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Art. 2909 cc – Cosa giudicata

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Codice Civile

Articolo 2909 codice civile

Cosa giudicata

L’accertamento contenuto nella sentenza passata in giudicato fa stato a ogni effetto tra le parti, i loro eredi o aventi causa.

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E’ manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale del presente articolo nella parte in cui prevede che sentenze passate in giudicato e pronunciate secondo equità dal giudice conciliatore abbiano efficacia vincolante in successivi giudizi vertenti sul medesimo fatto da decidersi secondo diritto (C.cost. 18.05.1989, n. 258).


 

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Giurisprudenza:

Formazione del giudicato – Condizioni – Il giudicato si forma anche sulla qualificazione giuridica data dal giudice all’azione quando essa ha formato oggetto di contestazione e sul punto deciso la parte interessata non ha proposto impugnazione. (Nella specie, la S.C. ha statuito che, nel giudizio di cassazione, la domanda risarcitoria dell’attore non poteva essere riqualificata ex art. 144 cod. ass., poiché sulla qualificazione ex art. … continua a leggere Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 12-6-2023, n. 16603

 

Giudicato interno sulla qualificazione della fattispecie come fatto illecito ai sensi dell’art. 2043 cc – Il giudicato interno sulla qualificazione della fattispecie come fatto illecito ai sensi dell’art. 2043 c.c. si forma, in mancanza di impugnazione incidentale, soltanto se su tale questione sia insorta controversia, potendo altrimenti il giudice d’appello qualificare il rapporto dedotto in giudizio in modo diverso rispetto alla prospettazione delle parti o alla ricostruzione del giudice di primo grado. (In applicazione di tale principio, la S.C. ha escluso che sulla qualificazione della responsabilità dell’ente locale per un sinistro provocato da un animale selvatico, che aveva improvvisamente attraversato la strada, si fosse formato il giudicato interno, atteso che … continua a leggere Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 8-5-2023, n. 12159

 

Esecuzione forzata – Titolo esecutivo non giudiziale impugnato giudizialmente – Opposizione all’esecuzione – Motivi deducibili – Nel giudizio di opposizione all’esecuzione promossa in base a titolo esecutivo non giudiziale, ma impugnato giudizialmente, possono essere dedotti esclusivamente fatti e questioni sopravvenuti rispetto alla formazione del titolo, come tali non già deducibili nel giudizio di impugnazione dello stesso, determinandosi, altrimenti, la violazione del principio del “ne bis idem” ed eventualmente anche quello della certezza del diritto attraverso un possibile contrasto di giudicati. (Nella specie, la S.C. ha confermato la pronuncia della Corte territoriale che aveva dichiarato l’inammissibilità dell’opposizione all’esecuzione esattoriale fondata su sanzione amministrativa irrogata dalla Consob, affermando che la questione dell’estensione retroattiva del trattamento sanzionatorio più mite, introdotto con il d.lgs. n. 72 del 2015, era stata … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 22-3-2023, n. 8220

 

Azione revocatoria ordinaria – Accertamento giudiziale di insussistenza del “consilium fraudis” – Efficacia di giudicato in un diverso giudizio avente ad oggetto altro atto di disposizione tra le stesse parti – Esclusione – In tema di azione revocatoria, l’accertamento giudiziale di insussistenza del “consilium fraudis”, contenuto in una sentenza, non ha efficacia di giudicato in un diverso giudizio avente ad oggetto altro atto di disposizione tra le stesse parti, in ragione della diversità dei rapporti dedotti nei due giudizi, dovendo l’elemento soggettivo essere … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 24-3-2023, n. 8445

 

Efficacia riflessa del giudicato – Sale and lease back – La sentenza passata in giudicato ha un’efficacia diretta tra le parti, i loro eredi ed aventi causa e una riflessa, poiché, quale affermazione oggettiva di verità, produce conseguenze giuridiche anche nei confronti di soggetti rimasti estranei al processo in cui è stata resa, se titolari di diritti dipendenti dalla (o comunque subordinati alla) situazione definita in quella lite; pertanto, in ipotesi di collegamento negoziale, il giudicato formatosi sulla nullità di uno dei contratti collegati riverbera i suoi effetti anche sugli altri che, seppure intercorsi tra soggetti diversi, siano strettamente interdipendenti e collegati, tanto da poter essere considerati come un’unica complessa e contestuale operazione. (Nella specie, la S.C. ha ritenuto che il passaggio in giudicato della declaratoria di nullità del contratto qualificato come fattispecie di “sale and lease back” riverberasse i suoi effetti anche sui … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 21-2-2023, n. 5377

 

Giudicato esterno – Rilevabilità d’ufficio in sede di legittimità – Nel giudizio di cassazione, l’esistenza del giudicato esterno è, al pari di quella del giudicato interno, rilevabile d’ufficio, non solo qualora emerga da atti comunque prodotti nel giudizio di merito, ma anche nell’ipotesi in cui il giudicato si sia formato successivamente alla pronuncia della sentenza impugnata. Si tratta infatti di un elemento che non può essere incluso nel fatto, in quanto, pur non identificandosi con gli elementi normativi astratti, è ad essi assimilabile, essendo destinato a fissare la regola del caso concreto, partecipando quindi della natura dei comandi giuridici, la cui interpretazione non si … continua a leggereCassazione Civile, Sezione Lavoro, Ordinanza 21-4-2022, n. 12754

 

Giudicato esterno – Eccezione – Onere probatorio dell’eccipiente – Allegazione della sentenza con il passaggio in giudicato – La parte che eccepisce il giudicato esterno ha l’onere di fornirne la prova, non soltanto producendo la sentenza emessa in altro procedimento, ma anche corredandola della idonea certificazione ex art. 124 disp. att. c.p.c., dalla quale risulti che la stessa non è soggetta ad impugnazione, non potendosi ritenere che la mancata contestazione di controparte sull’affermato passaggio in giudicato significhi ammissione della circostanza, né che sia onere della … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 1, Ordinanza 2-3-2022, n. 6868

 

Prescrizione del diritto azionato – Appello – Diversa qualificazione della domanda e differente termine prescrizionale – Giudicato interno sulla decorrenza del termine – Esclusione – In materia di impugnazione, quando la domanda è rigettata in primo grado in applicazione del termine di prescrizione correlato alla sua qualificazione giuridica, se il giudice d’appello procede d’ufficio ad una diversa qualificazione della stessa, alla quale è riferibile un differente termine prescrizionale, non opera il giudicato interno sul termine di prescrizione individuato dal primo giudice in correlazione alla qualificazione originaria della domanda. Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Ordinanza 22-2-2022, n. 5819

 

Sentenza passata in giudicato costituente titolo esecutivo – Interpretazione del giudice dell’opposizione – Censurabilità in cassazione – L’interpretazione del titolo esecutivo, consistente in una sentenza passata in giudicato, compiuta dal giudice dell’opposizione all’esecuzione o agli esecutivi, è sindacabile in sede di legittimità, sotto il profilo della violazione della norma di legge sul giudicato sostanziale (art. 2909 c.c.), risolvendosi in una questione di diritto, e non di fatto, allorquando il giudicato costituisca il parametro di legittimità dell’azione esecutiva intrapresa o dello stesso processo esecutivo, in quanto la fonte del diritto applicabile alla fattispecie, una volta intervenuto il giudicato, è l’accertamento in esso contenuto e non la legge generale ed astratta. Cassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza 21-2-2022, n. 5633

 

Giudizio sulla nullità di un contratto – Esclusione – Nuovo giudizio sulla nullità del medesimo contratto sotto altro profilo – Preclusioni – Il giudizio sulla insussistenza di una causa di nullità del contratto preclude la possibilità di invocare, in un diverso giudizio, la nullità del medesimo contratto sotto altro profilo, atteso che la domanda di nullità contrattuale è pertinente ad un diritto autodeterminato, individuato indipendentemente dallo specifico vizio dedotto in giudizio, ed il giudicato, coprendo il dedotto e il deducibile, si estende anche all’insussistenza di cause di invalidità diverse da quelle fatte valere nel processo definito con sentenza irrevocabile (c.d. giudicato per implicazione discendente). Cassazione Civile, Sezione 2, Ordinanza 14-2-2022, n. 4717

 

Effetti del giudicato (preclusioni) giudicato sostanziale – Condizioni – Enunciazione di puro diritto – La preclusione per effetto di giudicato sostanziale può scaturire solo da una statuizione che abbia attribuito o negato “il bene della vita” preteso e non anche da una pronuncia che non contenga statuizioni al riguardo, pur se essa risolva questioni giuridiche strumentali rispetto all’attribuzione del bene controverso. (Nella specie, la S.C. ha ritenuto che fosse insuscettibile di passare in giudicato l’enunciazione di puro diritto con cui il giudice del merito aveva escluso che l’inefficacia di una donazione, dichiarata ex art. 64 l. fall., impedisse l’estinzione per consolidazione del diritto di usufrutto che ne formava oggetto). Cassazione Civile, Sezione 1, Sentenza 17-1-2022, n. 1252

 

Imposta di registro – Qualificazione giuridica del negozio – Separato giudizio relativo ad imposta ipotecaria e catastale – Efficacia esterna del giudicato – In tema di imposta di registro, l’intervenuto giudicato afferente alla qualificazione giuridica del negozio è opponibile nel separato giudizio avente a oggetto la determinazione dell’imposta ipotecaria e catastale inerente al medesimo negozio, attesa la comunanza del presupposto impositivo per la determinazione delle imposte tra loro connesse. Cassazione Civile, Sezione Tributaria, Ordinanza 12-1-2022, n. 722

 

Potestà dei genitori provvedimenti meramente attuativi dell’affidamento dei figli minori – Ricorribilità per cassazione – Esclusione – In materia di separazione personale, i provvedimenti aventi ad oggetto le modalità concrete del mero collocamento dei figli minori in regime di affidamento condiviso ovvero presso uno dei genitori affidatari non sono ricorribili per cassazione, non potendo riconoscersi alla relativa statuizione, priva di attitudine al giudicato in quanto modificabile in ogni momento a prescindere dalla sopravvenienza di fatti nuovi, i caratteri della decisorietà e definitività ai fini della proponibilità del mezzo di ricorso ex art. 111, comma 7, Cost. Cassazione Civile, Sezione 1, Ordinanza 11-1-2022, n. 614

 

Giudicato penale – Prove raccolte in giudizio penale – Autonoma valutazione delle prove e nella qualificazione dei fatti nel giudizio civile – Il nostro ordinamento non è ispirato al principio dell’unità della giurisdizione e della prevalenza del giudizio penale su quello civile, avendo il legislatore instaurato un sistema di completa autonomia e separazione fra i due giudizi, in virtù del quale è consentito al processo civile, ad eccezione di alcune particolari e limitate ipotesi di sua sospensione ex art. 75, comma 3, c.p.p., di proseguire il suo corso senza essere influenzato da quello penale ed è imposto al giudice civile di procedere ad un autonomo accertamento dei fatti e della responsabilità civile con pienezza di cognizione, senza essere vincolato alle soluzioni e alle qualificazioni del giudice penale, sicché, anche in presenza di un giudicato penale, non ha l’obbligo di esaminare e valutare le prove e le risultanze acquisite nel processo penale come fonte del proprio convincimento. Cassazione Civile, Sezione 2, Ordinanza 30-12-2021, n. 42028

 

Pluralità di giudizi tra le stesse parti relativi al medesimo rapporto giuridico – Definizione di uno dei giudizi con sentenza passata in giudicato – Giudicato esterno – Domanda di parte – Necessità – Esclusione – Qualora due giudizi tra le stesse parti si riferiscano al medesimo rapporto giuridico ed uno di essi sia stato definito con sentenza passata in giudicato, l’accertamento così compiuto in ordine alla soluzione di questioni di fatto e di diritto relative ad un punto fondamentale comune ad entrambe le cause, formando la premessa logica indispensabile della statuizione contenuta nel dispositivo della sentenza, preclude il riesame dello stesso punto accertato e risolto, senza che, ai fini della formazione del giudicato esterno sullo stesso, sia necessaria una domanda di parte volta ad ottenere la decisione di una questione pregiudiziale con efficacia di giudicato, atteso che la previsione dell’art. 34 c.p.c. si riferisce alla sola pregiudizialità in senso tecnico e non già a quella in senso logico giuridico.(In applicazione del principio, la S.C. ha ritenuto coperto da giudicato, pur in assenza della relativa eccezione, l’accertamento del contenuto di una convenzione, contenente il richiamo all’art. 2112 c.c., avente per oggetto la garanzia dei lavoratori ad essere riassunti da un Comune). Cassazione Civile, Sezione L, Ordinanza 29-12-2021, n. 41895

 

Indennità per miglioramenti ed addizioni – Giudicato formatosi sulla demolizione delle opere realizzate dal possessore – Il diritto all’indennità per i miglioramenti arrecati alla cosa ed esistenti al tempo della restituzione si correla all’incremento attuale ed effettivo che si verifica nel patrimonio del proprietario attore in rivendicazione; ne consegue che il giudicato formatosi sulla demolizione delle opere realizzate dal possessore si riverbera sulla spettanza dell’indennizzo, in considerazione della precarietà dell’aumento di valore conseguito dal fondo rivendicato. Cassazione Civile, Sezione 2, Sentenza 14-12-2021, n. 39917

 

Rito del lavoro – Difetto di legittimazione passiva – Nel rito del lavoro, il difetto di legittimazione passiva (nella specie, dell’INAIL, a fronte di una domanda di risarcimento del danno cagionato dal diniego della certificazione di avvenuta esposizione ad amianto) è rilevabile anche d’ufficio, in ogni stato e grado del processo, salvo il limite del giudicato interno, che non è configurabile, neppure in forma implicita, nella fattispecie cd. di assorbimento improprio, dovuta alla decisione sulla base di una ragione più liquida, ossia quando dalla motivazione della sentenza risulti che l’evidenza di una soluzione abbia assorbito ogni altra valutazione ed indotto il giudice a decidere il merito “per saltum” rispetto all’ordine delle questioni di cui all’art. 276, comma 2, c.p.c. Cassazione Civile, Sezione L, Ordinanza 21-12-2021, n. 41019

 

Decreto ingiuntivo passato in giudicato – Nuovo giudizio – Il decreto ingiuntivo divenuto inoppugnabile, che abbia ad oggetto la condanna al pagamento di prestazioni fondate su un contratto a monte, preclude all’intimato la possibilità di invocare, in un diverso giudizio, la nullità del contratto o di specifiche sue clausole, atteso che il giudicato, coprendo il dedotto e il deducibile, si estende anche all’insussistenza di cause di invalidità (c.d. giudicato per implicazione discendente), ancorché diverse da quelle fatte valere nel processo definito con sentenza irrevocabile. Cassazione Civile, Sezione 2, Sentenza 4-11-2021, n. 31636

 

Obbligazioni contributive – In tema di obbligazioni contributive, la diversità dei periodi di debenza, pur nella identità dei termini di riferimento e di connotazione del rapporto, basta a far configurare quali diversi i rapporti contributivi ad essi afferenti, sicché il giudice non può stabilire, con efficacia di giudicato, che le norme sottoposte al suo esame debbano essere interpretate nel senso che anche per il futuro l’obbligo contributivo si atteggi in un determinato modo, in quanto per questa parte giudicherebbe di un rapporto del quale non si sono ancora realizzati tutti i presupposti. Cassazione, Civile, Sezione Lavoro, Ordinanza 29-10-2021, n. 30853

 

Società di persone – Efficacia della sentenza nei creditori della società e del socio – Il curatore del fallimento della società di persone è legittimato ad esperire l’azione revocatoria contro gli atti di disposizione del socio illimitatamente responsabile fallito, atteso che, nonostante la massa del fallimento della società sia distinta da quella del socio, l’accrescimento del patrimonio di quest’ultimo in conseguenza dell’accoglimento dell’azione produce risultati positivi anche a favore dei creditori della società, il cui credito si intende dichiarato per intero nel fallimento del socio ed è, pertanto, indifferente che il curatore promuova l’azione spendendo il nome del solo fallimento sociale o, viceversa, del solo fallimento del socio, posto che, in un caso o nell’altro, il passaggio in giudicato della sentenza emessa nel relativo giudizio fa stato nei confronti dei creditori di entrambe le masse. Cassazione, Civile, Sezione 6-1, Ordinanza 21-10-2021, n. 29284

 

Solidarietà tributaria – In tema di solidarietà tributaria, in virtù del limite apportato dal secondo comma dell’art. 1306 c.c. al principio enunciato nel primo comma, il contribuente solidale può invocare a suo favore la sentenza intervenuta fra il creditore e altro coobbligato solo quando sia rimasto estraneo al relativo giudizio; in caso contrario, la sentenza emessa nei confronti dei diversi debitori consta di distinte pronunce, in relazione all’autonomia ed indipendenza dei relativi rapporti obbligatori, con la conseguenza che il passaggio in giudicato dell’una, per difetto di impugnazione, rimane insensibile all’eventuale riforma o annullamento dell’altra, a prescindere dal carattere personale o meno delle relative eccezioni. Cassazione, Civile, Sezione Tributaria, Ordinanza 15-10-2021, n. 28267

 

Lavoro subordinato – Fatti o atti successivi al licenziamento illegittimo e idonei a risolvere il rapporto – L’ordine giudiziale di reintegrazione del lavoratore illegittimamente licenziato costituisce una condanna (generica) del datore all’adempimento degli obblighi derivanti dal rapporto di lavoro (e quindi ad adeguare la situazione di fatto a quella di diritto, rappresentata, senza identificarsi con essa, dalla riattivazione del normale presupposto dell’esecuzione del rapporto) ed altresì contiene l’accertamento dell’inidoneità del licenziamento ad estinguere il rapporto al momento in cui è intimato; accertamento questo che però non si estende anche ad intervalli di tempo successivi, sicché l’ordine di reintegrazione e la condanna al pagamento delle retribuzioni per il periodo successivo al recesso datoriale restano condizionati alla permanenza del rapporto dopo il licenziamento e alla possibile incidenza di ulteriori (e successivi) fatti o atti idonei a determinare la risoluzione del rapporto stesso. Consegue che – ove sia intervenuto, nelle more del giudizio e prima dell’ordine di reintegrazione, un secondo licenziamento intimato per ragioni diverse e per fatti successivi, non impugnato – il lavoratore non può far valere il giudicato formatosi in ordine all’illegittimità del primo licenziamento, assumendo che l’ordine di reintegrazione (emesso dopo il secondo licenziamento) contenga anche l’accertamento dell’attualità del rapporto. Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Ordinanza 12-10-2021, n. 27787

 

Violazione del divieto di indebito frazionamento del credito – La violazione del divieto di indebito frazionamento del credito, costituendo una statuizione su una questione processuale, dà luogo ad un giudicato meramente formale e, come tale, ha un’efficacia preclusiva limitatamente al giudizio in cui è pronunciata; ne consegue che è possibile la riproposizione della medesima questione in un successivo giudizio tra le stesse parti e che in quest’ultimo giudizio possa essere diversamente risolta, con la dichiarazione della proponibilità della domanda. Cassazione Civile, Sezione 2, Ordinanza 9-9-2021, n. 24371

 

Giudicato intervenuto su una frazione del credito – L’eventuale giudicato formatosi su una frazione del complessivo credito non è idoneo a spiegare effetti sul successivo giudizio avente ad oggetto una diversa frazione del credito, non potendosi configurare né un giudicato interno, trattandosi di un diverso processo, né di un giudicato esterno o implicito, non relativo ad un rapporto presupposto, ma riguardando un’autonoma porzione del medesimo rapporto obbligatorio vertente tra le stesse parti. Cassazione Civile, Sezione 2, Ordinanza 18-8-2021, n. 23077

 

Accertamento tributario – Effetto preclusivo all’annullamento d’ufficio dell’atto impositivo – In tema di accertamento tributario, l’effetto preclusivo all’annullamento d’ufficio dell’atto impositivo (o alla rinuncia all’imposizione in caso di autoaccertamento) derivante dall’art. 2, comma 2, d.m. n. 37 del 1997 “per i motivi sui quali sia intervenuta sentenza passata in giudicato favorevole all’Amministrazione finanziaria” include sia quelli dedotti che quelli deducibili, o rimasti assorbiti, in relazione al medesimo oggetto e, pertanto, non soltanto le ragioni giuridiche e di fatto esercitate in giudizio, ma anche tutte le possibili questioni, proponibili in via di azione o eccezione, che, sebbene non dedotte specificamente, costituiscono precedenti logici, essenziali e necessari, della pronuncia, sicché l’atto impositivo la cui legittimità sia stata accertata con sentenza su cui si sia formato giudicato sia formale che sostanziale non è suscettibile di annullamento in autotutela da parte dell’Ufficio. Cassazione, Civile, Sezione Tributaria, Ordinanza 29-7-2021, n. 21698

 

Giudicato esterno formatosi a seguito di una sentenza della Corte di cassazione – Rilevabilità d’ufficio – Il giudicato esterno formatosi a seguito di una sentenza della Corte di cassazione è rilevabile d’ufficio anche nell’ipotesi in cui essa non sia stata versata in atti con la rituale certificazione di cui all’art. 124 disp. att. c.p.c.; l’accertamento del giudicato esterno non costituisce, infatti, patrimonio esclusivo delle parti, ma corrisponde ad un preciso interesse pubblico, volto ad evitare la formazione di giudicati contrastanti, in ossequio al principio del “ne bis in idem”. (Nella specie, la S.C., in un giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo avente ad oggetto il pagamento di oneri condominiali, ha dato rilievo, nonostante la sua mancata produzione in appello, ad una sentenza passata in giudicato, intervenuta anteriormente tra le stesse parti, che aveva … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 6-2, Ordinanza 11-6-2021, n. 16589

 

Azione del terzo per l’accertamento della proprietà di un bene condominiale – Litisconsorzio dei condomini – La domanda di un terzo estraneo al condominio, volta all’accertamento, con efficacia di giudicato, della proprietà esclusiva su di un bene condominiale ed al conseguente rilascio dello stesso in proprio favore, si deve svolgere in contraddittorio con tutti i condomini, stante la loro condizione di comproprietari dei beni comuni e la portata delle azioni reali, che incidono sul diritto “pro quota” o esclusivo di ciascun condomino, avente … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 2, Sentenza 14 febbraio 2018, n. 3575

 

Giudicato sostanziale – Estensione agli accertamenti di fatto inerenti questioni pregiudiziali in senso logico – Il giudicato sostanziale di cui all’art. 2909 c.c., il quale, come riflesso di quello formale previsto dall’art. 324 c.p.c., fa stato ad ogni effetto tra le parti quanto all’accertamento di merito, positivo o negativo, del diritto controverso, si forma soltanto su ciò che ha costituito oggetto della decisione, ricomprendendosi in esso anche gli accertamenti di fatto che abbiano rappresentato le premesse necessarie ed il fondamento logico-giuridico per l’emanazione della pronuncia, precludendo l’esame di quegli stessi elementi in un successivo giudizio quando l’azione ivi dispiegata abbia identici elementi costitutivi. (Nella specie, la S.C. ha escluso che, nell’ambito di un giudizio finalizzato a conseguire l’indennizzo assicurativo per il furto di un’autovettura, potesse ritenersi coperta dal giudicato, intervenuto in altro processo avente ad oggetto il risarcimento dei danni occorsi alla stessa autovettura in conseguenza di un sinistro verificatosi prima del furto, la circostanza della mancata riparazione del mezzo, non rappresentando l’accertamento della stessa premessa necessaria o … continua a leggere ►  Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 20-4-2017, n. 9954