oppure, ancora, la ricostruzione post-terremoto, la finalità perseguita assume valenza e prevalente rispetto alla posizione individuale di eventuali soggetti che si pongano in una mera relazione di fatto con la cosa. Il bene immobile interessato dall’intervento pubblico rimane, pertanto, nel patrimonio indisponibile dell’ente e non è usucapibile a vantaggio del privato, sino all’intervenuto completamento dei diversi procedimenti amministrativi finalizzati alla realizzazione dell’interesse pubblico perseguito. Ove, viceversa, l’intervento progettato non abbia avuto seguito e non si sia realizzato in concreto l’asservimento del bene alla finalità pubblica perseguita, ovvero il bene sia stato abbandonato dall’ente pubblico per un periodo di tempo incompatibile con l’utilizzazione in concreto a fini di pubblica utilità, può configurarsi una reviviscenza dell’interesse individuale rispetto a quello generale. Cass. 2-10-2020, n. 21137

 

Difetto della continuità del possesso – Rilevabilità d’ufficio – Ove il difetto della continuità del possesso risulti “ex actis” dalla produzione della parte che quella continuità invochi, il giudice, anche se l’interruzione non sia stata dedotta dalla controparte e pur in contumacia della stessa, deve rigettare la domanda o l’eccezione, giacché, in tal caso, non giudica “ultrapetita” in violazione dell’art. 112 c.p.c., rilevando un fatto che avrebbe dovuto essere eccepito ad iniziativa della controparte, bensì si limita a constatare il difetto, risultante dagli atti del giudizio fornitigli dalla parte interessata, di una delle condizioni necessarie all’accoglimento della domanda o dell’eccezione. Cass. 30-6-2020, n. 13156

 

Usucapione di un bene di cui è stata ordinata la demolizione – Opposizione di terzo – Il terzo che sostiene di aver acquisito per usucapione un bene di cui è stata ordinata la demolizione, per effetto di pronuncia resa in un giudizio svoltosi tra altri soggetti, deve proporre l’opposizione di terzo di cui all’art. 404 c.p.c. quando allega che l’usucapione è maturata anteriormente alla formazione del titolo esecutivo, trattandosi di una pretesa incompatibile con la sentenza azionata, mentre deve proporre l’opposizione all’esecuzione di cui all’art. 615 c.p.c., qualora alleghi che l’usucapione sia maturata successivamente alla formazione del titolo giudiziale e costituisca pertanto un fatto impeditivo della pretesa esecutiva. Cass. 26-5-2020, n. 9720

 

Elementi costitutivi dell’usucapione – Coltivazione del fondo – Ai fini della prova degli elementi costitutivi dell’usucapione – il cui onere grava su chi invoca la fattispecie acquisitiva – la coltivazione del fondo non è sufficiente, perché non esprime in modo inequivocabile l’intento del coltivatore di possedere, occorrendo, invece, che tale attività materiale, corrispondente all’esercizio del diritto di proprietà, sia accompagnata da univoci indizi, i quali consentano di presumere che essa è svolta “uti dominus”; costituisce, pertanto, accertamento di fatto, rimesso al giudice del merito, valutare, caso per caso, l’intero complesso dei poteri esercitati su un bene, non limitandosi a considerare l’attività di chi si pretende possessore, ma considerando anche il modo in cui tale attività si correla con il comportamento concretamente esercitato del proprietario. Cass. 5-3-2020, n. 6123

 

Inammissibilità della domanda di usucapione formulata dal convenuto in via riconvenzionale – Obbligo del giudice di esaminare il relativo tema “sub specie” di eccezione – Il giudice di merito, anche quando ritenga che la domanda di usucapione formulata dal convenuto in via riconvenzionale sia per qualsiasi motivo inammissibile , non può esimersi dall’esaminare il relativo tema “sub specie” di eccezione, essendo a tale riguardo sufficiente che quest’ultima sia stata sollevata nei termini previsti dal codice di procedura. Cass. 4-3-2020, n. 6009

 

Durata ventennale di un giudizio per l’accertamento della nullità di un negozio in frode alla legge – Eccezione di usucapione formulata dalla controparte – Inammissibilità – La durata ventennale di un giudizio per l’accertamento della nullità di un negozio in frode alla legge (nella specie contratto di vendita stipulato in violazione di un diritto di prelazione) non può andare a detrimento del promissario acquirente, non potendosi penalizzare chi agisce a tutela del diritto ex art. 2932 c.c. e deve aspettare il passaggio in giudicato della sentenza di trasferimento della proprietà; ne consegue che il titolare del bene, se soccombente, non può, giovandosi della … continua a leggere Cass. 17-12-2019, n. 33435

 

Atto interruttivo dell’usucapione – Giudizio di riduzione per lesione di legittima – In tema di possesso “ad usucapionen” l’introduzione di un giudizio di riduzione per lesione di legittima ha efficacia di atto interruttivo dell’usucapione solo se contiene una chiara manifestazione della volontà di riacquistare all’asse ereditario il bene sul quale il possesso viene esercitato, atteso che dal combinato disposto degli artt. 1165 e 2943 c.c. risultano tassativamente elencati gli atti interruttivi del possesso e tale tipicità non ammette equipollenti. Né, a tal fine, la messa in mora o la diffida possono costituire atti interruttivi dell’usucapione, benché considerati tali dalle norme richiamate, in quanto tale efficacia è riconosciuta solo ad atti giudiziali diretti ad ottenere “ope iudicis” la perdita del … continua a leggere Cass. 19-11-2019, n. 30079

 

Creditore garantito da ipoteca iscritta anteriormente alla trascrizione della domanda di usucapione – Litisconsorzio – Nel giudizio avente ad oggetto l’usucapione di beni immobili è litisconsorte necessario il creditore garantito da ipoteca iscritta anteriormente alla trascrizione della domanda, in quanto titolare di un diritto reale – risultante dai pubblici registri ed opponibile erga omnes – di cui l’usucapione produce l’estinzione. Ne deriva che la sentenza resa in pretermissione di tale creditore non spiega effetti nei suoi confronti e può essere apprezzata quale mero elemento di prova nella opposizione di terzo ex art. 619 c.p.c. promossa dall’usucapente avverso l’espropriazione dello stesso bene immobile. (Principio enunciato nell’interesse … continua a leggere Cass. 13-11-2019, n. 29325

 

Presunzione di possesso utile “ad usucapionem” – La presunzione di possesso utile “ad usucapionem”, di cui all’art. 1141 c.c., non opera quando la relazione con il bene non consegua ad un atto volontario di apprensione, ma derivi da un iniziale atto o fatto del proprietario-possessore, come nell’ipotesi della mera convivenza nell’immobile con chi possiede il bene; in tal caso, la detenzione può mutare in possesso soltanto con un atto di interversione, consistente in una manifestazione esteriore, rivolta contro il possessore, affinché questi possa rendersi conto dell’avvenuto mutamento, da cui si desuma che il detentore abbia cessato di esercitare il potere di fatto sulla cosa in nome altrui ed abbia iniziato ad esercitarlo esclusivamente in nome proprio. Tale accertamento realizza un’indagine di fatto, rimessa all’apprezzamento discrezionale del giudice di merito, insindacabile in sede di legittimità, purché risulti logica e congruamente motivata. Cass. 25-10-2019, n. 27411

 

Accertamento relativo alla qualificazione del possesso ed alla determinazione del decorso del tempo utile al verificarsi dell’usucapione – Incensurabilità in cassazione – Perché il possesso sia utile per l’usucapione è sufficiente che sia stato acquistato ed esercitato pubblicamente, in modo visibile e non occulto, così da palesare l’animo del possessore di volere assoggettare la cosa al proprio potere, mentre la violenza o la clandestinità, quali modalità che escludono che esso giovi all’usucapione, devono verificarsi al momento dell’acquisto, cosicché la sopravvenienza di tali elementi non incide sull’inizio del termine per usucapire. L’accertamento relativo alla qualificazione del possesso ed alla determinazione del decorso del tempo utile al verificarsi dell’usucapione è devoluto al giudice del merito ed il relativo apprezzamento è incensurabile in sede di … continua a leggere Cass. 18-10-2019, n. 26633

 

Rigetto della domanda – Impugnazione della parte soccombente per violazione dell’integrità del contraddittorio – In caso di accertamento dell’usucapione in danno di più proprietari, è inammissibile, per difetto di interesse, l’impugnazione della sentenza di rigetto proposta, per violazione dell’integrità del contraddittorio, dal soccombente che abbia agito in giudizio senza convenirvi tutti i comproprietari e senza sollecitare al riguardo l’esercizio dei poteri officiosi del giudice, stante l’irrilevanza per lo stesso della non opponibilità della pronuncia ai litisconsorti necessari pretermessi e l’assenza di pregiudizio per i diritti di questi ultimi. Né è meritevole di tutela l’interesse ad un nuovo giudizio che si concluda con differente esito, traducendosi esso in un abuso del processo, oltre ad essere contrario al principio di ragionevole durata dello stesso ai sensi dell’art. 111 Cost.. Cass. 26-9-2019, n. 24071

 

Onere probatorio a carico di chi invoca l’usucapione – In tema di usucapione, l’assolvimento dell’onere probatorio gravante su chi invoca l’acquisto a titolo originario della proprietà, pur dovendo essere apprezzato con particolare rigore, è comunque soggetto alla regola della “preponderanza dell’evidenza” o “del più probabile che non” propria del processo civile e non a quella della prova “oltre il ragionevole dubbio” propria del processo penale, stante l’equivalenza dei valori in gioco tra le due parti contendenti nel processo civile e la diversità di quelli in gioco tra accusa e difesa in quello penale. (Nella specie, la S.C. ha cassato la sentenza impugnata in quanto il giudice del merito aveva rigettato la domanda di usucapione, ritenendo che in questa materia trovasse applicazione il criterio del processo penale della prova oltre ogni ragionevole dubbio e fosse, viceversa, insufficiente il canone civilistico del “più probabile che non”). – Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, Sentenza 6 febbraio 2019, n. 3487  

 

Possesso – Prova per testi  – La prova degli estremi integratori di un possesso “ad usucapionem”, vertendo su una situazione di fatto, non incontra alcuna limitazione nelle norme concernenti gli atti soggetti a forma scritta, “ad substantiam” o “ad probationem”, e, pertanto, può essere fornita per testimoni. – Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, Ordinanza 31 gennaio 2019, n. 2977

 

Usucapione da parte del coerede della quota degli altri eredi – Il coerede che dopo la morte del de cuius sia rimasto nel possesso del bene ereditario può, prima della divisione, usucapire la quota degli altri eredi, senza necessità di interversione del titolo del possesso; a tal fine, egli, che già possiede animo proprio ed a titolo di comproprietà, è tenuto ad estendere tale possesso in termini di esclusività, il che avviene quando il coerede goda del bene con modalità incompatibili con la possibilità di godimento altrui e tali da evidenziare una inequivoca volontà di possedere uti dominus e non più uti condominus. A tale riguardo non è univocamente significativo che egli abbia utilizzato ed amministrato il bene ereditario e che i coeredi si siano astenuti da analoghe attività, sussistendo la presunzione iuris tantum che abbia agito nella … continua a leggere Cassazione Civile, Sezione 2, Ordinanza 16-1-2019, n. 966

 

Beni già appartenenti ai disciolti enti ospedalieri – A decorrere dall’entrata in vigore dell’art. 7 del d.l. n. 264 del 1974, convertito dalla l. n. 386 del 1974, i beni già appartenenti agli ormai disciolti enti ospedalieri sono stati espressamente sottratti al commercio ed inseriti nel patrimonio indisponibile, con la conseguenza che gli stessi non sono suscettibili di possesso “ad usucapionem”, indipendentemente dalla loro effettiva destinazione al pubblico servizio ospedaliero. (Nella specie, la S.C. ha cassato la decisione che aveva accolto la domanda di usucapione di alcuni beni di un disciolto ente ospedaliero sul presupposto che, non risultando la loro effettiva destinazione al pubblico servizio ospedaliero, facessero parte del patrimonio disponibile del medesimo ente e, quindi, fossero usucapibili). – Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, Ordinanza 27 novembre 2018, n. 30720  

 

Servitù di passaggio – Requisito della contiguità o vicinanza dei fondi – Ai fini dell’accoglimento di una domanda di usucapione di servitù di passaggio, il requisito della contiguità o vicinanza dei fondi rappresenta un elemento di fatto, più che di diritto, il cui accertamento comporta una valutazione di merito, come tale non sindacabile in sede di legittimità. (In applicazione dell’enunciato principio, la S.C. ha escluso che l’apprezzamento, da parte del giudice di appello, della non trascurabile distanza esistente tra i due fondi e della possibilità di raggiungere in altro modo il fondo dominante dalla pubblica via integrasse la denuncia di un errore di diritto). – Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, Ordinanza 6 giugno 2018, n. 14503  

 

Interversione del possesso – Onere della prova  – Ai fini della prova degli elementi costitutivi dell’usucapione – il cui onere grava su chi invoca la fattispecie acquisitiva – la coltivazione del fondo non è sufficiente, perché, di per sé, non esprime, in modo inequivocabile, l’intento del coltivatore di possedere, occorrendo, invece, che tale attività materiale, corrispondente all’esercizio del diritto di proprietà, sia accompagnata da univoci indizi, i quali consentano di presumere che essa è svolta “uti dominus”; l’interversione nel possesso non può avere luogo mediante un semplice atto di volizione interna, ma deve estrinsecarsi in una manifestazione esteriore, dalla quale sia possibile desumere che il detentore abbia iniziato ad esercitare il potere di fatto sulla cosa esclusivamente in nome proprio e non più in nome altrui, e detta manifestazione deve essere rivolta specificamente contro il possessore, in maniera che questi sia posto in grado di rendersi conto dell’avvenuto mutamento e della concreta opposizione al suo possesso. – Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, Ordinanza 3 luglio 2018, n. 17376

 

Comodato – Interversione del possesso – Onere della prova – Il comodato precario di un bene immobile costituisce detenzione, non quindi possesso “ad usucapionem”, tanto in favore del comodatario quanto dei familiari con lo stesso conviventi, con la conseguenza che il comodatario che si oppone alla richiesta di risoluzione del comodato sostenendo di aver usucapito il bene non può limitarsi a provare il potere di fatto sull’immobile, ma deve dimostrare l’avvenuta interversione del possesso, cioè il compimento di attività materiali in opposizione al proprietario concedente. (Nella fattispecie, la S.C. ha confermato la decisione della corte territoriale che aveva negato l’avvenuto perfezionamento dell’usucapione in un caso nel quale una comodataria era subentrata “ex lege” al marito nel precedente rapporto di mezzadria e aveva detenuto il fondo assieme ai familiari conviventi con il tacito consenso dei proprietari, senza mai compiere atti in contrasto con il diritto di questi ultimi). – Corte di Cassazione, Sezione 6 2 civile, Ordinanza 17 maggio 2018, n. 12080

 

Usucapione da parte del coerede della quota degli altri coeredi – Il coerede che dopo la morte del “de cuius” sia rimasto nel possesso del bene ereditario può, prima della divisione, usucapire la quota degli altri eredi, senza necessità di interversione del titolo del possesso; a tal fine, egli, che già possiede “animo proprio” ed a titolo di comproprietà, è tenuto ad estendere tale possesso in termini di esclusività, il che avviene quando il coerede goda del bene con modalità incompatibili con la possibilità di godimento altrui e tali da evidenziare una inequivoca volontà di possedere “uti dominus” e non più “uti condominus”. Non è, al riguardo, univocamente significativo che egli abbia utilizzato ed amministrato il bene ereditario e che i coeredi si siano astenuti da analoghe attività, sussistendo la presunzione “iuris tantum” che abbia agito nella … continua a leggere Cassazione Civile, Sezione 2, Sentenza 4-5-2018, n. 10734  

 

Mancanza dell’accertamento giudiziale dell’usucapione – Effetti della vendita – Non è nullo il contratto di compravendita di un immobile sul quale il venditore abbia esercitato il possesso per un tempo sufficiente al compimento dell’usucapione, ancorché l’acquisto della proprietà da parte sua non sia stato giudizialmente accertato in contraddittorio con il precedente proprietario. – Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, Ordinanza 29 marzo 2018, n. 7853

 

Atto dispositivo del proprietario – Idoneità ad interrompere il termine di usucapione – Nel giudizio promosso dal possessore nei confronti del proprietario per far accertare l’intervenuto acquisto della proprietà per usucapione, l’atto di disposizione del diritto dominicale da parte del proprietario in favore di terzi, anche se conosciuto dal possessore, non esercita alcuna incidenza sulla situazione di fatto utile ai fini dell’usucapione, rappresentando, rispetto al possessore, “res inter alios acta”, ininfluente sulla prosecuzione dell’esercizio della signoria di fatto sul bene, non impedito materialmente, né contestato in modo idoneo. – Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, Ordinanza 5 febbraio 2018, n. 2752

 

Usucapione del diritto di servitù – Decorrenza – Al fine della determinazione del “dies a quo” per l’usucapione del diritto di servitù costituito dal mantenimento di una determinata opera a distanza illegale deve farsi riferimento non al momento di inizio della costruzione bensì a quello nel quale questa sia venuta ad esistenza, mercé la realizzazione di elementi strutturali ed essenziali, idonei a … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 2, Sentenza 27 maggio 2016, n. 11052

 

Usucapione da parte del coerede della quota degli altri eredi – Il coerede che, dopo la morte del “de cuius”, sia rimasto nel possesso del bene ereditario, può usucapire la quota degli altri eredi, purché il tempo necessario al verificarsi di detto acquisto risulti già decorso prima del momento in cui sia intervenuta la divisione negoziale dell’asse con gli altri comunisti, comportando tale atto un riconoscimento inequivocabile e formale della comproprietà, incompatibile, pertanto, con la pretesa di essere divenuto proprietario esclusivo del compendio assegnato. Cassazione Civile, Sezione 2, Sentenza 19-4-2013, n. 9633

 

Usucapione da parte del coerede della quota degli altri coeredi – Il coerede può, prima della divisione, usucapire la quota degli altri coeredi, senza che sia necessaria una vera e propria interversione del titolo del possesso, esercitando il potere di fatto sul bene in termini di esclusività; a tal fine, peraltro, non è sufficiente che gli altri coeredi si siano astenuti dall’uso del bene in comune, occorrendo che quello fra i coeredi, il quale invochi l’usucapione, abbia goduto del bene stesso in modo inconciliabile con la possibilità di godimento altrui tale da evidenziare una inequivoca volontà di possedere “uti dominus” e non più “uti condominus”, senza opposizione per il tempo utile ad usucapire; ne’ tale comportamento può consistere solo in atti di gestione del bene comune o in atti tollerati dagli altri coeredi, ne’, infine, rilevano le variazioni catastali che egli abbia ottenuto, ove non provi d’averle portate a conoscenza degli altri compossessori o che questi l’abbiano altrimenti conseguita senza alcuna reazione. L’onere della … continua a leggere Cassazione Civile, Sezione 2, Sentenza 25-9-2002, n. 13921