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Art. 1243 cc – Compensazione legale e giudiziale

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Codice Civile

Articolo 1243 codice civile

Compensazione legale e giudiziale

La compensazione si verifica solo tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro o una quantità di cose fungibili dello stesso genere e che sono ugualmente liquidi ed esigibili.

Se il debito opposto in compensazione non è liquido ma è di facile e pronta liquidazione, il giudice può dichiarare la compensazione per la parte del debito che riconosce esistente, e può anche sospendere la condanna per il credito liquido fino all’accertamento del credito opposto in compensazione.


 

Giurisprudenza:

Compensazione nel fallimento

La compensazione nel fallimento è ammessa anche quando il controcredito del debitore del fallito divenga liquido ed esigibile dopo il fallimento, purché il fatto genetico della obbligazione sia anteriore alla relativa dichiarazione, mentre è irrilevante che la sentenza di accertamento del controcredito intervenga successivamente alla stessa dichiarazione … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 1, Ordinanza 30-12-2021, n. 42008

 

Compensazione nel fallimento

L’art. 56, comma 1, l.fall. che introduce una deroga al principio della concorrenza paritaria dei creditori, consentendo la compensazione tra i debiti verso il fallimento e i crediti sorti nei confronti del fallito, si applica anche alla compensazione giudiziale, quando il fatto genetico del credito opposto in compensazione sia anteriore alla dichiarazione di fallimento, anche se l’accertamento giudiziale relativo alla liquidità di uno dei due … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 2, Ordinanza 7-12-2021, n. 38888

 

Compensazione di un debito tributario

La dichiarazione del contribuente di voler compensare un debito tributario con un controcredito non dimostra di per sé che si è prodotto l’effetto estintivo della obbligazione tributaria per effetto dell’invocata compensazione legale, se il controcredito è contestato dall’Agenzia delle entrate, essendo tale contestazione sufficiente a privare il vantato credito dei requisiti di … continua a leggereCassazione Civile, Sezione Tributaria, Ordinanza 29-10-2021, n. 30865

 

Compensazione propria e impropria – Distinzioni

In tema di estinzione delle obbligazioni, si è in presenza di compensazione cd. impropria se la reciproca relazione di debito-credito nasce da un unico rapporto, in cui l’accertamento contabile del saldo finale delle contrapposte partite può essere compiuto dal giudice d’ufficio, diversamente da quanto accade nel caso di compensazione cd. propria che, per operare, postula l’autonomia dei rapporti e l’eccezione di parte. (Nella specie la S.C. ha confermato la sentenza impugnata che, con riguardo ad un contratto di appalto, ha ritenuto di non poter considerare d’ufficio quale controcredito da porre in compensazione con il corrispettivo dell’appalto azionato dall’impresa, la pretesa risarcitoria della stazione appaltante per la voce “lavori da realizzare in danno”, in ragione delle diversità delle rispettive cause). Cassazione Civile, Sezione 1, Ordinanza 18-10-2021, n. 28568

 

Fallimento – Revocatoria incidentale – Compensazione

L’accoglimento della domanda di revocatoria fallimentare riguardante una somma ricevuta dal fallito, determina un credito della massa che non può quindi essere opposto in compensazione dal curatore, attraverso l’eccezione di cd. “revocatoria incidentale”, con i crediti vantati verso il fallito in sede di ammissione allo stato passivo. Cassazione Civile, Sezione 1, Ordinanza 11-8-2021, n. 22666

 

Fallimento – Credito da equo indennizzo ex art. 79 l.fall. – Compensazione ex art. 56 l. fall. – Esclusione

Il credito da equo indennizzo ex art. 79 l. fall.,pur collegato al contratto di affitto di azienda, diviene certo soltanto a seguito dell’esercizio del diritto di recesso da parte del curatore, successivamente alla dichiarazione di fallimento, sicché non è suscettibile di compensazione ai sensi dell’art. 56 l. fall. con i contrapposti crediti , norma che postula la preesistenza dei crediti da compensare rispetto all’apertura della procedura concorsuale. Cassazione Civile, Sezione 1, Ordinanza 8-6-2020, n. 10869

 

Esecuzione forzata – Opposizioni all’esecuzione – Compensazione con controcredito del debitore esecutato 

Con l’opposizione ex art. 615 c.p.c. il debitore esecutato può opporre in compensazione al creditore procedente un controcredito certo (cioè, definitivamente verificato giudizialmente o incontestato) oppure un credito illiquido di importo certamente superiore (la cui entità possa essere accertata, senza dilazioni nella procedura esecutiva, nel merito del giudizio di opposizione) anche nell’ipotesi di espropriazione forzata promossa per il credito inerente al mantenimento del coniuge separato, non trovando applicazione, in difetto di un … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 26-5-2020, n. 9686

 

Compensazione giudiziale relativamente ad una ragione creditoria prescritta 

La compensazione giudiziale può operare anche relativamente ad una ragione creditoria già prescritta, ove il credito opposto sia certo e, benché indeterminato nel suo ammontare, di facile e pronta liquidazione, poiché la regola generale contenuta nell’art. 1242, comma 2, c.c., che postula la prevalenza del diritto alla compensazione rispetto alla prescrizione qualora il relativo termine non sia spirato nell’arco temporale di coesistenza dei crediti e dei debiti, si fonda sul principio di ragionevolezza e di buona fede nella disciplina dei rapporti negoziali e rappresenta una declinazione di quello, pure generale, per il quale, quando due persone sono obbligate l’una verso l’altra, i debiti si estinguono per … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 11-3-2020, n. 7018

 

Debito di valore e debito di valuta – Determinazione del loro ammontare – Criteri 

Nella compensazione di debiti reciproci aventi natura diversa, per essere uno di valore, in quanto a titolo di risarcimento danni, e l’altro di valuta, ai fini della determinazione del primo si deve tenere conto dell’incidenza della svalutazione monetaria, mentre la parte che fa valere il secondo può richiedere, ai sensi dell’art. 1224, comma 2, c.c., l’ulteriore risarcimento del “danno maggiore” da essa eventualmente subìto, rispetto a quello … continua a leggere Cassazione Civile, Sezione 2, Ordinanza 11-12-2019, n. 32438

 

Esecuzione forzata – Opposizioni ex art. 615 cpc – Credito illiquido 

Nel giudizio di opposizione all’esecuzione, è consentito al debitore dedurre in compensazione un suo controcredito, anche se illiquido, ma di importo certamente superiore al credito opposto, la cui sussistenza ed entità potrà essere accertata dal giudice dell’esecuzione. Quest’ultimo, peraltro, in tale eventualità, non potrà disporre la sospensione dell’esecuzione nelle more del giudizio medesimo. Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 21-11-2019, n. 30323

 

Compensazione di un debito tributario 

Nel processo tributario, qualora il contribuente agisca per ottenere il rimborso di un proprio credito di imposta, l’Amministrazione finanziaria, ferma restando la facoltà di esercitare discrezionalmente i poteri autoritativi di sospensione del pagamento delle somme pretese dal creditore e di pronuncia di compensazione nel caso sia a propria volta titolare di controcrediti tributari nei confronti del contribuente, è comunque legittimata, nel corso del giudizio instaurato dal creditore, ad opporre in compensazione ai sensi dell’art. 1243 c.c., i propri crediti certi, liquidi ed esigibili, spettando conseguentemente al giudice la verifica della ricorrenza dei requisiti richiesti per la pronuncia della compensazione legale. Cassazione Civile, Sezione Tributaria, Ordinanza 7-18-2019, n. 21082

 

Rivalutazione ed interessi sul credito compensato – Esclusione

In tema di compensazione, con riferimento alla rivalutazione ed agli interessi, quando sia stata giudizialmente riconosciuta in favore del convenuto – attore in riconvenzionale a titolo di indebito oggettivo per le somme trattenute senza titolo da controparte – la sussistenza di un credito, posto contestualmente in detrazione, e pertanto compensato, con il maggior credito vantato dalla parte attrice – nella specie per il ritardato rilascio dell’immobile al convenuto medesimo locato -, in forza del disposto dell’articolo 1242 c.c. il primo dei due crediti deve ritenersi estinto per compensazione sin dal momento della coesistenza degli stessi, senza che sia stato mai produttivo di interessi o di rivalutazione monetaria. Ed invero, tale effetto compensativo si era già verificato al momento della proposizione della domanda riconvenzionale, momento dal quale, giusto disposto dall’art. 2033 c.c., decorrono gli interessi moratori, dovendosi presumere la buona fede dell'”accipiens” in difetto di specifiche prove contrarie. Cassazione Civile, Sezione 1, Ordinanza 7-5-2019, n. 12016

 

Fallimento – Terzo cessionario del credito nei confronti del fallito e suo debitore – Compensazione – Condizioni 

Il terzo “in bonis” non può eccepire, ex art. 56, comma 2, l.fall., la compensazione tra un proprio debito verso il fallito con un credito, scaduto anteriormente alla dichiarazione di fallimento, di cui, però, il primo sia divenuto titolare, per atto di cessione tra vivi, dopo l’apertura del concorso. Cassazione Civile, Sezione 1, Ordinanza 4-4-2019, n. 9528

 

Contestazione del controcredito in separato giudizio ancora pendente – Compensazione legale e giudiziale – Esclusione 

La compensazione, legale o giudiziale, rimane impedita tutte le volte in cui il credito opposto in compensazione sia stato ritualmente contestato in diverso giudizio non ancora definito, risultando a tal fine irrilevante l’eventuale sentenza di merito o provvedimento di condanna, anche se immediatamente esecutivi, emessi in quel giudizio, perché non consentono di ritenere integrato il requisito della definitività dell’accertamento, e dunque della certezza del controcredito. (Nella specie la S.C., premesso che pure la c.d. compensazione comunitaria opera secondo la disciplina prevista dalla normativa nazionale, ha ritenuto che non potesse operare la deroga alla compensabilità dei crediti impignorabili – prevista dall’art. 3, comma 5 duodecies, del d.l. n. 182 del 2005, conv. con mod. dalla legge n. 231 del 2005 -, tra le somme richieste in ripetizione per provvidenze finanziarie erogate dall’Agea, prospettate come indebite, ed il credito per provvidenze PAC di competenza dell’operatore agricolo, stante la contestazione del controcredito vantato dall’Agea, ancora oggetto di accertamento in diverso giudizio pendente dinanzi al TAR). Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 14-2-2019, n. 4313

 

Eccezione di compensazione – Proposizione in via subordinata rispetto all’eccezione di prescrizione presuntiva – Conseguenze 

L’eccezione di compensazione dedotta in via subordinata determina il rigetto di quella di prescrizione presuntiva proposta in via principale in quanto costituisce implicita ammissione dell’esistenza del debito. Cassazione Civile, Sezione 2, Sentenza 31-1-2019, n. 2970

 

Risoluzione del contratto d’investimento in valori mobiliari 

Quando sia dichiarata la risoluzione del contratto d’investimento in valori mobiliari, si ingenerano tra le parti reciproci obblighi restitutori, dovendo l’intermediario restituire l’intero capitale investito, mentre l’investitore è obbligato alla restituzione del valore delle cedole corrisposte e dei titoli acquistati, secondo la disciplina di cui all’art. 2038 c.c.; i reciproci crediti vantati dalle parti, ove ne ricorrano i presupposti, possono compensarsi legalmente, ai sensi dell’art. 1243 c.c. (In applicazione del principio, la Corte, cassando la pronuncia impugnata ha prescritto alla Corte d’Appello in sede di rinvio: di valutare le domande restitutorie con riguardo, rispettivamente, alla somma originariamente investita ed alle cedole ed ai titoli oggetto dell’investimento; di verificare se i titoli fossero ancora nella disponibilità degli investitori; di verificare la sussistenza dei presupposti della compensazione nei limiti della coesistenza dei crediti; di statuire sulla domanda risarcitoria con riguardo al danno eventualmente … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 1, Sentenza 30-1-2019, n. 2661

 

Contestazione del controcredito in separato giudizio ancora pendente – Compensazione legale e giudiziale – Esclusione 

In tema di compensazione dei crediti, se è controversa, nel medesimo giudizio instaurato dal creditore principale o in altro già pendente, l’esistenza del controcredito opposto in compensazione, il giudice non può pronunciare la compensazione, neppure quella giudiziale, perché quest’ultima, ex art. 1243, comma 2, c.c., presuppone l’accertamento del controcredito da parte del giudice dinanzi al quale è fatta valere, mentre non può fondarsi su un credito la cui esistenza dipenda dall’esito di un separato giudizio in corso e prima che il relativo accertamento sia divenuto definitivo. Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 4-12-2018, n. 31359

 

Fallimento – Revocatoria fallimentare proposta dal curatore riguardante una somma ricevuta dal fallito

Per effetto della sentenza di accoglimento della domanda di revocatoria fallimentare proposta dal curatore, riguardante una somma ricevuta dal fallito, sorge un debito nei confronti della massa dei creditori che non può essere compensato con crediti vantati verso il fallito, ancorché ammessi al passivo, essendo la compensazione consentita solo tra i debiti ed i crediti scaturenti da rapporti direttamente intercorsi con il fallito. (Nella specie, la S.C. ha confermato la sentenza di merito che aveva ritenuto non compensabile il debito restitutorio di un soggetto nei confronti del fallimento, conseguente all’intervenuta dichiarazione di inefficacia di un atto di liberalità ex art. 64 l.fall., con il credito da lui stesso vantato nei confronti del fallito ancorché ammesso al passivo). Cassazione Civile, Sezione 1, Ordinanza 28-11-2018, n. 30824

 

Compensazione tra crediti del fallito e crediti verso il fallito – Decadenza dal termine

Ai fini dell’operatività della speciale compensazione tra crediti del fallito e crediti verso il fallito, prevista dall’art. 56 legge fall., non occorre che i secondi presentino il requisito della esigibilità, in quanto, ai sensi dell’art. 55 della legge predetta e dell’art. 1186 cod. civ., i debiti del fallito si considerano scaduti alla data del fallimento, ma è necessario che abbiano gli ulteriori requisiti della certezza e liquidità, richiesti in generale dall’art. 1243 cod. civ. (In applicazione di tale principio, la S.C. ha confermato la decisione di merito che aveva rigettato l’eccezione di compensazione sollevata dal … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 2, Sentenza 30-12-2014, n. 27441