Roma, Via Valadier 44 (00193)
o6.6878241
avv.fabiocirulli@libero.it

Art. 43 cc – Domicilio e residenza

Richiedi un preventivo

Codice Civile

Art. 43 codice civile

Domicilio e residenza

Il domicilio di una persona è nel luogo in cui essa ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi.

La residenza è nel luogo in cui la persona ha la dimora abituale.


 

Giurisprudenza:

Imposta sul reddito delle persone fisiche – Soggetti passivi cittadino italiano residente all’estero – Domicilio in Italia – In tema d’imposte sui redditi, ai sensi del combinato disposto degli artt. 2 T.U.I.R. e 43 c.c., deve considerarsi soggetto passivo il cittadino italiano che, pur risiedendo all’estero, stabilisca in Italia, per la maggior parte del periodo d’imposta, il suo domicilio, inteso come la sede principale degli affari ed interessi economici nonché delle relazioni personali, come desumibile da elementi presuntivi ed a prescindere dalla sua iscrizione all’AIRE. (Nella specie, la S.C. ha cassato la sentenza impugnata che, sulla base di elementi di fatto, quali l’uso di tariffe telefoniche a consumo e la presenza in Italia per vincoli familiari ed incarichi di docenza, aveva escluso la …continua a leggereCassazione Civile, Sezione Tributaria, Sentenza 11-10-2022, n. 29635

 

Illecita sottrazione internazionale – Accordo sulla residenza abituale del minore – Costituisce illecita sottrazione internazionale di minori, ai sensi della Convenzione dell’Aja del 25 ottobre 1980, il trasferimento o il mancato rientro di un minore ad opera di uno dei genitori, senza il consenso dell’altro, in un luogo di residenza diverso da quello stabilito come dimora abituale del figlio, in virtù di un accordo transattivo che disciplini altresì la titolarità e l’esercizio del diritto di custodia, sottoscritto nel corso di un procedimento giurisdizionale avanti al tribunale dello Stato europeo competente, potendo l’ordine di rientro del minore essere legittimamente rifiutato solo in presenza delle condizioni ostative di cui all’art. 13 della Convenzione dell’Aja consistenti o nel mancato esercizio del diritto di affidamento in sede di trasferimento o di rientro o nel fondato rischio di un pregiudizio per il minore. (Nella specie, la S.C. ha cassato il provvedimento del giudice di merito, che aveva negato si fosse verificata un’ipotesi di sottrazione di minori da parte della madre che aveva condotto la figlia in Italia, senza il consenso del padre, non ritenendo vincolante un accordo sottoscritto dai genitori nel corso di un procedimento per l’affidamento della figlia avanti al tribunale di Bruxelles – nel quale la residenza abituale della minore era stata fissata in Belgio presso il padre). Cassazione Civile, Sezione 1, Ordinanza 30-6-2021, n. 18602

 

Responsabilità genitoriale – Figli nati fuori dal matrimonio – Residenza abituale – In materia di esercizio della responsabilità genitoriale sui figli nati fuori dal matrimonio, il giudice territorialmente competente ad adottare i provvedimenti di cui all’art. 337 bis e ss., c.c., è quello del luogo in cui il minore ha la “residenza abituale” al momento della domanda, al cui accertamento concorrono una pluralità di indicatori da valutarsi anche in chiave prognostica, al fine di individuare, insieme al luogo idoneo a costituire uno stabile centro di vita ed interessi del minore, il giudice che, alle condizioni in essere al momento della domanda, possa dare migliore …continua a leggereCassazione Civile, Sezione 6-1, Ordinanza 7-6-2021, n. 15835

 

Accertamento delle imposte – Elezione del domicilio fiscale – Notifica avviso di accertamento – In tema di accertamento, ai sensi dell’art. 58 d.P.R. n. 600 del 1973, al dovere del contribuente di dichiarare un determinato domicilio o sede fiscale ed un determinato rappresentante legale, non corrisponde l’obbligo dell’Amministrazione finanziaria di verificare e controllare l’attualità e l’esattezza del domicilio eletto, sicché in caso di originaria difformità – non importa se per errore o per malizia – tra residenza anagrafica e domicilio indicato in dichiarazione dei redditi, la notificazione dell’avviso di accertamento perfezionata presso …continua a leggere ► Cassazione Civile, Sezione Tributaria, Ordinanza 20-5-2021, n. 13843

 

Accertamento della residenza fiscale in Italia di persona fisica iscritta all’A.I.R.E. – L’accertamento della residenza fiscale in Italia di persona fisica iscritta all’A.I.R.E. impone di verificare se essa abbia fissato o mantenuto il proprio domicilio in Italia e questo sia riconoscibile ai terzi, domicilio che, secondo la disciplina del codice civile, è da intendersi come stabile fissazione nel territorio dello Stato, per la maggior parte del periodo di imposta, del luogo della gestione dei propri interessi ed affari. Cassazione Civile, Sezione Tributaria, Ordinanza 4-5-2021, n. 11620

 

Verifica della residenza – La residenza della persona ex art. 43 c.c. è determinata dall’abituale e volontaria dimora in un determinato luogo, caratterizzata dalla permanenza per un periodo apprezzabile e dall’intenzione di abitarvi in modo stabile, rivelata dalle consuetudini di vita e dallo svolgimento delle normali relazioni sociali, familiari ed affettive. La verifica di tali requisiti, ai sensi dell’art. 19 d.P.R. n. 223 del 1989, deve avvenire da parte degli organi preposti con modalità che si concilino con l’esigenza di ogni cittadino di poter attendere alle proprie occupazioni, in virtù del principio di leale collaborazione, con l’onere a carico del richiedente di indicare, fornendone adeguata motivazione, i periodi in cui sarà certa la sua assenza dall’abitazione, sì da consentire al comune di …continua a leggereCassazione Civile, Sezione 1, Ordinanza 15-02-2021, n. 3841

 

Imposte sui redditi – Soggetto passivo – In tema d’imposte sui redditi, ai sensi del combinato disposto degli artt. 2 T.U.I.R. e 43 c.c., deve considerarsi soggetto passivo il cittadino italiano che, pur risiedendo all’estero, stabilisca in Italia, per la maggior parte del periodo d’imposta, il suo domicilio, inteso come la sede principale degli affari ed interessi economici nonché delle relazioni personali, come desumibile da elementi presuntivi ed …continua a leggereCassazione Civile, Sezione Tributaria, Sentenza 08-10-2020, n. 21694

 

Nomina dell’amministratore di sostegno – Giudice territorialmente competente – In tema di nomina dell’amministratore di sostegno, ai fini dell’individuazione del giudice territorialmente competente si presume la coincidenza della residenza effettiva e del domicilio con la residenza anagrafica dell’amministrando, salvo che risulti accertato non solo il concreto spostamento della sua dimora abituale o del centro principale dei suoi rapporti economici, morali, sociali e familiari, ma anche …continua a leggereCassazione Civile, Sezione 6-1, Ordinanza 17-09-2020, n. 19431

 

Beneficiario dell’amministrazione di sostegno in stato di detenzione – Nel caso in cui il beneficiario dell’amministrazione di sostegno si trovi in stato di detenzione in esecuzione di una sentenza definitiva di condanna, la competenza territoriale va riconosciuta al giudice del luogo in cui il detenuto aveva la sua dimora abituale prima dell’inizio dello stato detentivo, non potendo trovare applicazione il criterio legale che individua la residenza (con la quale coincide, salva prova contraria, la dimora abituale) nel luogo in cui è posta la sede principale degl’interessi e degli affari della persona, dal momento che, tale criterio, implicando il carattere volontario dello stabilimento, postula un elemento soggettivo la cui sussistenza resta esclusa per definizione nel caso in cui l’interessato, essendo sottoposto a pena detentiva, non possa fissare liberamente la propria dimora. Cassazione Civile, Sezione 6-1, Ordinanza 11-09-2020, n. 18943

 

Beneficiario dell’amministrazione di sostegno in stato di detenzione – Nel caso in cui il beneficiario dell’amministrazione di sostegno si trovi in stato di detenzione in esecuzione di una sentenza definitiva di condanna, la competenza territoriale va riconosciuta al giudice del luogo in cui il detenuto aveva la sua dimora abituale prima dell’inizio dello stato detentivo, non potendo trovare applicazione il criterio legale che individua la residenza (con la quale coincide, salva prova contraria, la dimora abituale) nel luogo in cui è posta la sede principale degl’interessi e degli affari della persona, dal momento che, tale criterio, implicando il carattere volontario dello stabilimento, postula un elemento soggettivo la cui sussistenza resta esclusa per definizione nel caso in cui l’interessato, essendo sottoposto a pena detentiva, non possa fissare liberamente la propria dimora. (Fattispecie relativa al reclamo proposto dal detenuto contro il provvedimento di cessazione dell’amministrazione di sostegno; la S.C. ha regolato la competenza in base alla residenza anteriore all’inizio della detenzione, non risultando il mutamento della sede principale degli affari e interessi per effetto della detenzione e, in particolare, per il trasferimento del ricorrente, intervenuto nel frattempo, ad altra casa di reclusione). Cassazione Civile, Sezione 6-1, Ordinanza 13-3-2020, n. 7241

 

ICI – Detrazione per l’abitazione principale – Dimora abituale del contribuente e dei familiari – In tema di ICI, ai fini della detrazione prevista per l’abitazione principale dall’art. 8 del d.lgs. n. 504 del 1992 (come modif. dall’art. 1, comma 173, lett. b, della l. n. 296 del 2006, con decorrenza dal 1° gennaio 2007), il contribuente, il quale dimori in un immobile di cui sia proprietario (o titolare di altro diritto reale), deve provare che esso costituisce dimora abituale non solo propria, ma anche dei suoi familiari; pertanto, ove intervenga separazione personale di fatto dei coniugi, il diritto al beneficio permane solo in favore del residuo nucleo familiare convivente nell’abitazione, non più identificabile con la casa coniugale. (Fattispecie in cui, a fronte di avvenuto trasferimento in altro Comune del coniuge della ricorrente, la S.C. ha confermato la gravata sentenza che, venuta meno la convivenza tra …continua a leggereCorte di Cassazione, Sezione Tributaria civile, Ordinanza 7 giugno 2019, n. 15439

 

Residenza fiscale del contribuente – Ai fini dell’individuazione della residenza fiscale del contribuente deve farsi riferimento al centro degli affari e degli interessi vitali dello stesso, dando prevalenza al luogo in cui la gestione di detti interessi è esercitata abitualmente in modo riconoscibile dai terzi, non rivestendo ruolo prioritario, invece, le relazioni affettive e familiari, le quali rilevano solo unitamente ad altri criteri attestanti univocamente il luogo col quale il soggetto ha il più stretto collegamento. Cassazione Civile, Sezione Tributaria, Ordinanza 20-12-2018, n. 32992

 

Decadenza potestà genitoriale – Genitori residenti in stati diversi – Giurisdizione – Residenza abituale del minore – In materia di decadenza dalla potestà genitoriale, qualora i genitori risiedano in Stati diversi, la competenza giurisdizionale deve essere individuata con riferimento al criterio della residenza abituale del minore al momento della proposizione della domanda, il cui accertamento si risolve in una “quaestio facti”, con valutazione da svolgersi anche in chiave prognostica, che può essere effettuata direttamente dalla Suprema Corte sulla base dei dati emergenti dagli atti processuali, occorrendo valorizzare circostanze quali la frequenza della scuola ed il conseguimento di un ottimo rendimento scolastico in un determinato …continua a leggereCorte di Cassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza 13 dicembre 2018, n. 32359

 

Domande inerenti la responsabilità genitoriale – Giurisdizionale – Residenza abituale del minore – Qualora nel giudizio di divorzio introdotto innanzi al giudice italiano siano avanzate domande inerenti la responsabilità genitoriale (nella specie, con riferimento al diritto di visita) ed il mantenimento di figli minori non residenti abitualmente in Italia, ma in altro stato membro dell’Unione Europea (nella specie, la Germania), la giurisdizione su tali domande spetta, rispettivamente ai sensi degli artt. 8, par. 1, del Regolamento CE n. 2201 del 2003 e 3 del Regolamento CE n. 4 del 2009, all’A.G. dello Stato di residenza abituale dei minori al momento della loro proposizione, dovendosi salvaguardare l’interesse superiore e preminente dei medesimi a che i provvedimenti che li riguardano siano adottati dal giudice più vicino al luogo di residenza effettiva degli stessi, nonché …continua a leggereCorte di Cassazione, Sezioni Unite civile, Ordinanza 27 novembre 2018, n. 30657

 

Imposte dirette – Persone iscritte nell’anagrafe della popolazione residente – In tema di imposte dirette, le persone iscritte nell’anagrafe della popolazione residente si considerano, in applicazione del criterio di cui all’art. 2 del d.P.R. n. 917 del 1986, residenti in Italia e, pertanto, assoggettate alla relativa tassazione per tutti i redditi, ovunque prodotti, non assumendo peraltro …continua a leggereCassazione Civile, Sezione Tributaria, Ordinanza 25 giugno 2018, n. 16634

 

Residenza anagrafica – Presupposti. La residenza di una persona, secondo la previsione dell’articolo 43 c.c. e Decreto del Presidente della Repubblica n. 223 del 1989, articolo 3, è determinata dall’abituale e volontaria dimora in un determinato luogo, che si caratterizza per l’elemento oggettivo della permanenza e per l’elemento soggettivo dell’intenzione di abitarvi …continua a leggereCassazione Civile, Sezione 6, Ordinanza 28 maggio 2018, n. 13241

 

Figlio minorenne di genitori non uniti in matrimonio e residenti in stati diversi – Individuazione residenza abituale del minore – Al fine di accertare quale sia lo Stato in cui ha la residenza abituale un figlio di tenera età, nato da genitori non uniti in matrimonio che vivono in Paesi diversi, e di individuare in conseguenza il giudice nazionale dotato di giurisdizione al fine di assumere i provvedimenti riguardanti il minore, possono valorizzarsi indicatori di natura proiettiva, quali l’iscrizione del bambino presso …continua a leggere ►  Cassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza 30 marzo 2018, n. 8042

 

Sottrazione internazionale di minore – Nozione di residenza abituale posta dalla Convenzione dell’Aja del 25 ottobre 1980 – In tema di sottrazione internazionale del minore da parte di uno dei genitori, la nozione di residenza abituale posta dalla Convenzione de L’Aja del 25 ottobre 1980, ratificata con la legge n. 64 del 1994, consiste nel luogo in cui il minore, in virtù di una durevole e stabile permanenza ha consolidato, consolida, ovvero, in caso di recente trasferimento, possa consolidare una rete di affetti e relazioni tali da assicurargli un armonico sviluppo psicofisico. Essa, pertanto, integra una situazione di fatto il cui accertamento è riservato all’apprezzamento del giudice del merito, incensurabile in sede di legittimità, se congruamente e logicamente motivato. (Nella specie la Corte, confermando al pronuncia di merito …continua a leggereCorte di Cassazione, Sezione 1 civile, Ordinanza 14 dicembre 2017, n. 30123

 

Amministrazione di sostegno – Competenza territoriale – In tema di amministrazione di sostegno, la competenza territoriale si radica con riferimento alla dimora abituale del beneficiario e non alla sua residenza, in considerazione della necessità che egli interloquisca con il giudice tutelare, il quale deve tener conto, nella maniera più efficace e diretta, dei suoi bisogni e richieste, anche successivamente alla nomina dell’amministratore; né opera, in tal caso, il principio della “perpetuatio iurisdictionis”, trattandosi di …continua a leggereCassazione Civile, Sezione 6, Ordinanza 11 ottobre 2017, n. 23772

 

Riconoscimento della cittadinanza italiana – La verifica del possesso dei requisiti per il riconoscimento della cittadinanza italiana, domandato da figlio di stranieri al compimento della maggiore età, comporta che debba essere accertata la residenza ininterrotta in Italia del richiedente fin dalla nascita, applicandosi il criterio della residenza effettiva, che può essere …continua a leggere ►  Corte di Cassazione, Sezione 1 civile, Sentenza 17 maggio 2017, n. 12380

 

Nomina di amministratore di sostegno – Ricovero presso una casa di cura – Competenza per territorio – In tema di nomina dell’amministratore di sostegno, nel caso di collocamento del beneficiario in casa di cura, ove non ricorra prova della natura non transitoria del ricovero e della volontà dello stesso di ricollocare ivi il centro dei propri interessi e delle proprie relazioni personali, la competenza per territorio spetta al giudice tutelare del luogo in cui la persona interessata si presume abbia ancora la propria abituale dimora. Cassazione Civile, Sezione 6, Ordinanza 18-11-2016, n. 23571

 

Interdizione legale – Tutela del detenuto interdetto – Giudice competente – Il giudice competente per l’apertura della tutela in caso di interdizione legale va individuato, ai sensi degli artt. 662 c.p.p. e 343 c.c., con riferimento al domicilio del condannato, da presumersi, ex art. 44 c.c., coincidente con la sua residenza anagrafica. Cassazione Civile, Sezione 6, Ordinanza 12-11-2015, n. 23107

 

La nozione di residenza in tema di controversie tra consumatore e professionista. In tema di controversie tra consumatore e professionista, il Decreto Legislativo 6 settembre 2005, n. 206, articolo 33, comma 2, lettera u), (c.d. Codice del consumo) va interpretato nel senso che la residenza del consumatore, cui la norma ha riguardo, è quella che lo stesso ha al momento della domanda e non quella che egli aveva al momento della conclusione del contratto, ma sull’individuazione del corrispondente foro esclusivo ivi previsto …continua a leggereCorte di Cassazione, Sezione 6 civile, Ordinanza 30 marzo 2015, n. 6333

 

Imposte dirette – Trasferimento del contribuente in paesi a fiscalità privilegiata – In tema di imposte dirette, ai sensi dell’art. 2, comma 2-bis, del d.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, si considerano residenti in Italia, salvo prova contraria, i cittadini italiani cancellati dall’anagrafe della popolazione residente ed emigrati in Stati o territori aventi un regime fiscale privilegiato, sicché l’Amministrazione finanziaria è legittimata all’emissione dell’atto impositivo senza necessità di attivare un contraddittorio preventivo, in sé non previsto, mentre …continua a leggereCorte di Cassazione, Sezione Tributaria, Sentenza 21 gennaio 2015, n. 961

 

Determinazione del giudice territorialmente competente. Ai fini della determinazione del giudice territorialmente competente, la certificazione anagrafica in ordine al luogo di residenza di un soggetto ha valore meramente presuntivo circa …continua a leggere ►  Corte di Cassazione, Sezione 6 civile, Ordinanza 28 aprile 2014, n. 9373

 

L’elezione di domicilio contenuta nella procura a margine di un ricorso per decreto ingiuntivo non è idonea a far considerare il luogo indicato quale domicilio del creditore in cui l’obbligazione deve essere adempiuta ex art. 1182, terzo comma, cod. civ., atteso che ai fini della competenza territoriale, qualora sia convenuta una persona fisica, e si faccia riferimento al luogo del domicilio, che è criterio di collegamento rilevante sia ai fini dell’art. 18 cod. proc. civ. che dell’art. 20 cod. proc. civ. ed autonomo rispetto a quello della residenza, s’intende per domicilio il luogo in cui la persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari e dei suoi interessi, che non va individuato solo con riferimento ai rapporti economici e patrimoniali, ma anche ai suoi interessi morali, sociali e familiari, che confluiscono normalmente nel luogo…continua a leggereCorte di Cassazione, Sezione 6 civile, Ordinanza 14 giugno 2013, n. 14937

 

Amministratore di sostegno – Competenza per territorio. In tema di amministrazione di sostegno, la competenza territoriale si radica con riferimento alla dimora abituale del beneficiario e non alla sua residenza, in considerazione della necessità che egli interloquisca con il giudice tutelare, il quale deve tener conto, nella maniera più efficace e diretta, dei suoi bisogni e richieste, anche successivamente alla nomina dell’amministratore; né opera, in tal caso, il principio della “perpetuatio iurisdictionis”, trattandosi di …continua a leggere ► .Corte di Cassazione, Sezione 6 civile, Ordinanza 17 aprile 2013, n. 9389

 

Nomina dell’amministratore di sostegno – Competenza per territorio – In tema di nomina dell’amministratore di sostegno, ai sensi dell’art. 404 cod. civ., la competenza per territorio spetta al giudice tutelare del luogo in cui la persona interessata abbia stabile residenza o domicilio; pertanto, in caso di collocamento del beneficiario in una casa di riposo, qualora venga meno il carattere transitorio della sua permanenza, sull’istanza di sostituzione dell’amministratore è …continua a leggereCorte di Cassazione, Sezione 6 civile, Ordinanza 7 maggio 2012, n. 6880

 

Competenza territoriale per le controversie di lavoro parasubordinato. Ai fini della competenza territoriale per le controversie di lavoro parasubordinato, la disposizione dell’art. 413, quarto comma, cod. proc. civ. fa riferimento al domicilio ex art. 43 cod. civ., quale sede principale degli affari ed interessi, che si presume coincidente con la residenza, non potendosi ritenere, di norma, che il domicilio si trovi nel luogo cui la persona si rapporta nei limiti della prestazione lavorativa, anche se resa con funzioni di massima responsabilità. (Nella specie, concernente l’impugnativa della revoca dell’incarico di direttore generale presso una ASL, la S.C., in base all’affermato principio, …continua a leggere ►  Corte di Cassazione, Sezione 6 civile, Ordinanza 13 gennaio 2012, n. 403

 

Residenza della persona – Requisiti. La residenza di una persona, secondo la previsione dell’art. 43 cod. civ., è determinata dall’abituale e volontaria dimora in un determinato luogo, che si caratterizza per l’elemento oggettivo della permanenza e per l’elemento soggettivo dell’intenzione di abitarvi stabilmente, rivelata dalle consuetudini di vita e dallo svolgimento delle normali relazioni sociali. (In applicazione dell’enunciato principio, la S.C. ha confermato l’insussistenza degli elementi oggettivo e soggettivo per …continua a leggereCorte di Cassazione, Sezione 1 civile, Sentenza 1 dicembre 2011, n. 25726

 

Nozione di domicilio. Il domicilio individua il luogo ove la persona, alla cui volontà occorre avere principalmente riguardo, ha stabilito il centro principale dei propri affari e interessi, sicché riguarda la generalità dei rapporti del soggetto – non solo economici, ma anche morali, sociali e familiari – che va desunta alla stregua di tutti gli elementi di fatto dai quali, direttamente o indirettamente, risultino la presenza di tale complesso di rapporti in quel determinato luogo ed il carattere principale attribuitogli dall’interessato, a prescindere dalla dimora o dalla presenza effettiva ivi dello stesso. Il fatto che una persona ricoverata in una casa di cura o di riposo non possa necessariamente implicare, di per se solo, anche il trasferimento del domicilio della persona stessa nel detto luogo, in quanto il ricovero può avere carattere temporaneo e/o comunque non …continua a leggereCorte di Cassazione, Sezione 6 civile, Ordinanza 15 ottobre 2011, n. 21370

 

In tema di imposte sui redditi, qualora un soggetto, iscritto nell’anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire), intenda essere assoggettato, ai sensi dell’art. 2, comma 2, del d.P.R. n. 917 del 1986, alla tassazione in Italia, sul presupposto di avere ivi il domicilio, deve, per superare la presunzione di conformità del dato anagrafico a quello reale, dimostrare in modo rigoroso che si trovi in Italia il centro dei suoi interessi, ossia il luogo con il quale ha il più stretto collegamento sotto il profilo degli interessi personali e patrimoniali. (In applicazione del principio, la S.C. ha confermato la sentenza della Commissione tributaria regionale che aveva escluso potesse essere …continua a leggereCorte di Cassazione, Sezione Tributaria, Sentenza 25 marzo 2011, n. 6934

 

In tema d’imposte sui redditi, l’art. 2, comma 2, d.P.R. 22 dicembre 1986 n. 917 richiede, per la configurabilità della residenza fiscale nello Stato, tre presupposti, indicati in via alternativa, il primo, formale, rappresentato dall’iscrizione nelle anagrafi delle popolazioni residenti, e gli altri due, di fatto, costituiti dalla residenza o dal domicilio nello Stato ai sensi del codice civile; ne consegue che l’iscrizione del cittadino nell’anagrafe dei residenti all’estero non è elemento determinante per escludere la residenza fiscale in Italia, allorché il soggetto abbia nel territorio dello Stato il proprio domicilio, inteso come sede principale degli affari ed interessi economici, nonché delle proprie relazioni personali, non risultando determinante, a tal fine, il carattere soggettivo ed elettivo della « scelta » dell’interessato, rilevante solo quanto alla libertà dell’effettuazione della stessa, ma non ai fini della verifica del risultato di quella scelta, ma dovendosi contemperare la volontà individuale con …continua a leggere ►  Corte di Cassazione, Sezione Tributaria, Sentenza 15 giugno 2010, n. 14434 

 

Elezione di domicilio effettuata dal debitore all’atto della stipula del contratto di mutuo fondiario – L’elezione di domicilio effettuata dal debitore, all’atto della stipula del contratto di mutuo fondiario, ai sensi dell’art. 43, primo comma, del r.d. n. 646 del 1905, applicabile anche dopo la sua espressa abrogazione ad opera dell’art. 161 del d.lgs n. 385 del 1993, ai sensi del sesto comma di tale disposizione, rimane valida ed efficace anche per la notificazione dell’atto di riassunzione della causa di opposizione agli atti esecutivi, a seguito di rinvio disposto dalla Corte di Cassazione, nonché per la prosecuzione di tale giudizio in conseguenza del verificarsi di un evento interruttivo, atteso che …continua a leggereCorte di Cassazione, Sezione 3 civile, Sentenza 9 giugno 2010, n. 13824

 

In tema di i.v.a., l’art. 7, comma 3, d.P.R. 26 ottobre 1972 n. 633, considera effettuate nel territorio dello Stato le prestazioni di servizi rese da soggetti che nello stesso hanno il domicilio, tale intendendosi, ai sensi dell’art. 43 c.c., il luogo dove il soggetto ha la sede dei suoi affari ed interessi ed essendo questi ultimi comprensivi anche della sfera dei rapporti personali e non solo economici, con la conseguenza che sono soggette all’imposta le prestazioni sportive rese da un’atleta (nella specie corridore motociclista) che, avendo fissato all’estero la propria residenza, si rechi, sempre all’estero, ma in luoghi diversi, per partecipare alle varie competizioni, vivendo però negli altri periodi nella propria …continua a leggereCorte di Cassazione, Sezione Tributaria, Sentenza 7 maggio 2010, n. 11186

 

La notificazione effettuata in un domicilio eletto erroneamente individuato, in difetto dei requisiti richiesti dall’art. 141 cod. proc. civ. è affetta da nullità se effettuata presso il domicilio del destinatario quando la residenza anagrafica non sia ignota e sia ubicata in un luogo diverso dal predetto domicilio, risultando in tal modo violato l’ordine …continua a leggere ►  Corte di Cassazione, Sezione 2 civile, Sentenza 28 agosto 2008, n. 21778

 

Doppia residenza fiscale. Nel caso in cui una persona fisica abbia la residenza fiscale in due Stati membri della UE, in quanto in entrambi sia individuabile il centro degli interessi vitali, inteso come il luogo con il quale si ha un più stretto collegamento sotto l’aspetto degli interessi personali e patrimoniali, il problema della doppia residenza fiscale deve essere risolto attribuendola allo Stato in cui …continua a leggereCorte di Cassazione, Sezione Tributaria, Sentenza 14 aprile 2008, n. 9856

 

Amministratore di sostegno – Competenza per territorio. In tema di nomina dell’amministratore di sostegno, ai sensi dell’art. 404 cod. civ. la competenza per territorio spetta al giudice tutelare del luogo in cui la persona interessata abbia la residenza o il domicilio; stante l’alternatività di detto criterio, lo stato di detenzione in manicomio giudiziario, in esecuzione di sentenza definitiva, avendo carattere coattivo, non implica in via automatica mutamento di domicilio il quale, ex art. 43 cod. civ., si presume ancora fissato, in difetto di manifestazione di volontà dell’interessato, nel luogo dove …continua a leggere ►  Corte di Cassazione, Sezione 1 civile, Ordinanza 14 gennaio 2008, n. 588  

 

Notifica a persona sottoposta al programma di protezione previsto per i collaboratori di giustizia – È valida la notifica, eseguita presso la residenza anagrafica del destinatario, di un atto processuale a persona sottoposta allo speciale programma di protezione previsto per i collaboratori di giustizia dalla legge 15 marzo 1991, n. 82 e, pertanto, dimorante in un luogo conosciuto solo dal competente Servizio Centrale di Protezione del Ministero dell’Interno, atteso che, se é pur vero che le risultanze anagrafiche hanno solo valore presuntivo e che l’istante è tenuto a provvedere alla notificazione nel luogo di residenza anagrafica del destinatario, a meno che non conosca o non sia in grado di conoscere, usando l’ordinaria diligenza, la diversa residenza effettiva del destinatario, nella specie fa — e deve fare — difetto proprio la conoscenza del luogo di …continua a leggereCorte di Cassazione, Sezione 1 civile, Ordinanza 19 novembre 2007, n. 23838

 

Controversie lavoratore parasubordinato – Nelle controversie del lavoratore parasubordinato, nelle quali ai sensi dell’art. 413 comma quarto cod. proc. civ. la competenza territoriale si determina in modo esclusivo in relazione al foro del domicilio del lavoratore, il domicilio stesso deve intendersi fissato nel luogo in cui il lavoratore ha il centro dei propri affari ed interessi, intendendosi per interessi non solo quelli economici e materiali, ma anche quelli affettivi e spirituali, atteso che la nozione di domicilio è unitaria e impone che vengano considerati, assieme agli affari ed agli interessi economici dell’individuo, anche gli interessi affettivi e …continua a leggereCass. Sez. ord. 17882 del 22-8-2007

 

Nozione di domicilio. Ai sensi del primo comma dell’art. 3 della legge 31 maggio 1995, n. 218, essendo venuto meno, a seguito dell’abrogazione dell’art. 4 cod. proc. civ., ogni riferimento allo straniero ai fini della determinazione dell’ambito della giurisdizione del giudice italiano, assume rilevanza, quale criterio generale di radicamento della competenza giurisdizionale del giudice italiano, il dato obiettivo del domicilio o della residenza del convenuto in Italia, dovendosi intendere la nozione di domicilio alla stregua dell’art. 43 cod. civ., cioè il luogo nel quale il convenuto ha la sede dei suoi affari ed interessi, e dovendo presumersi, in conformità a quanto di regola avviene, che il soggetto stabilisca la sede principale dei suoi affari ed interessi nel medesimo luogo in cui abitualmente dimora. (Nella specie, sulla base di tale principio, la S.C. ha confermato la decisione della corte territoriale che …continua a leggere ►  Corte di Cassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza 29 novembre 2006, n. 25275

 

Notificazione a mezzo del servizio postale – In tema di notificazione a mezzo del servizio postale, la consegna del piego a persona di famiglia convivente con il destinatario nel luogo indicato sulla busta contenente l’atto da notificare fa presumere che in quel luogo si trovino la residenza effettiva, la dimora o il domicilio del destinatario, con la conseguenza che quest’ultimo, qualora intenda contestare in giudizio tale circostanza al fine di ottenere la dichiarazione di nullità della notifica, ha l’onere di fornire idonea prova contraria. Tale prova, peraltro, non può essere fornita mediante la produzione di risultanze anagrafiche che indichino una residenza diversa dal luogo in cui è stata effettuata la notifica, in quanto siffatte risultanze, aventi valore meramente dichiarativo, offrono a loro volta una mera …continua a leggereCorte di Cassazione, Sezione 1 civile, Sentenza 22 novembre 2006, n. 24852

 

Determinazione della residenza in tema di notificazioni. In tema di notificazioni, ai fini della determinazione del luogo di residenza occorre fare riferimento a quella effettiva del destinatario dell’atto, tenuto conto che le risultanze anagrafiche, rivestendo mero valore presuntivo, possono essere superate dalla prova contraria, che può essere desunta da qualsiasi fonte di convincimento, come la corrispondenza intercorsa fra …continua a leggereCorte di Cassazione, Sezione 2 civile, Sentenza 16 novembre 2006, n. 24422

 

Il domicilio ai fini della competenza per territorio nella cause ereditarie – Il domicilio, anche ai fini della competenza per territorio nella cause ereditarie, deve essere inteso come il luogo in cui la persona ha stabilità la sede principale dei suoi affari e dei suoi interessi, che va individuato non solo con riferimento ai rapporti economici e patrimoniali, ma anche ai suoi interessi morali, sociali e familiari, che confluiscono normalmente nel luogo ove la stessa vive con la propria famiglia. Deriva da quanto precede, pertanto, che il domicilio è caratterizzato dalla intenzione di costituire in un determinato luogo il centro principale delle proprie relazioni familiari, sociali ed economiche. (Nella specie in applicazione del riferito principio la S.C. ha affermato che correttamente il giudice del merito aveva accertato che era irrilevante che il “de cuius” avesse conservato la propria residenza anagrafica in altro luogo, nel quale si recava occasionalmente per uno o due giorni ogni mese, facendosi ospitare presso il suocero, atteso non solo che aveva sempre vissuto, tra il 1949 sino alla sua morte nel 1979 in altro luogo, in una sua villa, con la moglie e i figli, intrattenendo rapporti con le persona del posto, curando direttamente come agricoltore non coltivatore la gestione di una sua azienda agricola, per mezzo di salariati, dimostrando per quella un affetto confermato dalla decisione dei suoi familiari, di fare tumulare il “de cuius” nel locale cimitero). ► Cass. 24284 del 14-11-2006

 

Sottrazione internazionale – Residenza abituale – Convenzione di l’Aja 25 ottobre 1980 – Nozione – In tema di sottrazione internazionale del minore da parte di uno dei genitori, ai fini del procedimento monitorio previsto dalla Convenzione dell’Aja, ratificata con la legge n. 64 del 1994 detta Convenzione fa riferimento alla residenza abituale del minore al duplice scopo di stabilire il luogo dal quale questi non deve essere arbitrariamente distolto ed in cui, se allontanato, deve essere immediatamente riaccompagnato, e di individuare il titolare del diritto di custodia. La nozione di “residenza abituale” posta dalla succitata Convenzione corrisponde ad una situazione di fatto, dovendo per essa intendersi il luogo in cui il minore, in virtù di una durevole e stabile permanenza, anche di fatto, ha il centro dei propri legami affettivi, non sol parentali, derivanti dallo svolgersi in detta località la sua quotidiana vita di relazione, il cui accertamento è riservato all’apprezzamento del giudice del merito, incensurabile in sede di legittimità, se congruamente e logicamente motivato. (Nella specie, in applicazione di detto principio, la S.C. ha confermato il decreto del tribunale per i minorenni che aveva rigettato l’istanza del padre coaffidatario – in quanto non legalmente separato dalla moglie – dei due figli minori, di emissione di ordine di rientro in Argentina degli stessi, condotti in Italia dalla madre e non più rientrati: il giudice di merito aveva escluso, con valutazione ritenuta dalla S.C. congrua e sufficientemente motivata, che …continua a leggere ►  Corte di Cassazione, Sezione 1 civile, Sentenza 19 ottobre 2006, n. 22507

 

Sottrazione internazionale – Residenza abituale – Convenzione di l’Aja 25 ottobre 1980 – Nozione – In tema di sottrazione internazionale del minore da parte del genitore non affidatario, l’accertamento della “residenza abituale” del minore, ai fini dell’applicazione del procedimento monitorio di cui alla Convenzione di L’Aja, ratificata con la legge n. 64 del 1994 è rimesso all’apprezzamento del giudice del merito, incensurabile in sede di legittimità, se congruamente e logicamente motivato. (Nella specie, la S.C., ha confermato la decisione di merito che aveva valorizzato, ai fini di tale accertamento, il pur breve periodo di tempo trascorso dalla minore in Polonia, in considerazione del …continua a leggereCorte di Cassazione, Sezione 1 civile, Sentenza 14 luglio 2006, n. 16092

 

Nozione di domicilio – Ai fini della competenza territoriale, qualora sia convenuta una persona fisica, e si faccia riferimento al luogo del domicilio, che è criterio di collegamento rilevante sia ai fini dell’art. 18 cod. proc. civ. che dell’art. 20 cod. proc. civ. ed autonomo rispetto a quello della residenza, s’intende per domicilio il luogo in cui la persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari e dei suoi interessi, che non va individuato solo con riferimento ai rapporti economici e patrimoniali, ma anche ai suoi interessi morali, sociali e familiari, che confluiscono normalmente nel luogo ove la stessa vive con la propria famiglia; ne consegue che il domicilio è caratterizzato dall’intenzione di costituire in un determinato luogo il centro principale delle proprie relazioni familiari, sociali ed economiche. (Nella specie il convenuto aveva trasferito la residenza da Palermo a Cefalù, continuando a svolgere attività professionale nel capoluogo; la S.C, nel confermare la sentenza di merito, ha precisato che il trasferimento della residenza comporta la …continua a leggereCorte di Cassazione, Sezione 3 civile, Ordinanza 8 marzo 2005, n. 5006

 

Residenza del convenuto – Presupposti – A norma dell’articolo 4 della legge 898/1970, come sostituito dall’articolo 8 della legge 74/1987, la domanda per ottenere lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio si propone al tribunale del luogo in cui il coniuge convenuto ha residenza o domicilio oppure, in caso di irreperibilità o di residenza all’estero, al tribunale del luogo di residenza o di domicilio del ricorrente. La residenza del convenuto è segnata dal luogo abituale e volontaria dimora, ovvero dall’elemento obiettivo costituito dalla permanenza in tale luogo e dall’elemento soggettivo rappresentato dall’intenzione di abitarvi stabilmente, rivelata dalle consuetudini di vita e dallo svolgimento delle normali relazioni familiari e sociali, tenendo conto, al riguardo, che le risultanze anagrafiche offrono una mera presunzione, superabile alla stregua di ogni altro mezzo di prova, ivi inclusi quelli risultanti da atti e dichiarazioni della stessa parte, in grado di evidenziare in concreto la diversa ubicazione di detta dimora, laddove, allorché si dimostri o risulti che il terzo di buona fede fosse a conoscenza della mancata corrispondenza fra residenza anagrafica e residenza effettiva, non può operare, rispetto a esso, la più rigorosa disciplina di cui all’articolo 44 del c.c. in ordine all’opponibilità del trasferimento della residenza e, anzi, una simile …continua a leggere ►  Corte di Cassazione, Sezione 1 civile, Sentenza 5 agosto 2005, n. 16525

 

Rapporto di lavoro già cessato al momento dell’instaurazione dell’opposizione  all’esecuzione – Competenza territoriale – La competenza territoriale a decidere l’opposizione all’esecuzione, proposta prima dell’inizio di essa (art. 615, primo comma, cod. proc. civ.), preannunciata in base a titolo giudiziale su una controversia concernente un rapporto di collaborazione di cui all’art. 409, n. 3, cod proc. civ., spetta esclusivamente al giudice nella cui circoscrizione si trova, o si trovava al momento della cessazione del rapporto, il domicilio del lavoratore, come stabilito dal quarto comma dell’art. 413 cod. proc. civ. (nel testo introdotto dall’art. 1 della legge 11 febbraio 1992 n. 128, ispirato ad esigenze di tutela del medesimo). Infatti, nel caso di rapporto di lavoro già cessato al momento dell’instaurazione dell’opposizione, deve escludersi il domicilio del lavoratore a tale tempo, altrimenti sarebbe …continua a leggereCorte di Cassazione Civile, Sezioni Unite, Ordinanza 18 gennaio 2005, n. 841

 

Separazione personale dei coniugi – Competenza per territorio. Ai fini dell’individuazione del tribunale competente per territorio sulla domanda di separazione personale dei coniugi alla stregua del criterio del luogo di residenza del convenuto al momento della proposizione della domanda (art. 706 cod. proc. civ.), tale luogo deve essere identificato con la casa familiare, la quale individua presuntivamente il luogo di dimora abituale della coppia, salvo che detta presunzione venga legittimamente superata fornendo la prova, il cui onere grava sul coniuge che contesti una simile circostanza, dello spostamento, da parte del medesimo convenuto, della propria abituale dimora di fatto in un altro luogo, nel qual caso la competenza territoriale spetta al giudice di quest’ultimo luogo. A tal riguardo, le risultanze anagrafiche rivestono mero valore presuntivo e possono essere superate, in quanto tali, da una prova contraria desumibile da qualsiasi fonte di convincimento affidata all’apprezzamento del giudice di merito, onde, allorchè si provi o risulti in concreto che il terzo di buona fede (che può anche essere il coniuge separato di fatto) fosse a …continua a leggereCorte di Cassazione, Sezione 1 civile, Ordinanza 29 settembre 2004, n. 19595

 

Notifica presso il luogo di reale dimora abituale del destinatario – Ai fini della legittimità della notifica presso l’abitazione del destinatario, se il richiedente conosce il luogo di reale dimora abituale, o sia in grado di conoscerlo facendo uso della diligenza che il caso suggerisce, la notifica è legittimamente eseguita solo se tentata presso quel luogo, mentre solo se il notificante ignora incolpevolmente che …continua a leggere ►  Corte di Cassazione, Sezione 3 civile, Sentenza 11 novembre 2003, n. 16941

 

Cittadino italiano con residenza estera convenuto in giudizio – Ove il cittadino italiano, convenuto in giudizio, abbia all’estero la propria residenza, deve ritenersi che ivi abbia anche il domicilio, potendo presumersi che la sede principale degli affari ed interessi sia fissata nel medesimo luogo in cui il soggetto abitualmente dimora; ai fini del superamento di detta presunzione, e quindi della prova dell’esistenza di un domicilio del detto convenuto in Italia – necessaria perché scatti il criterio generale di radicamento della competenza giurisdizionale del giudice italiano, ai sensi dell’art. 3 della legge 31 maggio 1995, n. 218 -, non basta la mera disponibilità di un immobile in Italia, né la ricezione, ivi, ad opera di un domestico, dell’atto di citazione in giudizio, trattandosi di circostanze non significative ai fini …continua a leggere ►  Cassazione Civile, Sezioni Unite, Ordinanza 2060 del 11-2-2003

 

Lesione del diritto alla reputazione di una persona giuridica – Forum commissi delicti – In tema di risarcimento del danno extracontrattuale, patrimoniale e morale, per lesione del diritto alla reputazione di una persona giuridica, compiuta mediante l’inserimento nella rete telematica («internet»), attraverso un «newsgroup», di frasi offensive, il «forum commissi delicti», ai fini della individuazione del giudice territorialmente competente a decidere la causa a norma dell’art. 20 cod. proc. civ., va individuato nel luogo di verificazione dei lamentati danni in conseguenza dell’evento diffamatorio, e quindi coincide con il luogo in cui il soggetto offeso ha il proprio domicilio, atteso che, essendo il domicilio la sede principale degli affari e degli interessi, esso rappresenta il …continua a leggereCassazione Civile, Sezione Terza, Ordinanza 8-5-2002, n. 6591

 

Al fine dell’individuazione del tribunale competente per territorio sulla domanda di separazione personale dei coniugi alla stregua del criterio «del luogo di residenza del coniuge convenuto al momento della proposizione della domanda» (art. 706 cod. proc. civ.), tale luogo deve essere identificato, sia pur in via soltanto presuntiva, con la casa coniugale, da ritenersi, sino a prova contraria, luogo di dimora abituale di tutti i componenti della famiglia. Tale presunzione può, peraltro, legittimamente superarsi fornendo la prova — il cui onere grava sul coniuge che contesti la detta circostanza — del verificarsi di una frattura del rapporto di convivenza prima della proposizione della domanda stessa a causa dello spostamento, da parte del predetto coniuge, della propria abituale dimora in un altro luogo (nell’affermare il principio di diritto che precede la S.C. ha, nella specie, dichiarato competente per territorio il giudice del luogo ove era ubicata la casa coniugale nonostante il coniuge istante per la separazione avesse, per tutta la durata del matrimonio, conservato la residenza anagrafica in altra città, ove dimorava stabilmente nel corso della settimana per motivi lavorativi, facendo ritorno presso la casa coniugale soltanto nel week-end). — Cass. 6012 del 24-4-2001

 

In tema d’imposte sui redditi, l’art. 2, secondo comma, del d.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917 individua, perché sussista la residenza fiscale nello Stato, tre presupposti, indicati in via alternativa: il primo, formale, rappresentato dall’iscrizione nelle anagrafi delle popolazioni residenti, gli altri due, di fatto, costituiti dalla residenza o dal domicilio nello Stato ai sensi del codice civile; ne consegue, pertanto, che l’iscrizione del cittadino nell’anagrafe dei residenti all’estero non è elemento determinante per escludere la residenza fiscale in Italia, allorché il soggetto abbia nel territorio dello Stato il proprio domicilio, inteso come sede principale degli affari ed interessi economici, nonché delle proprie relazioni personali. Né a diversa conclusione conduce la Convenzione tra l’Italia e la Gran Bretagna per evitare le doppie imposizioni (ratificata e resa esecutiva con la legge 5 novembre 1990, n. 329), atteso che, ai sensi dell’art. 4 del testo dell’accordo, il concetto di residenza fiscale ben può essere ricollegato, ove non sia possibile l’utilizzazione di altri criteri, al centro degli interessi vitali, ossia al luogo con il quale il soggetto ha il più stretto collegamento sotto il profilo degli interessi personali e patrimoniali. — Cass. 13803 del 7-11-2001

 

Il comune di residenza della persona è presuntivamente determinabile, anche ai fini della validità di una notificazione eseguita a norma degli artt. 139 ss. cod. proc. civ., e fino a prova contraria, sulla scorta delle risultanze anagrafiche, nel senso che la persona che adduca una diversa situazione abitativa rispetto a quella risultante dal certificato anagrafico deve necessariamente provare l’anteriorità del trasferimento della residenza rispetto alla data di notificazione mediante produzione della doppia dichiarazione resa presso il comune della vecchia residenza e presso quello ove sia stata fissata la nuova dimora abituale. Quando, peraltro, manchi una certificazione anagrafica che consenta di identificare il comune in cui è stata eseguita la notificazione con quello della residenza del destinatario al momento dell’atto, e risultino altresì versate in atti attestazioni di tale comune e di altro comune entrambe convergenti nell’evidenziare lo spostamento di residenza dal primo al secondo in epoca anteriore alla data della notifica, difetta il presupposto per presumere la collocazione della dimora abituale del soggetto nel luogo di esecuzione della notificazione, e non può, conseguentemente, ritenersi gravante su quest’ultimo l’onere di provare anche l’effettuazione delle due sopra menzionate dichiarazioni prima del giorno della notificazione. (Principio affermato dalla S.C. in relazione alla notifica della convocazione ex art. 15 della legge fallimentare avvenuta in epoca successiva al trasferimento della residenza dell’imprenditore, senza che in atti risultasse versato alcuna certificazione anagrafica che identificasse il comune di residenza di questi al tempo dell’atto con quello della notificazione). — Cass. 21-1-2000, n. 662

 

La residenza del  convenuto, quale criterio per la determinazione della competenza territoriale, va individuata sulla base delle certificazioni anagrafiche, le cui risultanze non sono superate dalla circostanza del temporaneo allontanamento dello stesso dal luogo ivi indicato; tali risultanze offrono comunque una mera presunzione superabile alla stregua di altri elementi, i quali evidenzino in concreto la diversa ubicazione del luogo di abituale e volontaria dimora. – Cass. del 1992 n. 1374

 

Quando il fenomeno della mobilità del soggetto assume dimensioni internazionali, il giudizio di prevalenza quantitativa di una permanenza abitudinaria sull’altra deve essere formulato sommando ed aggregando in un quadro d’insieme le abituali permanenze nel territorio italiano e quelle che hanno luogo all’estero. – Cass. del 1985 n. 5292

 

I certificati anagrafici hanno valore meramente presuntivo e quindi contrastabile con ogni mezzo di prova circa la residenza della persona alla quale si riferiscono. Questo principio trova un limite nella tutela dei terzi di buona fede ex art. 44 c.c. e 31 disp. att. – Cass. del 1984 n. 2240