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Art. 1176 cc – Diligenza nell’adempimento

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Articolo 1176 codice civile

Diligenza nell’adempimento

Nell’adempiere l’obbligazione il debitore deve usare la diligenza del buon padre di famiglia.

Nell’adempimento delle obbligazioni inerenti all’esercizio di un’attività professionale, la diligenza deve valutarsi con riguardo alla natura dell’attività esercitata.


 

Giurisprudenza:

Responsabilità medica – Attività del medico radiologo – Mera lettura formale dell’esame effettuato – Mancata prospettazione al paziente dell’effettuazione di ulteriori esami ritenuti opportuni – In tema di responsabilità civile derivante dall’esercizio professionale dell’attività sanitaria, il medico radiologo è, al pari degli altri sanitari, tenuto alla diligenza specifica di cui all’art. 1176, comma 2, c.c. e, perciò, non può limitarsi ad una mera e formale lettura degli esiti dell’esame diagnostico effettuato, ma, allorché tali esiti lo suggeriscano (e dunque ove, segnatamente, si tratti di esiti cc.dd. aspecifici del quadro radiologico), è tenuto ad attivarsi per un approfondimento della situazione, dovendo, quindi, prospettare al paziente anche la necessità o l’esigenza di far fronte ad ulteriori e più adeguati esami. (Principio affermato in relazione alla responsabilità di un radiologo per le conseguenze dannose subite da una paziente a causa del ritardo diagnostico di una neoplasia al seno; a fronte di emergenze ecografiche che segnalavano un addensamento ghiandolare, senza svolgere o consigliare ulteriori approfondimenti con esami citologici o radiografici, il medico aveva omesso di … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 23-12-2022, n. 37728

 

Responsabilità professionale – Avvocato – Omessa trascrizione di domanda giudiziale – In tema di responsabilità professionale, ai fini della verifica dell’esistenza di un danno risarcibile, nel caso in cui l’avvocato abbia omesso di trascrivere la domanda giudiziale ex art. 2901 c.c., con conseguente impossibilità per il creditore di opporre gli effetti della sentenza al terzo che, in corso di causa, abbia acquistato un cespite del compendio oggetto dell’esperita azione revocatoria, l’esistenza di un’iscrizione ipotecaria su quello stesso bene non è, di per sé, ostativa alla possibilità di riconoscere l’esistenza di detto danno, occorrendo, invece, una … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 26-1-2022, n. 2348

 

Responsabilità professionale – Notaio – Diligenza verifica dell’identità personale – Il notaio, incaricato della stipula di una compravendita e del collegato mutuo ipotecario, deve accertarsi dell’identità personale delle parti secondo criteri di diligenza, prudenza e perizia professionale ed è adempiente a tale obbligo ove non si limiti ad esaminare la carta d’identità (o altro documento equipollente) o confidi sulla garanzia prestata da un solo soggetto fidefaciente (giacché l’art. 49 della legge n. 89 del 1913 prevede almeno due fidefacienti per tale garanzia) o, ancora, sul possesso, da parte del soggetto da identificare, di documenti inerenti all’immobile oggetto della compravendita o, infine, sulla pregressa conoscenza tra le parti del contratto, occorrendo invece che, sulla base degli elementi forniti dalle stesse parti, specie se non concordanti, il notaio valuti l’opportunità di avviare ulteriori indagini allo scopo di giungere al grado di certezza sull’identità personale richiesto dalla citata norma. (Nella specie, la S.C. ha cassato la decisione di merito, con la quale era stata esclusa la responsabilità del notaio che, pur avendo effettuato i menzionati accertamenti concernenti l’identità del legale rappresentante di una società, poi rivelatosi un impostore, non aveva … continua a leggere ► Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 28-12-2021, n. 41801

 

Responsabilità medicaTransazione tra medico e danneggiato – Effetti sulla domanda svolta nei confronti della struttura ospedaliera – In tema di responsabilità per danni da attività medico-chirurgica, anche quando la domanda risarcitoria si fonda sull’erroneo operato del medico e non sui profili strutturali e organizzativi della struttura sanitaria, la transazione tra medico e danneggiato non impedisce l’esercizio dell’azione per l’accertamento della responsabilità della struttura ospedaliera – che non ha natura di responsabilità per fatto altrui, bensì per fatto proprio e, pertanto, non viene meno in conseguenza della liberazione del medico dalla propria obbligazione risarcitoria -, ma comporta unicamente che, nel compiere detto accertamento, il giudice debba indagare “incidenter tantum” sulla … continua a leggere ► Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 27-9-2021, n. 26118

 

Responsabilità medicaResponsabilità del medico di guardia – Condotta inadempiente – ll medico di guardia è responsabile per la morte del paziente visitato e dimesso, con apposita prescrizione farmacologica, se sia configurabile il suo inadempimento nella forma di una condotta omissiva o di una diagnosi errata o di una misura di cautela non presa, ove l’evento di danno si ricolleghi deterministicamente, o in termini di probabilità, alla condotta del sanitario. (Nella specie la S.C., ha confermato la sentenza impugnata, che aveva ritenuto sussistente la responsabilità del sanitario operante in guardia medica per non aver avviato il paziente, in seguito deceduto per disseccazione aortica, presso qualsiasi struttura sanitaria in grado di effettuare i necessari approfondimenti clinico-strumentale a fronte di … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 7-7-2021, n. 19372

 

Responsabilità professionale – Notaio – Accertamento dello stato civile delle parti – Il notaio, che stipuli una compravendita e il collegato mutuo ipotecario, deve accertarsi dello stato civile delle parti secondo criteri di diligenza, prudenza e perizia professionale ed è adempiente a tale obbligo ove non si limiti ad esaminare la carta d’identità (o altro documento equipollente), ma proceda al confronto dei dati ivi indicati con quelli riportati nella documentazione approntata dalla banca per l’istruttoria della pratica di mutuo. (Nella specie, la S.C. ha confermato la decisione di merito, con la quale era stata esclusa la responsabilità del notaio che, pur avendo effettuato i menzionati accertamenti, non aveva rilevato che la mutuataria era coniugata, e non nubile, contrariamente a quanto … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 4-6-2021, n. 15599

 

Responsabilità degli amministratori e dei revisori – Consorzio di sviluppo industriale – Inadempimento agli obblighi contabili e gestionali – Appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario la controversia volta a far valere la responsabilità contrattuale degli amministratori e dei revisori di un consorzio di sviluppo industriale, avente natura di ente pubblico economico, per inadempimento agli obblighi di natura contabile e gestionale derivanti dagli artt. 2608, 1710 e 1176 c.c., atteso che, nel caso in cui oltre al danno civilistico sia prospettabile anche un danno erariale, deve comunque ritenersi ammissibile la proposizione, per gli stessi fatti, di un giudizio civile e di un giudizio contabile risarcitorio e l’eventuale interferenza tra i due giudizi può porre solo una questione di proponibilità dell’azione da far valere davanti al giudice successivamente adito. Cassazione Civile, Sezioni Unite, Ordinanza 4-6-2021, n. 15570

 

Responsabilità dei soci – Riscossione delle imposte sui redditi – In materia tributaria, la responsabilità dei soci ai sensi dell’art. 36, comma 3, d.P.R. n. 602 del 1973, è di tipo legale, in quanto prevista “ex lege”, e insorge al verificarsi delle condizioni poste dalla norma, indipendentemente dal dolo o dalla colpa, ma secondo le norme di cui agli artt. 1176 e 1218 c.c., postulando l’esistenza e la definitività del debito tributario della società, la sussistenza di attività della liquidazione, la distrazione dei beni e l’assegnazione ovvero il percepimento di beni o somme di denaro in un determinato arco temporale, nonché l’infruttuosa riscossione della società. Essa inoltre è autonoma, sebbene dipendente dalla responsabilità degli amministratori e liquidatori ed è solidale ex art. 1294 c.c. Cassazione Civile, Sezione Tributaria, Ordinanza 26-5-2021, n. 14570

 

Responsabilità bancaria – Assegno bancario “di traenza” – Incasso da parte di persona diversa dal beneficiario – In tema di assegno bancario cd. “di traenza” l’attività di controllo della rispondenza della persona che presenta il titolo al reale beneficiario, da espletare nel rispetto delle prescrizioni di cui all’art. 1176, comma 2, c.c., deve essere particolarmente attenta, non potendosi esaurirsi nell’esame del solo documento d’identità esibito dal prenditore, ma deve investire anche la valutazione di eventuali circostanze “extracartolari” anomale. (Nella specie la S.C. ha ritenuto che l’ufficio postale innanzi al quale l’assegno era stato presentato avrebbe dovuto valutare che il prenditore era persona totalmente sconosciuta all’ufficio ed aveva appena aperto un libretto postale dove aveva depositato le somme riscosse a mezzo dell’assegno). Cassazione Civile, Sezione 6-1, Ordinanza 14-5-2021, n. 13152

 

Responsabilità professionale – Collaudatore – In tema di responsabilità professionale del collaudatore in corso d’opera, ai sensi della l.r. Campania n. 9 del 1983, dall’oggetto della normativa, che concerne la vigilanza sulle costruzioni, sopraelevazioni, ampliamenti e riparazioni ai fini della prevenzione del rischio sismico (art.1), nonché dagli specifici compiti, di preventivo calcolo e di successivo controllo, attribuiti a tale figura professionale (art.5) si desume che il presupposto necessario dell’insorgere della fattispecie di responsabilità è costituito dall’avvenuto inizio dei lavori dal momento che sia l’esercizio della vigilanza che la previa effettuazione dei calcoli statici, oltre al controllo dei particolari esecutivi non possono essere esigibili e valutabili prima dell’inizio della costruzione, dell’ampliamento o della ristrutturazione, non potendo il collaudatore non può essere chiamato a rispondere per I danni conseguenti ad attività compiute nell’ambito del cantiere ma estranee alle specifiche prestazioni a lui demandate. Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 13-5-2021, n. 12869

 

Responsabilità dell’amministratore di società – Anche in tema di società di persone, la responsabilità dell’amministratore per i danni cagionati alla società amministrata ha natura contrattuale, sicché a fronte di somme fuoriuscite dall’attivo della società, a titolo di utili o compensi erogati, quest’ultima, nell’agire per il risarcimento del danno, può limitarsi ad allegare l’inadempimento, consistente nella distrazione di dette risorse, mentre compete all’amministratore la prova del corretto adempimento e dunque della destinazione del patrimonio all’estinzione di debiti sociali oppure allo svolgimento dell’attività sociale. Cassazione Civile, Sezione 1, Ordinanza 12-5-2021, n. 12567

 

Responsabilità medicaInfezione da emotrasfusione – Nella controversia tra il paziente che assuma di avere contratto un’infezione in conseguenza di un’emotrasfusione e la struttura sanitaria ove è stata eseguita, è onere non del medesimo paziente di allegare e provare che l’ospedale abbia tenuto una condotta negligente o imprudente nell’acquisizione e nella perfusione del plasma, ma della menzionata struttura di dedurre e dimostrare di avere rispettato le norme giuridiche e le “leges artis” che presiedono alle dette attività. Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 22-4-2021, n. 10592

 

Contratto atipico di parcheggio – Furto della vettura – Al contratto atipico di parcheggio si applicano le norme relative al contratto di deposito, sicché il depositario assume verso il depositante l’obbligo di restituzione della cosa nello stato in cui è stata consegnata, nonché, in caso di sottrazione, quello di risarcimento del danno, salvo che provi l’imprevedibilità e l’inevitabilità della perdita, nonostante l’uso della diligenza del buon padre di famiglia, e dunque la non imputabilità dell’inadempimento.(In applicazione del principio, la S.C. ha confermato la sentenza che aveva ritenuto la responsabilità del gestore di un parcheggio a pagamento, con rilascio di contromarca, con riferimento ai danni derivanti dal furto di una vettura ivi parcheggiata ed in assenza di attivazione, da parte del personale addetto, dell’apposita sbarra metallica delimitante la relativa area). Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 15-4-2021, n. 9895

 

Responsabilità professionale – Avvocato – Difesa d’ufficio – Imputato resosi irreperibile – Liquidazione dell’onorario – L’avvocato che abbia difeso d’ufficio l’indagato o l’imputato resosi irreperibile non ha diritto alla liquidazione dei compensi a carico dello Stato ove, essendo venuto meno al dovere di diligenza, per essere incorso in colpevole inerzia, abbia fatto trascorrere un lasso di tempo ingiustificatamente irragionevole, prima di attivarsi con le competenti autorità per il rintraccio dell’assistito – specie nel caso in cui si tratti di straniero senza fissa dimora e di dubbia o non facile identificazione – tale da rendere vano il tentativo. Cassazione Civile, Sezione 6-2, Ordinanza 31-3-2021, n. 8942

 

Responsabilità professionale – Commercialista –  In tema di responsabilità professionale del commercialista per inadempimento all’incarico di tenuta della contabilità da cui siano derivati accertamenti fiscali, la decorrenza del termine di prescrizione del diritto al risarcimento presuppone che il danno si sia verificato e ciò non avviene con il processo verbale di constatazione che è atto meramente interno, non impugnabile e che non incide né sul patrimonio, né su altra situazione giuridica del contribuente, ma si verifica soltanto se il verbale sfoci nell’avviso di accertamento che è l’atto, questo sì impugnabile, con cui il fisco esercita, per la prima volta, il suo diritto verso il contribuente al pagamento del dovuto. (In applicazione del principio, la S.C. ha cassato la decisione di merito che aveva ritenuto prescritto il diritto al risarcimento, avendo fatto decorrere il termine decennale dalla notifica dell’atto prodromico, da cui pure emergevano irregolarità nella tenuta della contabilità a carico del professionista, anziché dalla notifica dell’avviso di accertamento). Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 31-3-2021, n. 8872

 

Responsabilità professionale – Notaio – Stabilità del titolo giudiziale trascritto – Il notaio incaricato della redazione e autenticazione di un contratto di compravendita immobiliare non può limitarsi ad accertare la volontà delle parti e sovrintendere alla compilazione dell’atto ma deve compiere l’attività necessaria ad assicurarene serietà e certezza degli effetti tipici e risultato pratico perseguito ed esplicitato dalle dette parti, poiché contenuto essenziale della sua prestazione professionale è l’obbligo di informazione e consiglio. In particolare, egli è tenuto a compiere una verifica di natura tecnica ed essenzialmente giuridica che ricomprende anche la stabilità o meno nel tempo dei titoli giudiziali trascritti, dovendo acquisire informazioni presso la conservatoria dei registri immobiliari sulla loro definitività. (Nella specie, la S.C. ha cassato la sentenza che aveva escluso la responsabilità professionale di un notaio rogante un atto di compravendita immobiliare senza compiere le opportune indagini in ordine al titolo di proprietà dell’immobile acquistato per usucapione dal venditore in forza di una sentenza di primo grado che, benché trascritta, era stata impugnata e, quindi, non recava l’attestazione di passaggio in giudicato, censurando anche l’affermazione del giudice di secondo grado per la quale l’informazione sulla definitività della menzionata sentenza fosse una nozione “alla portata di tutti”). Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 16-3-2021, n. 7283

 

Responsabilità bancaria – Assegno bancario “di traenza” – Incasso da parte di persona diversa dal beneficiario – Nel caso di pagamento di assegno di traenza non trasferibile in favore di soggetto non legittimato, va esclusa la responsabilità della banca negoziatrice che abbia dimostrato di aver identificato il prenditore del titolo mediante il controllo del documento di identità non scaduto e privo di segni o altri indizi di falsità, in quanto la normativa vigente, ed in particolare la normativa antiriciclaggio ex art. 19, comma 1, lett. a), del d.lgs. n. 231 del 2007 stabilisce modalità tipiche con cui gli istituti di credito devono identificare la clientela e non prevede il ricorso ad ogni possibile mezzo, né alcuna indagine presso il Comune di nascita. Cassazione Civile, Sezione 1, Ordinanza 12-12-2021, n. 3649

 

Responsabilità professionale – Notaio – Stipula di mutuo garantito da ipoteca sulla proprietà superficiaria di un bene insistente su suolo demaniale in forza di concessione – Obblighi del notaio di verifica della permanenza della concessione – Il notaio – prima di stipulare un mutuo garantito da ipoteca sulla proprietà superficiaria di un immobile insistente, in forza di concessione, su suolo demaniale – deve verificare l’esistenza della concessione e, dunque, la stessa permanenza del diritto superficiario sul bene, in quanto rientra nei suoi doveri professionali la conoscenza del regime generale dei beni demaniali e delle sue implicazioni sui diritti derivati, nonché dei termini e delle condizioni che regolano la dipendenza del diritto da alienare da un altro, al fine di evitare che la fruttuosità dell’alienazione possa essere incisa dalla sorte del diritto pregiudicante. Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 3-2-2021, n. 2493

 

Dazi doganali – In tema di dazi doganali, ai fini dell’irrogazione delle sanzioni nei confronti del rappresentante doganale indiretto, non rileva l’esimente della buona fede dell’importatore come codificata dall’art. 220 CDC, concernente il recupero dei dazi “a posteriori”, ma si applicano gli artt. 302 T.U. dogane, 5, 6 e 10 d.lgs. n. 472 del 1997, sicché, essendogli richiesta la diligenza qualificata secondo lo specifico parametro dell’art. 1176, comma 2, c.c., la negligenza del comportamento sanzionabile deve essere “indiscutibile” e l’erroneità della dichiarazione non deve derivare da colpa, sia essa endogena o esogena. (Nella specie, la S.C. ha rigettato il ricorso agenziale avverso la sentenza d’appello favorevole al CAD, nel rilievo che, agendo quale rappresentante indiretto, con la normale diligenza, non potesse essere a conoscenza dell’operato dell’importatore – condannato per contrabbando aggravato – per il quale aveva presentato la dichiarazione sull’importazione della merce, scortata dal certificato FORM A, attestante l’origine cinese, e dalle corrispondenti fatture d’acquisto). Cassazione Civile, Sezione Tributaria, Ordinanza 4-8-2020, n. 16625

 

Responsabilità dei liquidatori e degli amministratori di società in liquidazione per imposte sul reddito delle persone giuridiche – In tema di responsabilità dei liquidatori e degli amministratori di società in liquidazione per imposte sul reddito delle persone giuridiche, a seguito di liquidazione del patrimonio in epoca anteriore alla formale messa in liquidazione della società, il credito dell’Amministrazione finanziaria ha natura civilistica e trova titolo autonomo, riconducibile agli artt. 1176 e 1218 c.c., rispetto all’obbligazione fiscale vera e propria, costituente mero presupposto della responsabilità stessa, ancorché da accertarsi con atto motivato – e ricorribile – da notificare ai sensi dell’art. 60 d.P.R. n. 600 del 1973; ne consegue che l’Ufficio, per poter pretendere il pagamento in via sussidiaria nei confronti del liquidatore, deve provare di aver iscritto i relativi crediti quantomeno in ruoli provvisori. Cassazione Civile, Sezione Tributaria, Ordinanza 20-7-2020, n. 15377

 

Assicuratore della responsabilità civile – Obbligo di indennizzo dell’assicurato da parte dell’assicuratore – Inadempimento – L’assicuratore della responsabilità civile non può essere ritenuto inadempiente all’obbligo di pagamento dell’indennizzo per il mero fatto che, ricevuta la relativa richiesta dall’assicurato, abbia omesso di provvedervi. Il suddetto inadempimento può dirsi sussistente soltanto ove l’assicuratore abbia rifiutato il pagamento senza attivarsi per accertare, alla stregua dell’ordinaria diligenza professionale ex art. 1176, comma 2, c.c., la sussistenza di un fatto colposo addebitabile al medesimo assicurato oppure qualora gli elementi in suo possesso evidenziassero la sussistenza di una responsabilità dello stesso assicurato non seriamente contestabile. Il relativo accertamento deve essere compiuto dal giudice di merito con prognosi postuma, cioè con riferimento al momento in cui l’assicuratore ha ricevuto la domanda di indennizzo, e valutando tutte le circostanze del caso concreto, ivi compresa la condotta dell’assicurato, ma senza dare rilievo esclusivo ed assorbente ad una sentenza di condanna non definitiva a carico dell’assicurato, quando l’assicuratore non abbia preso parte al relativo giudizio. (Nella specie, la S.C. ha cassato la sentenza di merito che – in controversia avente ad oggetto la pretesa dell’assicurato, nei confronti dell’assicuratore, al conseguimento, tra l’altro, del risarcimento del danno commisurato alle spese sostenute per contrastare un’azione esecutiva promossa in danno dell’assicurato medesimo a seguito di una sentenza di condanna non definitiva pronunciata a suo carico – aveva ritenuto il predetto assicuratore inadempiente semplicemente per non avere soddisfatto la richiesta di pagamento dell’indennizzo, dando rilievo alla menzionata sentenza di condanna senza considerare, tuttavia, i contenuti di quest’ultima, la sua condivisibilità e la condotta dell’assicurato, che aveva sempre negato, nel rapporto con l’assicuratore, di avere tenuto una condotta colposa e fonte di responsabilità). Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 9-7-2020, n. 14481

 

Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati – Obbligo di sorveglianza in capo ad una comunità alloggio per i danni a terzi conseguenti al tentativo di suicidio di un rifugiato-ospite – A carico della struttura di accoglienza facente parte del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, cd. SPRAR, sussiste l’obbligo di sorvegliare il rifugiato ospite al fine di prevenire che questi possa causare danni a terzi o subirne; rispetto a tale obbligo assumono rilievo le condizioni di vulnerabilità del rifugiato e la conoscenza delle stesse da parte dell’ente, trovando il predetto obbligo un limite nella doverosità e esigibilità in concreto della condotta richiesta al sorvegliante, ancorché sia esigibile, da detta struttura, un obbligo di vigilanza che impone di sottoporre il rifugiato a particolare attenzione – ad esempio, con l’inserimento in un percorso di recupero, con l’erogazione di un supporto psicologico e con la eventuale segnalazione all’autorità di pubblica sicurezza ed al servizio sanitario nazionale perché gli fornisca la necessaria assistenza terapeutica – ma non un più pregnante dovere di impedire l’evento lesivo. (Nella specie, la Corte ha escluso la violazione dell’obbligo di sorveglianza in capo ad una comunità alloggio per i danni a terzi conseguenti al tentativo di suicidio di un rifugiato-ospite, sul presupposto che essa, seppure a conoscenza dello stato di incapacità del danneggiante, non era una struttura terapeutica di ricovero, non poteva imporre alcuna terapia farmacologica né limitare la libertà personale e non era obbligata a dotare l’edificio di presidi specifici, quali lo sbarramento delle finestre al fine di prevenire il suicidio per precipitazione, avendo una funzione prevalentemente residenziale e non reclusiva). Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 8-7-2020, n. 14260

 

Responsabilità professionale – Commercialista – Impugnazione di un avviso di accertamento tributario – La responsabilità del prestatore di opera intellettuale nei confronti del proprio cliente per negligente svolgimento dell’attività professionale presuppone la prova del danno e del nesso causale tra la condotta del professionista ed il pregiudizio del cliente; in particolare, ove venga in rilievo l’attività del commercialista incaricato dell’impugnazione di un avviso di accertamento tributario, l’affermazione della responsabilità per colpa professionale implica una valutazione prognostica positiva circa il probabile esito favorevole del ricorso alla commissione tributaria, che avrebbe dovuto essere proposto e diligentemente seguito. (In applicazione del principio, la S.C. ha confermato la decisione di merito che aveva ritenuto l’evento dannoso non ascrivibile all’omissione di un commercialista, consistita nell’avere mancato di sottoscrivere i ricorsi dinanzi la CTP, ma riconducibile alla decisione, presa in autonomia dagli amministratori e dai soci di una s.a.s., di non impugnare in cassazione l’esito sfavorevole dell’iniziativa giudiziale presso la CTR). Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 6-7-2020, n. 13873

 

Responsabilità professionale – Curatore – Danni cagionati alla procedura nella gestione di una pratica di rimborso IVA – L’azione di responsabilità contro il curatore revocato, prevista dall’art. 38 l. fall., comporta una valutazione della sua condotta secondo il paradigma della diligenza “qualificata” di cui all’art. 1176, comma 2, c.c., avuto riguardo alla natura professionale dell’incarico svolto, sia pure con la facoltà di avvalersi, a fronte di problemi tecnici di particolare difficoltà, della limitazione di responsabilità di cui all’art. 2236 c.c., palesandosi, di contro, irrilevante, a fini esimenti, l’eventuale autorizzazione resa al curatore dal giudice delegato. (Nella specie, la S.C. ha cassato con rinvio la sentenza d’appello, che aveva escluso la responsabilità del curatore con riferimento ai danni cagionati alla procedura nella gestione di una pratica di rimborso IVA, sul presupposto che la stessa avesse ricevuto l'”imprimatur” del giudice delegato). Cassazione Civile, Sezione 1, Sentenza 2-7-2020, n. 13597

 

Responsabilità professionale – Riparazione dei motori di una motovedetta – La diligenza esigibile dal professionista o dall’imprenditore, nell’adempimento delle obbligazioni assunte nell’esercizio dell’attività, ha contenuto tanto maggiore quanto più è specialistica e professionale la prestazione richiesta; pertanto, incorre in responsabilità il soggetto che non adoperi la diligenza dovuta in relazione alle circostanze concrete del caso, con adeguato sforzo tecnico e con impiego delle energie e dei mezzi normalmente ed obiettivamente necessari o utili all’adempimento della prestazione dovuta e al soddisfacimento dell’interesse creditorio, nonché ad evitare possibili effetti dannosi. (Nella specie, la S.C. ha confermato la sentenza di merito che aveva riconosciuto la responsabilità di un’impresa che, nel procedere alla riparazione dei motori di una motovedetta ancorata in porto asportandoli dal natante, non aveva chiuso i collettori di scarico, attraverso i quali era entrata nello scafo acqua marina, provocando l’affondamento dell’imbarcazione). Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 24-6-2020, n. 12407

 

Responsabilità medica – Nesso di causalità – In tema di inadempimento di obbligazioni di diligenza professionale sanitaria, il danno evento consta della lesione non dell’interesse strumentale alla cui soddisfazione è preposta l’obbligazione (perseguimento delle “leges artis” nella cura dell’interesse del creditore) ma del diritto alla salute (interesse primario presupposto a quello contrattualmente regolato); sicché, ove sia dedotta la responsabilità contrattuale del sanitario per l’inadempimento della prestazione di diligenza professionale e la lesione del diritto alla salute, è onere del danneggiato provare, anche a mezzo di presunzioni, il nesso di causalità fra l’aggravamento della situazione patologica (o l’insorgenza di nuove patologie) e la condotta del sanitario, mentre è onere della parte debitrice provare, ove il creditore abbia assolto il proprio onere probatorio, la causa imprevedibile ed inevitabile dell’impossibilità dell’esatta esecuzione della prestazione. Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 11-11-2019, n. 28991

 

Responsabilità medica – Emotrasfusione e contagio da virus HBV, HIV, HCV – In materia di emotrasfusione e contagio da virus HBV, HIV, HCV, non risponde per inadempimento contrattuale la singola struttura ospedaliera, pubblica o privata, inserita nella rete del servizio sanitario nazionale, che abbia utilizzato sacche di sangue, provenienti dal servizio di immunoematologia trasfusionale della USL, preventivamente sottoposte ai controlli richiesti dalla normativa dell’epoca, esulando in tal caso dalla diligenza a lei richiesta il dovere di conoscere e attuare le misure attestate dalla più alta scienza medica a livello mondiale per evitare la trasmissione del virus, almeno quando non provveda direttamente con un autonomo centro trasfusionale. (Nella specie, la S.C. ha cassato con rinvio la sentenza di appello che aveva escluso la responsabilità contrattuale della struttura ospedaliera, per contagio da virus HCV nel luglio 1983, ritenendola non tenuta ad alcun controllo sulle sacche di sangue, invece attribuito per legge al Ministero della salute, e, quindi, in assenza di un concreto accertamento circa la diligenza qualificata nell’utilizzo di sacche di sangue acquisite tramite la struttura pubblica ed all’esecuzione, da parte di quest’ultima, dei controlli imposti dalla normativa all’epoca vigente). Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 29-3-2018, n. 7884

 

Responsabilità medica – Equipe medica – L’obbligo di diligenza che grava su ciascun componente dell’equipe medica concerne non solo le specifiche mansioni a lui affidate, ma anche il controllo sull’operato e sugli errori altrui che siano evidenti e non settoriali, sicchè rientra tra gli obblighi di ogni singolo componente di una equipe chirurgica, sia esso in posizione sovra o sotto ordinata, anche quello di prendere visione, prima dell’operazione, della cartella clinica contenente tutti i dati per verificare la necessità di adottare particolari precauzioni imposte dalla specifica condizione del paziente ed eventualmente segnalare, anche senza particolari formalità, il suo motivato dissenso rispetto alle scelte chirurgiche effettuate ed alla scelta stessa di procedere all’operazione, potendo solo in tal caso esimersi dalla concorrente responsabilità dei membri dell’equipe nell’inadempimento della prestazione sanitaria. (Nella specie, la S.C. ha ritenuto sussistente la concorrente responsabilità del secondo aiuto di una equipe chirurgica il quale, pur avendo correttamente eseguito i compiti di sua stretta competenza, aveva omesso di rilevare che il paziente versava in condizioni fisiche alterate, individuabili attraverso gli esami ematici presenti nella cartella, tali da sconsigliare altamente l’intervento operatorio, peraltro non necessario né urgente). Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 29-1-2018, n. 2060

 

Responsabilità medica – Inutilità dell’intervento chirurgico – Inesatto adempimento – In tema di responsabilità per attività medico-chirurgica, in presenza di un intervento operatorio che – sebbene eseguito in conformità alle “leges artis” e non determinativo di alcun peggioramento della condizione patologica del paziente – non abbia prodotto alcun risultato di tipo terapeutico, e ciò in ragione dell’omessa esecuzione degli interventi preparatori necessari al suo buon esito da parte della struttura sanitaria, nonché di quelli successivi di natura riabilitativa occorrenti al medesimo scopo, ricorre un inesatto adempimento della struttura per avere dato luogo ad una ingerenza priva di utilità nella sfera psico-fisica del paziente, alla quale consegue un danno di natura non patrimoniale ravvisabile sia nella limitazione del proprio agire, sofferta dal paziente per il tempo occorso per le fasi preparatorie, di esecuzione e postoperatorie dell’intervento, sia nella sofferenza derivante tanto da tale limitazione, quanto dalla successiva percezione della inutilità del trattamento subìto. Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 19-5-2017, n. 12597

 

Responsabilità medica – Linee guida –  In materia di responsabilità per attività medico-chirurgica, il rispetto, da parte del sanitario, delle “linee guida” – pur costituendo un utile parametro nell’accertamento di una sua eventuale colpa, peraltro in relazione alla verifica della sola perizia del sanitario – non esime il giudice dal valutare, nella propria discrezionalità di giudizio, se le circostanze del caso concreto non esigessero una condotta diversa da quella da esse prescritta. (In applicazione del principio, è stata annullata la sentenza impugnata che – nel respingere una domanda risarcitoria in relazione ad un’ipotesi di omessa informazione, ad una gestante, dei rischi connessi ad una possibile malformazione genetica del nascituro – aveva attribuito rilievo, tra l’altro, alla circostanza che, all’epoca dei fatti, le linee guida per la diagnosi citogenetica, impartite nel 2001, non erano ancora entrate in vigore, circostanza ritenuta irrilevante dalla S.C. sul presupposto che per i sanitari, operanti all’interno di una struttura altamente specializzata, risultava non solo opportuno, ma doveroso, in presenza di una gravidanza ritenuta a rischio, di un “tritest” positivo, nonché di un numero ritenuto oggettivamente eccessivo di esami ecografici, riferire che l’esame dei cd. “villi coriali” aveva raggiunto solo dodici – e non sedici – “metafasi”, sebbene la minore attendibilità di un referto formulato su tali basi fosse stata, poi, sancita solo dalle citate linee guida del 2001). Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 9-5-2017, n. 11208

 

Mediazione – Compravendita immobiliare – Obblighi del mediatore – Accertamento della libertà del bene da trascrizioni o iscrizioni pregiudizievoli – Esclusione – Non rientra nella comune ordinaria diligenza, alla quale il mediatore deve conformarsi nell’adempimento della sua prestazione, ai sensi dell’art. 1176 c.c., lo svolgimento, in difetto di particolare incarico, di specifiche indagini di tipo tecnico giuridico. Pertanto, in caso di intermediazione in compravendita immobiliare, non è ricompreso nella prestazione professionale del mediatore l’obbligo di accertare, previo esame dei registri immobiliari, la libertà del bene oggetto della trattativa da trascrizioni ed iscrizioni pregiudizievoli. Cassazione Civile, Sezione 2, Sentenza 5-4-2017, n. 8849

 

Responsabilità professionale – Avvocato – Distribuzione degli oneri probatori – Mancata proposizione tempestiva del ricorso in cassazione – In tema di responsabilità professionale dell’avvocato, quando il cliente abbia provato la conclusione del contratto di patrocinio, con il conferimento dell’incarico al legale per agire nei gradi di merito, non è necessario il rilascio di un ulteriore mandato per agire in sede di legittimità, la cui prova sia a carico del primo, sicchè la sola circostanza che non sia stata conferita la prevista procura speciale non esclude la responsabilità del professionista per mancata proposizione tempestiva del relativo ricorso, gravando sull’avvocato l’onere di provare di aver sollecitato il cliente a fornire indicazioni circa la propria intenzione d’impugnare la sentenza sfavorevole di secondo grado, di averlo informato di questo esito e delle conseguenze dell’omessa impugnazione, nonchè di non aver agito per fatto a sé non imputabile o per la sopravvenuta cessazione del rapporto contrattuale. Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 23-3-2017, n. 7410