Art. 1425. Incapacità delle parti
Il contratto è annullabile se una delle parti era legalmente incapace di contrattare.
E’ parimenti annullabile, quando ricorrono le condizioni stabilite dall’articolo 428, il contratto stipulato da persona incapace d’intendere o di volere.
Giurisprudenza:
Perizia contrattuale – Differenze dall’arbitrato e dall’arbitraggio – Vizi del consenso – Nel caso in cui le parti di un contratto di assicurazione affidino ad un terzo l’incarico di esprimere una valutazione tecnica sull’entità delle conseguenze di un evento, al quale è collegata l’erogazione dell’indennizzo, impegnandosi a considerare tale valutazione come reciprocamente vincolante ed escludendo dai poteri del terzo la soluzione delle questioni attinenti alla validità ed efficacia della garanzia assicurativa, il relativo patto esula sia dall’arbitraggio che dall’arbitrato (rituale od irrituale) ed integra piuttosto una perizia contrattuale, atteso che viene negozialmente conferito al terzo, non già il compito di definire le contestazioni insorte o che possono insorgere tra le parti in ordine al rapporto giuridico ma la semplice formulazione di un apprezzamento tecnico che esse si impegnano ad accettare come diretta espressione della loro determinazione volitiva; pertanto non sono applicabili le norme relative all’arbitrato, restando impugnabile la perizia contrattuale per i vizi che possono vulnerare ogni manifestazione di volontà negoziale (errore, dolo, violenza, incapacità delle parti). – Corte di Cassazione, Sezione 3 civile, Ordinanza 8 novembre 2018, n. 28511
Giudicato formatosi sull’insussistenza dell’incapacità di intendere e di volere – Opponibilità nel successivo giudizio di nullità contrattuale – In tema di invalidità negoziali, il giudicato formatosi sull’insussistenza dell’incapacità naturale richiesta per l’annullamento contrattuale ex art. 428 c.c. è inopponibile nel giudizio volto a far dichiarare la nullità del medesimo contratto per circonvenzione di incapace, atteso che, mentre l’art. 428 c.c. richiede l’accertamento di una condizione espressamente qualificata di incapacità di intendere e di volere, ai fini dell’art. 643 c.p. è, invece, sufficiente che l’autore dell’atto versi in una situazione soggettiva di fragilità psichica derivante dall’età, dall’insorgenza o dall’aggravamento di una patologia neurologica o psichiatrica anche connessa a tali fattori o dovuta ad anomale dinamiche relazionali che consenta all’altrui opera di suggestione ed induzione di deprivare il personale potere di autodeterminazione, di critica e di giudizio. – Corte di Cassazione, Sezione 1 civile, Sentenza 19 maggio 2016, n. 10329
Contratto concluso da persona poi deceduta – Esercizio dell’azione di annullamento da parte di uno solo dei coeredi – Litisconsorzio necessario degli altri coeredi – L’esercizio dell’azione di annullamento del contratto per incapacità di intendere e volere di uno dei contraenti, che sia successivamente deceduto, sebbene possa compiersi da parte di uno solo dei coeredi, anche in contrasto con gli altri, implica comunque il litisconsorzio necessario di tutti, giacché, come la sentenza di annullamento deve investire l’atto negoziale non limitatamente ad un soggetto, l’atto negoziale non limitatamente ad un soggetto, ma nella sua interezza, posto che esso non può essere contemporaneamente valido per un soggetto e invalido per un altro, così anche l’eventuale restituzione non può avvenire “pro quota”. – Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, Sentenza 18 novembre 2013, n. 25810
Principio di autoresponsabilità – Omessa lettura del contratto da parte del contraente – Chi sottoscrive un contratto non può invocarne l’invalidità adducendo di non averlo letto, perché chi immette dichiarazioni nel traffico giuridico ne deve subire le conseguenze, in virtù del principio dell’autoresponsabilità, a meno che non provi che la propria volontà si sia formata in modo viziato. Ne consegue che, in difetto di tale prova, il notaio il quale abbia ritualmente rogato un atto pubblico non può essere ritenuto responsabile del fatto che esso non abbia rispecchiato gli accordi preliminari intercorsi tra le parti. – Corte di Cassazione, Sezione 3 civile, Sentenza 5 aprile 2012, n. 5535
Contratti della PA – Vizi concernenti l’attività negoziale degli enti pubblici – In tema di vizi concernenti l’attività negoziale degli enti pubblici, il principio secondo cui il negozio è annullabile ad iniziativa esclusiva dell’ente non è applicabile allorché lo svolgimento della gara di appalto abbia integrato gli estremi di reato, in caso contrario consentendosi che il reato venga portato ad ulteriori conseguenze. – Corte di Cassazione, Sezione 1 civile, Sentenza 7 novembre 2011, n. 23025
Incapacità legale – Interdizione giudiziale – Decorrenza dalla pubblicazione della sentenza – L’incapacità legale derivante dalla sentenza di interdizione decorre soltanto dal giorno della sua pubblicazione (art. 421 cod. civ.), con la conseguenza dell’operatività, fino a tale momento, della generale presunzione di normale capacità dell’interdicendo e dell’irretroattività degli effetti della suddetta decisione. (Nella specie, in applicazione dell’enunciato principio, la S.C. ha confermato la sentenza di merito la quale, considerando operante la menzionata presunzione, aveva stabilito che l’incapacità naturale della testatrice e donante, in relazione agli atti di formazione pregressa, avrebbe dovuto essere provata dall’interessato in modo univoco e rigoroso, e con riguardo ad ogni singolo atto specificamente impugnato). – Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, Sentenza 31 marzo 2011, n. 7477
Stato di incapacità naturale e malafede della persona contraente con l’incapace – Accertamento del giudice di merito – Incensurabilità in cassazione – Qualora sia proposta domanda di annullamento di un contratto per incapacità naturale, l’indagine relativa alla sussistenza dello stato di incapacità del soggetto che abbia stipulato il contratto ed alla malafede di colui che contrae con l’incapace di intendere e di volere si risolve in un accertamento in fatto demandato al giudice di merito, sottratto al sindacato del giudice di legittimità ove congruamente e logicamente motivato. (Nella specie, la S. C. ha ritenuto esente da vizi la sentenza di merito, che aveva escluso la prova della consapevolezza, da parte degli acquirenti del bene, della menomazione dell’altro contraente nella sfera intellettiva o volitiva, nonostante la pendenza di un giudizio di interdizione promosso nei confronti di costui). – Corte di Cassazione, Sezione 1 civile, Sentenza 2 novembre 2004, n. 21050
Concetto di incapacità naturale – Al fine dell’invalidità del negozio per incapacità naturale non è necessaria la prova che il soggetto, nel momento del compimento dell’atto, versava in uno stato patologico tale da far venir meno, in modo totale e assoluto, le facoltà psichiche, essendo sufficiente accertare che tali facoltà erano perturbate al punto da impedire al soggetto una seria valutazione del contenuto e degli effetti del negozio, e quindi il formarsi di una volontà cosciente. La prova dell’incapacità naturale può essere data con ogni mezzo o in base a indizi e presunzioni, che anche da soli, se del caso, possono essere decisivi ai fini della sua configurabilità, e il giudice è libero di utilizzare, ai fini del proprio convincimento, anche le prove raccolte in un giudizio intercorso tra le stesse parti o tra altre. L’apprezzamento di tale prova costituisce giudizio riservato al giudice di merito che sfugge al sindacato di legittimità se sorretto da congrue argomentazioni, esenti da vizi logici e da errori di diritto. – Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, Sentenza 28 marzo 2002, n. 4539
Concetto di incapacità naturale – Accertamento della totale incapacità in due determinati periodi – Per il periodo intermedio presunzione “iuris tantum” dell’incapacità – Accertata la totale incapacità di un soggetto in due determinati periodi, prossimi nel tempo, per il periodo intermedio la sussistenza dell’incapacità è assistita da presunzione “iuris tantum”, sicchè, in concreto, si verifica l’inversione dell’onere della prova nel senso che, in siffatta ipotesi, deve essere dimostrato, da chi vi abbia interesse, che il soggetto abbia agito in una fase di lucido intervallo. – Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, Sentenza 28 marzo 2002, n. 4539
Incapacità naturale – Indagine sulla sussistenza della malafede di colui che contrae con l’incapace di intendere e di volere – L’indagine sulla sussistenza della malafede di colui che contrae con l’incapace di intendere e di volere, richiesta dall’art. 428 cod. civ., si risolve in un accertamento di fatto demandato al giudice di merito ed è incensurabile in sede di legittimità, se congruamente motivato. – Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, Sentenza 28 marzo 2002, n. 4539
Concetto di incapacità naturale – Stato emotivo conseguente alla consapevolezza di essere affetto da grave malattia – Per aversi incapacità naturale di uno dei contraenti al momento della conclusione del contratto non è sufficiente che il normale processo di formazione e di estrinsecazione della volontà sia in qualche modo turbato, come può accadere in caso di grave malattia, ma è necessario che le facoltà intellettive e volitive del soggetto siano, a causa della malattia, perturbate al punto da impedirgli una seria valutazione del contenuto e degli effetti del negozio; ciò che va provato in modo rigoroso e specifico. – Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, Sentenza 26 maggio 2000, n. 6999
Contratti della PA – Vizi concernenti l’attività negoziale degli enti pubblici – In tema di vizi concernenti l’attività negoziale degli enti pubblici, sia che si riferiscano al processo di formazione della volontà dell’ente, sia che si riferiscano alla fase preparatoria ad essa precedente, il negozio comunque stipulato è annullabile ad iniziativa esclusiva dell’ente pubblico, salvo che non sia ravvisabile un vizio di straripamento di potere, nel qual caso il contratto è nullo. – Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, Sentenza 8 maggio 1996, n. 4269
Contratti con la PA- Mancanza della legittimazione a contrarre dell’organo della PA – L’organo della pubblica amministrazione abilitato a manifestarne la volontà, che abbia concluso una controversia negoziale senza che sia stato, in tutto o in parte, esaurito il procedimento amministrativo diretto alla formazione della volontà dell’amministrazione, manca di legittimazione a contrarre e, quindi, del potere di assumere obbligazioni verso i terzi; il difetto di tale presupposto determina l’annullabilità del contratto, che può essere fatta valere dalla p.a., nel cui esclusivo interesse sono prescritte le formalità omesse. – Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, Sentenza 21 febbraio 1995, n. 1885
Concetto di incapacità naturale – Stato emotivo conseguente alla consapevolezza di essere affetto da grave malattia – Lo stato emotivo conseguente alla consapevolezza di essere affetto da grave malattia (nella specie, un linfogranuloma maligno) non comporta, di per sè, una situazione di incapacità naturale ed, in via generale, non rileva ai fini dell’annullabilità del contratto ai sensi dell’art. 1425 c. c., ove non risulti provato che esso abbia inciso sulla sfera psico-intellettiva del soggetto, producendo un vero e proprio squilibrio mentale. il relativo accertamento non è censurabile in sede di legittimità ove sorretto da congrua motivazione, esente da vizi logici e giuridici. – Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, Sentenza 25 febbraio 1989, n. 1036
Contratto privatistico stipulato da un ente ecclesiastico – Con riguardo alla controversia inerente alla validità od efficacia di un contratto privatistico stipulato da un ente ecclesiastico (locazione), la giurisdizione del giudice italiano non resta esclusa per il fatto che si richieda un`indagine circa la regolarità, secondo le norme statutarie ed il diritto canonico, della formazione e manifestazione della volontà negoziale dell`ente medesimo, atteso che il relativo accertamento non interferisce su suoi atti interni, ma è rivolto al solo fine del riscontro dei requisiti per l`operatività di quel rapporto di diritto privato. – Corte di Cassazione, Sezioni Unite, Sentenza 12 novembre 1988, n. 6130
Concetto di incapacità naturale – L’incapacità naturale, che in base agli articoli 428 e 1425, secondo comma, c.c. determina l’annullamento degli atti compiuti dal soggetto che ne è colpito, è rappresentata da ogni stato psichico abnorme, anche se improvviso e transitorio e non dovuto ad una tipica infermità mentale o a un vero e proprio processo patologico, che provochi un notevole o totale decadimento delle facoltà intellettive o volitive, tale da impedire od ostacolare una seria valutazione degli atti stessi o la formazione di una volontà cosciente. – Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, Sentenza 12 ottobre 1985, n. 4955
Effetti del contratto concluso dall’incapace – Poiché i contratti conclusi da persone incapaci (nella specie: minori) non sono nulli, ma soltanto annullabili, essi producono effetti giuridici fino a quando non vengono annullati a istanza degli stessi incapaci o di coloro che per essi sono legittimati all’azione di annullamento, senza che a tal fine sia necessaria la convalida, che serve soltanto ad assicurare la definitiva validità del contratto, paralizzando l’azione di annullamento eventualmente esercitata prima che si compia il termine di prescrizione quinquennale previsto dall’art. 1442 cod. civ. – Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, Sentenza 22 dicembre 1984, n. 6666
Concetto di incapacità naturale – Malattia – Per l’annullamento del contratto a norma dell’art. 428 cod. civ., non è necessaria la sussistenza di una malattia che annulli, in modo totale ed assoluto, le facoltà psichiche del soggetto, ma è sufficiente un perturbamento psichico anche se transitorio e non dipendente da una precisa forma patologica, purché tale da menomare gravemente, pur senza escluderle, le facoltà intellettive del soggetto medesimo, in modo da impedirgli o da ostacolargli una seria valutazione dei propri atti e la formazione di una cosciente volontà. – Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, Sentenza 4 novembre 1983, n. 6506