Roma, Via Valadier 44 (00193)
o6.6878241
avv.fabiocirulli@libero.it

Art. 2728 cc – Prova contro le presunzioni legali

Richiedi un preventivo

Articolo 2728 codice civile

Prova contro le presunzioni legali

Le presunzioni legali dispensano da qualunque prova coloro a favore dei quali esse sono stabilite.

Contro le presunzioni sul fondamento delle quali la legge dichiara nulli certi atti o non ammette l’azione in giudizio non può essere data prova contraria, salvo che questa sia consentita dalla legge stessa.


 

Giurisprudenza:

Referto del pronto soccorso di ospedale pubblico – Natura di atto pubblico assistito da fede privilegiata

Il referto del pronto soccorso di una struttura ospedaliera pubblica è atto pubblico assistito da fede privilegiata e, come tale, fa piena prova sino a querela di falso della provenienza dal pubblico ufficiale che lo ha formato, delle dichiarazioni rese al medesimo, e degli altri fatti da questi compiuti o che questi attesti avvenuti in sua presenza restando, invece, non coperte da fede privilegiata le valutazioni, le diagnosi o, comunque, le manifestazioni di scienza o di opinione in essa espresse. Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 16-9-2022, n. 27288

Accertamento tributario – Procedura di accertamento tributario standardizzato mediante l’applicazione dei parametri o degli studi di settore

La procedura di accertamento tributario standardizzato mediante l’applicazione dei parametri o degli studi di settore costituisce un sistema di presunzioni semplici, la cui gravità, precisione e concordanza non è “ex lege” determinata dallo scostamento del reddito dichiarato rispetto agli “standards” in sé considerati – meri strumenti di ricostruzione per elaborazione statistica della normale redditività – ma nasce solo in esito al contraddittorio da attivare obbligatoriamente, pena la nullità dell’accertamento, con il contribuente. In tale sede, quest’ultimo ha l’onere di provare, senza limitazione alcuna di mezzi e di contenuto, la sussistenza di condizioni che giustificano l’esclusione dell’impresa dall’area dei soggetti cui possono essere applicati gli “standards” o la specifica realtà dell’attività economica nel periodo di tempo in esame, mentre la motivazione dell’atto di accertamento non può esaurirsi nel rilievo dello scostamento, ma deve essere integrata con la dimostrazione dell’applicabilità in concreto dello “standard” prescelto e con le ragioni per le quali sono state disattese le contestazioni sollevate dal contribuente. L’esito del contraddittorio, tuttavia, non condiziona l’impugnabilità dell’accertamento, potendo il giudice tributario liberamente valutare tanto l’applicabilità degli “standards” al caso concreto, da dimostrarsi dall’ente impositore, quanto la controprova offerta dal contribuente che, al riguardo, non è vincolato alle eccezioni sollevate nella fase del procedimento amministrativo e dispone della più ampia facoltà, incluso il ricorso a presunzioni semplici, anche se non abbia risposto all’invito al contraddittorio in sede amministrativa, restando inerte, nel qual caso, però, egli assume le conseguenze di questo suo comportamento, in quanto l’Ufficio può motivare l’accertamento sulla sola base dell’applicazione degli “standards”, dando conto dell’impossibilità di costituire il contraddittorio con il contribuente, nonostante il rituale invito, ed il giudice può valutare, nel quadro probatorio, la mancata risposta all’invito. Cassazione Civile, Sezione Tributaria, Ordinanza 18-8-2022, n. 24931

 

Tributi erariali indiretti – Imposta di registro – Cessione di azienda – Prova ‘indiretta’

Ai fini della registrazione d’ufficio ai sensi dell’art. 15, comma 1, lett. d), del d.P.R. n. 131 del 1986, la prova “indiretta” dell’esistenza di un contratto verbale di cessione di azienda può essere fondata sulla presunzione legale (art. 2728 c.c.) data da cambiamenti relativi alla ditta, all’insegna o alla titolarità dell’esercizio dell’impresa nonostante la continuazione della medesima attività commerciale nello stesso locale (o in parte di esso) oppure – senza che la stabile permanenza dei beni strumentali nei locali originari dell’impresa costituisca presupposto imprescindibile per il riconoscimento di un effettivo trasferimento della titolarità dell’azienda – può essere desunta da indizi, connotati dai requisiti di gravità, precisione e concordanza (ex art. 2729 c.c.), come tali idonei a dimostrare il trasferimento del complesso aziendale anche in caso di continuazione dell’impresa da parte del cessionario in altri locali. Cassazione Civile, Sezione Tributaria, Ordinanza 15-7-2022, n. 22327

 

Locazione immobiliare – Presunzione ex art. 1590, comma 2, c.c. – Prova contraria

La presunzione di cui all’art. 1590, comma 2, c.c., secondo la quale, in mancanza di descrizione delle condizioni dell’immobile alla data della consegna, si presume che il conduttore abbia ricevuto la cosa in buono stato locativo, può essere vinta solo attraverso una prova rigorosa. (In applicazione del principio, la S.C. ha cassato con rinvio la sentenza impugnata che aveva rigettato la domanda di risoluzione per inadempimento di un contratto di affitto di fondo rustico, sul presupposto che non potesse essere attribuita con certezza all’affittuario la responsabilità per il danneggiamento dei muretti e per la sottrazione del pietrisco e degli alberelli, non essendo dato conoscere lo stato dei luoghi al momento della stipula del contratto). Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 15-4-2022, n. 12384

 

Intermediazione finanziaria Obblighi informativi gravanti sull’intermediario finanziario

In tema di intermediazione finanziaria, gli obblighi informativi gravanti sull’intermediario finanziario sono preordinati al fine di favorire scelte realmente consapevoli da parte dell’investitore, sussistendo pertanto una presunzione legale in ordine alla esistenza del nesso causale fra inadempimento informativo e pregiudizio all’investitore, in relazione alla quale l’intermediario può offrire prova contraria che, però, non può consistere nella dimostrazione di una generica propensione al rischio del cliente, desunta da scelte pregresse intrinsecamente rischiose, poiché anche l’investitore speculativamente orientato, e disponibile ad assumere rischi elevati, deve poter valutare la sua scelta nell’ambito di tutte le opzioni dello stesso genere offerte dal mercato, alla luce dei fattori di rischio che l’intermediario gli deve segnalare. (Nella specie, la S.C. ha confermato la sentenza impugnata, che aveva ritenuto esistente la menzionata prova contraria, avendo gli investitori acquistato, in un momento successivo e presso un altro intermediario, gli stessi titoli rispetto ai quali avevano lamentato il danno da inadempimento degli obblighi informativi). Cassazione Civile, Sezione 1, Ordinanza 11-11-2021, n. 33596

 

Strade strade comunali – Presunzione di demanialità

La presunzione di demanialità delle strade rientranti nel territorio comunale, di cui all’art. 22 della l. n. 2248 del 1865, ha carattere relativo, e pertanto, ai sensi dell’art. 2728 c.c., dispensa dalla prova colui che intenda giovarsene, onerando la controparte della prova contraria. Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 6-10-2021, n. 27054

 

Contributi assicurativi – Diritto alla maggiorazione contributiva da esposizione all’amianto

Ai fini della decorrenza della prescrizione del diritto al riconoscimento dei benefici previdenziali previsti dall’art. 13, comma 8, della l. n. 257 del 1992 per l’esposizione ad amianto, non sussiste la presunzione assoluta di conoscenza dell’atto ministeriale di indirizzo e coordinamento, con il quale il Ministero del lavoro riconosce l’esposizione qualificata di tutti gli addetti operanti in determinati reparti, né può presumersi la conoscenza da parte del lavoratore di avere svolto la sua attività in stabilimento o in reparto con nota esposizione quotidiana alle emissioni di amianto, rientrante tra quelli indicati nell’atto di indirizzo, non esistendo alcun riferimento normativo che confermi la ricorrenza di una presunzione legale, assoluta o relativa, in ordine a tali due circostanze.(In attuazione del predetto principio, la S.C. ha cassato la pronuncia di merito che aveva dichiarato la prescrizione decennale del diritto del lavoratore ad ottenere il riconoscimento dei benefici previdenziali da amianto con decorrenza dalla data dell’atto ministeriale che riconosceva l’esposizione qualificata di tutti gli addetti operanti nel reparto oligofrene dello stabilimento, in cui prestava le sue funzioni il lavoratore, ritenendo presunta la conoscenza dell’atto di indirizzo e notoria l’appartenenza del reparto tra quelli indicati nell’atto di indirizzo). Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Ordinanza 3-12-2020, n. 27761

 

Violazione della prescrizione sulle distanze tra le costruzioni – Risarcimento del danno

La violazione della prescrizione sulle distanze tra le costruzioni, attesa la natura del bene giuridico leso, determina un danno in “re ipsa”, con la conseguenza che non incombe sul danneggiato l’onere di provare la sussistenza e l’entità concreta del pregiudizio patrimoniale subito al diritto di proprietà, dovendosi, di norma, presumere, sia pure “iuris tantum”, tale pregiudizio, fatta salva la possibilità per il preteso danneggiante di dimostrare che, per la peculiarità dei luoghi o dei modi della lesione, il danno debba, invece, essere escluso. Cassazione Civile, Sezione 6-2, Ordinanza 9-11-2020, n. 25082

 

Lavoro irregolare – Dichiarazioni rese dai lavoratori nel corso dell’ispezione

In tema di lavoro irregolare, le dichiarazioni rese dai lavoratori nel corso dell’ispezione hanno valore indiziario, sicché, in assenza di riscontri offerti dal contribuente, possono essere inidonee a superare la presunzione relativa alla durata dei rapporti di lavoro oggetto di verifica, la quale è “funzionale all’esigenza di garantire l’effettività della sanzione di cui al d.l. n. 12 del 2002, senza porre a carico dell’amministrazione l’onere di fornire tutte le volte la prova della reale durata del rapporto irregolare” (Corte Cost. n. 144 del 2005). Cassazione Civile, Sezione Tributaria, Ordinanza 28-10-2020, n. 23699

 

Validità della presunzione – Requisiti

Una presunzione giuridicamente valida non può fondarsi su dati meramente ipotetici, ma, trattandosi di una deduzione logica, deve essere desunta da fatti certi sulla base di massime di esperienza o dell'”id quod plerumque accidit”; al contrario, la congettura è una mera supposizione che si ricava da fatti incerti in via di semplice ipotesi. Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 28-9-2020, n. 20342