Valore delle cause relative a beni immobili
Articolo 15 codice di procedura civile
Cause relative a beni immobili
Il valore delle cause relative a beni immobili è determinato moltiplicando il reddito dominicale del terreno e la rendita catastale del fabbricato alla data della proposizione della domanda:
per duecento per le cause relative alla proprietà;
per cento per le cause relative all’usufrutto, all’uso, all’abitazione, alla nuda proprietà e al diritto dell’enfiteuta;
per cinquanta con riferimento al fondo servente per le cause relative alle servitù.
Il valore delle cause per il regolamento di confini si desume dal valore della parte di proprietà controversa, se questa è determinata; altrimenti il giudice lo determina a norma del comma seguente.
Se per l’immobile all’atto della proposizione della domanda non risulta il reddito dominicale o la rendita catastale, il giudice determina il valore della causa secondo quanto emerge dagli atti; e se questi non offrono elementi per la stima, ritiene la causa di valore indeterminabile.
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(1) Il presente articolo è stato così sostituito dall’art. 7, L. 30.07.1984, n. 399, in vigore dal 29.11.1984.
Cause concernenti il mancato rispetto delle distanze legali tra immobili
Le cause concernenti il mancato rispetto delle distanze legali tra immobili sono assimilate a quelle relative alle servitù, poiché l’azione esercitata consiste sostanzialmente in una negatoria. A norma dell’art. 15 c.p.c., pertanto, ai fini della competenza, il loro valore va determinato moltiplicando per cinquanta il reddito dominicale del terreno o la rendita catastale del fabbricato in cui si assume essere avvenuta la violazione. Cassazione Civile, Sezione 6-2, Ordinanza 17-12-2019, n. 33457
Liquidazione dei compensi del difensore – Causa concernente l’accertamento dell’esistenza di una servitù di passaggio
In tema di liquidazione dei compensi del difensore, il valore della causa concernente l’accertamento dell’esistenza di una servitù di passaggio va determinato sulla base dei criteri stabiliti dall’art. 15 c.p.c. ed alla luce dell’oggetto delle domande della parti, non potendo attribuirsi autonoma rilevanza alla domanda di inibitoria contestualmente avanzata, poiché ricompresa nell’azione a difesa della servitù, e dovendosi ritenere il procedimento possessorio svoltosi nel corso del giudizio anch’esso sottoposto, per analogia, alla disposizione sopra indicata. In particolare, il giudice può considerare la lite di valore indeterminabile solo dopo avere verificato gli atti processuali, essendo ininfluente la posizione assunta sul punto dalle parti, e ciò pure ove il reddito dominicale e la rendita catastale del fondo non siano stati indicati nell’atto di citazione e l’attore abbia qualificato la lite come di valore indeterminabile o non abbia contestato l’affermazione in tal senso dei convenuti. Cassazione Civile, Sezione 2, Ordinanza 17-4-2019, n. 10755
Liquidazione dei compensi del difensore – Causa concernente la ricostituzione del tracciato soggetto a servitù di transito
In tema di liquidazione dei compensi del difensore, il valore della causa concernente la ricostituzione del tracciato soggetto a servitù di transito istituita per contratto e l’ottemperanza del titolare del fondo servente alle previsioni negoziali è stabilito ai sensi dell’art. 15 c.p.c. Ne consegue che tale valore, ove non sia determinabile alla luce del reddito dominicale, va ricostruito sulla base degli atti o, in mancanza di elementi utili, deve ritenersi indeterminabile, secondo il disposto dell’ultimo comma del citato art. 15, non venendo in considerazione il solo ammontare dell’indennità ed i costi necessari per realizzare il percorso. Cassazione Civile, Sezione 2, Ordinanza 29-11-2018, n. 30929
Servitù
La servitù, come “qualitas fundi” vantaggiosa per il fondo dominante e svantaggiosa per quello servente, investe ogni singola parte dell’uno e dell’altro, sicché, anche quando essa si eserciti su una determinata porzione dell’immobile, questo deve considerarsi gravato nella sua interezza; pertanto, al fine di determinare la competenza “ratione valoris” ex art. 15 c.p.c., in cause in tema di servitù, occorre aver riguardo al valore dell’intero fondo servente e non a quello del peso destinato ad incidere sul bene per effetto della servitù e neppure a quello della singola porzione di esso direttamente interessata dal peso, a meno che non si tratti di una porzione autonomamente identificabile e distinta rispetto alle parti rimanenti. Cassazione Civile, Sezione 2, Sentenza 29-12-2016, n. 27356
Regolamento di confini – Eccezione di incompetenza per valore del giudice adito – Onere della prova relativo
La parte che, convenuta in giudizio con azione per il regolamento dei confini, eccepisca l’incompetenza per valore del giudice adito, ha l’onere, ai sensi dell’art. 15 cod. proc. civ., di provare l’entità del reddito dominicale dell’immobile in contestazione o la relativa rendita catastale; in difetto di tale prova, la relativa eccezione è inammissibile. Cassazione Civile, Sezione 2, Sentenza 28-5-2010, n. 13122
Cause relative ad apposizione di termini
Ai sensi dell’art. 7, comma terzo n.1), cod. proc. civ., il giudice di pace è competente, senza limite di valore, per le cause relative ad apposizione di termini ed osservanza delle distanze stabilite dalla legge, dai regolamenti e dagli usi riguardo al piantamento degli alberi e delle siepi, sempre che non sorga controversia sulla proprietà o sui confini, atteso che, in questo caso, rientrando la causa tra quelle relative a beni immobili, la competenza va determinata sulla base del valore della parte controversa dell’immobile, ai sensi dell’art.15 cod. proc. civ. Cassazione Civile, Sezione 2, Sentenza 12-1-2006, n. 451
Criterio sussidiario di determinazione del valore della controversia, previsto dal terzo comma
Nelle cause relative a beni immobili il criterio sussidiario di determinazione del valore della controversia, previsto dal terzo comma dell`art. 15 cod. proc. civ. e concernente la determinazione del valore secondo quanto risulta dagli atti, può essere utilizzato soltanto qualora il convenuto, che eccepisce l`incompetenza per valore e sul quale grava il relativo onere, alleghi e provi che il reddito dominicale o la rendita catastale, relativi all`immobile e che l`attore non è tenuto ad indicare, sono difformi da quelli presupposti per radicare la competenza del giudice adito (e sempre che lo stesso convenuto non provi l`esistenza di un reddito o di una rendita, di per sè idonei ad escludere la competenza del giudice adito), oppure qualora il convenuto alleghi e provi che l`immobile non è censito per esenzione o per altra causa (sulla base di tali principi la Suprema Corte ha deciso che ingiustificatamente un tribunale si era spogliato della competenza a favore del pretore, dopo avere ritenuto, pur in difetto di assolvimento da parte del convenuto del detto onere di allegazione e prova, di dover determinare il valore del terreno oggetto della lite in base alle risultanze degli atti, costituite dal prezzo per cui era stato compravenduto). Cassazione Civile, Sezione 2, Sentenza 25-3-1999, n. 2827