Roma, Via Valadier 44 (00193)
o6.6878241
avv.fabiocirulli@libero.it

Art. 615 cpc – Opposizione all’esecuzione – Forma dell’opposizione

Richiedi un preventivo

Codice di procedura civile

Opposizione all’esecuzione

Articolo 615 codice di procedura civile

Forma dell’opposizione

Quando si contesta il diritto della parte istante a procedere ad esecuzione forzata e questa non è ancora iniziata, si può proporre opposizione al precetto con citazione davanti al giudice competente per materia o valore e per territorio a norma dell’art. 27. Il giudice, concorrendo gravi motivi, sospende su istanza di parte l’efficacia esecutiva del titolo. Se il diritto della parte istante è contestato solo parzialmente, il giudice procede alla sospensione dell’efficacia esecutiva del titolo esclusivamente in relazione alla parte contestata. (1)

Quando è iniziata l’esecuzione, l’opposizione di cui al comma precedente e quella che riguarda la pignorabilità dei beni si propongono con ricorso al giudice dell’esecuzione stessa. Questi fissa con decreto l’udienza di comparizione delle parti davanti a sé e il termine perentorio per la notificazione del ricorso e del decreto. Nell’esecuzione per espropriazione l’opposizione è inammissibile se è proposta dopo che è stata disposta la vendita o l’assegnazione a norma degli articoli 530, 552, 569, salvo che sia fondata su fatti sopravvenuti ovvero l’opponente dimostri di non aver potuto proporla tempestivamente per causa a lui non imputabile. (2)

 

(1) Il presente comma è stato così modificato prima dall’art. 2, D.L. 14.03.2005, n. 35, come modificato dall’allegato alla L. 14.05.2005, n. 80 con decorrenza dal 01.03.2006 e successivamente dall’art. 13, D.L. 27.06.2015, n. 83 con decorrenza dal 27.06.2015 ed applicazione anche ai procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore del suddetto decreto, convertito in legge dalla L. 06.08.2015, n. 132 con decorrenza dal 21.08.2015.  

(2) Il presente comma è stato così modificato dall’art. 4, comma 1, lett. l), D.L. 03.05.2016, n. 59 con decorrenza dal 04.05.2016 ed applicazione ai procedimenti di esecuzione forzata per espropriazione iniziati successivamente all’entrata in vigore della legge di conversione del suddetto decreto, convertito in legge dalla L. 30.06.2016. n. 119 con decorrenza dal 03.07.2016.  


 

© Riproduzione riservata www.studiolegalecirulli.com

Giurisprudenza:

Ordinanza di assegnazione ex art. 553 cpc – Opposizione

In tema di espropriazione presso terzi, avverso l’ordinanza di assegnazione del credito ex art. 553 c.p.c. è esperibile unicamente l’opposizione agli atti esecutivi ex art. 617 c.p.c., per contestare i vizi formali propri del provvedimento o degli atti che l’hanno preceduto, atteso che, una volta concluso il procedimento esecutivo con l’assegnazione del credito pignorato, non è più … continua a leggere Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 6-6-2023, n. 15822

Titolo esecutivo giudiziale – Cassazione parziale – Estinzione del giudizio di rinvio per mancata riassunzione – Conseguenze – Nullità del precetto

In tema di esecuzione forzata, ove il titolo esecutivo di formazione giudiziale sia stato oggetto di cassazione parziale, la mancata riassunzione del giudizio di rinvio comporta, ai sensi dell’art. 393 c.p.c., l’estinzione non solo di quest’ultimo ma dell’intero processo, con conseguente caducazione dello stesso titolo esecutivo giudiziale, ad eccezione di quelle statuizioni di esso già coperte dal giudicato, in quanto non impugnate o non cassate; ne deriva che è nullo sia il precetto intimato sulla base delle statuizioni direttamente formanti oggetto di cassazione parziale, che avrebbero dovuto essere “sub iudice” nel processo di rinvio, poi estinto, sia quello … continua a leggere Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 8-5-2023, n. 12183

Opposizione all’esecuzione del socio di società di persone

L’opposizione del socio di società di persone, avverso il precetto notificatogli dal creditore sociale sulla base del titolo esecutivo giudiziale formatosi nei confronti della società, si configura sempre come opposizione all’esecuzione, in quanto attiene a una condizione dell’azione esecutiva nei confronti del socio, e, quindi, al … continua a leggere Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 20-4-2023, n. 10715

Titolo esecutivo non giudiziale impugnato giudizialmente – Opposizione all’esecuzione – Motivi deducibili

Nel giudizio di opposizione all’esecuzione promossa in base a titolo esecutivo non giudiziale, ma impugnato giudizialmente, possono essere dedotti esclusivamente fatti e questioni sopravvenuti rispetto alla formazione del titolo, come tali non già deducibili nel giudizio di impugnazione dello stesso, determinandosi, altrimenti, la violazione del principio del “ne bis idem” ed eventualmente anche quello della certezza del diritto attraverso un possibile contrasto di giudicati. (Nella specie, la S.C. ha confermato la pronuncia della Corte territoriale che aveva dichiarato l’inammissibilità dell’opposizione all’esecuzione esattoriale fondata su sanzione amministrativa irrogata dalla Consob, affermando che la questione dell’estensione retroattiva del trattamento sanzionatorio più mite, introdotto con il d.lgs. n. 72 del 2015, era stata … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 22-3-2023, n. 8220

Opposizione al precetto per inesistenza della notificazione del titolo – Prova contraria – Onere del creditore

Laddove il debitore, nel proporre opposizione al precetto intimatogli sulla base di un decreto ingiuntivo, deduca l’inesistenza della notificazione di quest’ultimo, la prova della tempestiva effettuazione della stessa incombe sul creditore, che deve assolvervi mediante la produzione dell’originale dell’ingiunzione corredato della relazione di notificazione, non essendo all’uopo sufficiente il mero deposito della … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 3-1-2023, n. 51 

Recupero di spese di giustizia penali

In tema di recupero di spese di giustizia penali, nel caso in cui il debitore, proponendo opposizione avverso la cartella di pagamento notificata, contesti i presupposti legali della decisione del giudice penale relativa alle spese processuali al cui rimborso sia stato condannato, il giudice civile adìto ex art. 615 c.p.c. non deve dichiarare la propria incompetenza in favore del giudice dell’esecuzione penale, ma deve semplicemente respingere l’opposizione rilevandone l’inammissibilità, potendo egli conoscere solo dei motivi riguardanti la quantificazione delle spese processuali operata dagli organi amministrativi competenti successivamente alla formazione del titolo esecutivo giudiziale, costituito dalla pronuncia di condanna emessa dal giudice penale. (Nella specie, la S.C. ha respinto i ricorsi dell’agente della riscossione e del Ministero della Giustizia proposti contro una sentenza di appello che aveva correttamente ritenuto che spettasse al … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 19-12-2022, n. 37138

 

Opposizione all’esecuzione – Deduzione del debitore di non essere proprietario dei beni pignorati – Inammissibilità

L’opposizione all’esecuzione con cui il debitore deduca di non essere proprietario dei beni pignorati è inammissibile per difetto d’interesse ad agire, non potendo derivare alcun pregiudizio, all’… continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 29-11-2022, n. 35005

 

Esecuzione esattoriale – Pagamento della somma intimata – Onere della prova

In tema di esecuzione esattoriale, incombe sul debitore, in sede di opposizione all’esecuzione ex art. 615, comma 2, c.p.c., l’onere di allegare e provare la tempestività del versamento della somma intimata rispetto alla data di notificazione della cartella di pagamento, ai sensi dell’art. 25, comma 2, d.P.R. n. 602 del 1973, trattandosi di fatto che, agendo sul piano sostanziale, estingue il diritto di credito azionato dall’agente della riscossione, impedendogli di … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 16-11-2022, n. 33749

 

Violazioni del codice della strada – Difetto di legittimazione passiva – Impugnazione al prefetto o al giudice di pace – Possibilità di proporre opposizione all’esecuzione – Esclusione

In tema di violazioni del codice della strada, il difetto di legittimazione passiva – derivante dall’inapplicabilità, alle società di noleggio di veicoli senza conducente, dell’art. 196 c.d.s. – deve farsi valere sin dalla notificazione dei verbali di contestazione di infrazione stradale, mediante impugnazione al prefetto o al giudice di pace, ai sensi degli artt. 203 e 204-bis c.d.s., per impedire che essi diventino definitivi, e non già nelle forme dell’opposizione all’esecuzione ex art. 615 c.p.c., atteso che la notificazione del verbale di accertamento non integra presupposto di esistenza del titolo esecutivo, ma fatto costitutivo del diritto dell’amministrazione ad ottenere il pagamento della sanzione, sicché l’omessa notificazione non attiene al rapporto, ma all’agire dell’amministrazione stessa, impedendo il completamento della fattispecie sostanziale che dà luogo alla pretesa sanzionatoria posta a base della riscossione coattiva. Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 9-11-2022, n. 32920

 

L’interdetto possessorio

L’interdetto possessorio possessorio, a differenza della sentenza resa nella successiva fase di merito, non è suscettibile di esecuzione forzata ma solo di attuazione, ai sensi dell’art. 669-duodecies c.p.c., con la conseguenza che è inammissibile sia l’intimazione del precetto sia la proposizione di opposizioni allo stesso, dovendo proporsi ogni contestazione al giudice che ha emanato il provvedimento. Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 19-9-2022, n. 27392

 

Opposizione a precetto fondato su assegno – Contestazione dell’autenticità della sottoscrizione – Disconoscimento

In caso di opposizione a precetto fondato su assegno bancario, l’autenticità della relativa sottoscrizione può essere contestata mediante il disconoscimento ex art. 214 c.p.c. (con conseguente onere del creditore opposto che intenda valersi del titolo esecutivo stragiudiziale di chiederne la verificazione ai sensi dell’art. 216 c.p.c.), senza che ciò sovverta le regole sull’onere probatorio applicabili a tale giudizio, trattandosi dell’ordinario strumento processuale idoneo a contrastare l’apparenza dell’esecutività del titolo, fondata sulla … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 19-9-2022, n. 27381

Opposizione a precetto ed opposizione all’esecuzione – Litispendenza – Configurabilità – Esclusione

Non sussiste litispendenza tra l’opposizione a precetto ex art. 615, comma 1, c.p.c. e la successiva opposizione all’esecuzione ex art. 615, comma 2, c.p.c., nemmeno se fondate su identici fatti costitutivi concernenti l’inesistenza del diritto di procedere all’esecuzione forzata, qualora il debitore abbia avanzato, con la seconda opposizione, anche contestazioni “formali” ex art. 617 c.p.c. (nella specie, tardività del deposito della nota di trascrizione del pignoramento) all’esecuzione intrapresa, presentando detta controversia un … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 9-9-2022, n. 26541

 

Cartelle di pagamento relative a spese di giustizia del procedimento penale – Contestazione relativa all’indeterminatezza del credito

In tema di opposizione a cartelle di pagamento per spese di giustizia, cui siano sottesi provvedimenti adottati dal giudice penale, la contestazione con cui l’opponente lamenti l’indeterminatezza della pretesa erariale per mancanza di corrispondenza tra le spese indicate in cartella e quelle liquidate nel processo penale costituisce opposizione all’esecuzione ex art. 615 c.p.c., riservata alla cognizione del giudice civile, trattandosi di questione logicamente precedente rispetto a quella concernente la definizione del perimetro di applicabilità della condanna (anche circa la riferibilità della pretesa ad uno o più specifici reati per i quali … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 28-7-2022, n. 23297

 

Titolo esecutivo giudiziale – Riparto degli oneri probatori – Conseguenze in caso di sentenza di condanna a titolo di rivalsa

Nel giudizio di opposizione all’esecuzione ex art. 615 c.p.c., se l’esecuzione è avviata in forza di un titolo esecutivo giudiziale, ottenuto ad istanza del creditore menzionato nel provvedimento e nei confronti del soggetto in danno del quale è stata disposta la condanna, spetta all’opposto, creditore procedente, la prova che esso esiste ed è efficace, mentre è onere dell’esecutato opponente dare la prova del fatto sopravvenuto che abbia determinato il venir meno del diritto a procedere esecutivamente nei suoi confronti, con la conseguenza che, ove il titolo esecutivo sia costituito da una sentenza di condanna a titolo di rivalsa, il creditore procedente, in caso di tempestiva contestazione avanzata dal debitore nel ricorso in opposizione, è tenuto a … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 13-5-2022, n. 15376

 

Opposizione a precetto – Vicende del credito successive alla notificazione del precetto – Verifica giudiziale circa esistenza ed ammontare del credito – Facoltà dell’opposto di specificare e documentare in corso di causa tali elementi

Poiché l’opposizione al precetto costituisce giudizio di cognizione, tutte le vicende relative al credito portato in esecuzione, ancorché successive alla data di notificazione del predetto atto, devono essere considerate dal giudice dell’opposizione, il quale è tenuto a procedere ad una verifica dell’esistenza del credito stesso, e del suo esatto ammontare, con riferimento alla data della decisione del predetto giudizio di opposizione. Ne consegue che il creditore opposto, ove non abbia specificato nel precetto la fonte del suo credito, è legittimato a fornire detta specificazione nel corso del giudizio di opposizione al precetto, documentando l’esistenza e l’importo attuale del credito stesso; il giudice dell’opposizione, in tal caso, è tenuto a tener conto delle deduzioni e allegazioni fornite dall’opposto nel corso del giudizio di opposizione. (Nella specie, la S.C. ha cassato la sentenza della corte territoriale che, confermando la pronuncia di primo grado di accoglimento dell’opposizione per carenza della titolarità del credito, non aveva tenuto conto del … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 2, Ordinanza 10-5-2022, n. 14705

 

Sanzioni amministrative per violazione del codice della strada – Opposizione all’intimazione di pagamento – Competenza per materia del giudice di pace – Ambito applicativo – Decisione secondo diritto

In tema di criteri di competenza per materia stabiliti dall’art. 7 del d.lgs. n. 150 del 2011, la cognizione dell’opposizione all’intimazione di pagamento relativa alla riscossione di sanzioni amministrative pecuniarie riconducibili a violazioni del codice della strada, configurata come opposizione all’esecuzione, che spetta alla competenza del giudice di pace, deve essere … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 6-2, Ordinanza 5-5-2022, n. 14304

 

Provvedimento di chiusura della fase sommaria – Statuizione sulle spese della fase – Omissione – Rimedi

In tema di opposizione all’esecuzione ex art. 615, comma 2, c.p.c., qualora il giudice dell’esecuzione non liquidi le spese della fase sommaria con l’ordinanza con cui dispone la sospensione della procedura, la parte vittoriosa che abbia interesse alla loro liquidazione ha l’onere di instaurare il giudizio di merito prima della scadenza del termine di cui all’art. 616 c.p.c. o, in alternativa, di avanzare istanza di integrazione del provvedimento ai sensi dell’art. 289 c.p.c., anche allo scopo di garantire alle altre parti (previa eventuale rimessione in termini) la possibilità di contestare la liquidazione nella fase di merito dell’opposizione; ne deriva che … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 26-4-2022, n. 12977

 

Ordinanza di assegnazione del credito – Chiusura del processo di esecuzione – Conseguenze – Opposizione all’esecuzione – Proponibilità – Esclusione

Una volta che il procedimento di espropriazione presso terzi di crediti si sia concluso con l’ordinanza ex art. 553 c.p.c., non è più ammissibile l’opposizione all’esecuzione ex art. 615 c.p.c., dal momento che il diritto di procedere ad esecuzione forzata può essere contestato solo fintanto che è minacciato o viene esercitato dal creditore e non già dopo che il processo esecutivo si sia definitivamente concluso, potendo, in tal caso, il debitore instaurare un ordinario processo di cognizione per accertare che il terzo pignorato non è più tenuto ad effettuare pagamenti al creditore assegnatario del credito (e, se del caso, ottenere la restituzione delle somme già incassate) in ragione di circostanze modificative o estintive sopravvenute alla conclusione del processo esecutivo. (In applicazione di tale principio, la S.C. ha ritenuto inammissibile l’opposizione all’esecuzione successiva alla pronuncia dell’ordinanza di assegnazione del credito, con la quale il … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 21-4-2022, n. 12690

 

Interferenze tra fallimento ed esecuzione forzata – Dichiarazione di esecutività del progetto di distribuzione da parte del giudice dell’esecuzione edotto del fallimento – Inerzia del curatore

In tema di interferenze fra procedura concorsuale ed esecuzione forzata, nell’ipotesi patologica in cui il giudice di quest’ultima, ancorché reso edotto del fallimento del debitore, dichiari l’esecutività del progetto di distribuzione, qualora il curatore rimanga inerte e non reagisca tempestivamente con il rimedio oppositivo, subisce l’irretrattabilità della successiva esecuzione del medesimo progetto, cui consegue l’intangibilità delle somme concretamente attribuite e l’impossibilità di … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 1, Ordinanza 20-4-2022, n. 12673

 

Chiusura anticipata del processo esecutivo – Provvedimenti conseguenti del giudice dell’esecuzione

Quando il giudice dell’esecuzione, in seguito ad un’opposizione ex art. 615 c.p.c., rileva, anche d’ufficio, i presupposti per una chiusura anticipata del processo esecutivo, deve – sentite le parti – dichiarare improseguibile l’esecuzione forzata e disporre la liberazione dei beni (a meno che non sia già intervenuta l’aggiudicazione o l’assegnazione) e, nell’espropriazione immobiliare, ordinare la cancellazione della trascrizione del pignoramento, nonché provvedere, ex art. 632 c.p.c., sulle spese dell’esecuzione in favore del debitore (se assistito con difesa tecnica), mentre i costi del processo esecutivo restano automaticamente a carico del creditore ex art. 95 c.p.c.; lo stesso giudice non può, invece, pronunciarsi sull’eventuale istanza di sospensione del processo esecutivo, dato che la sua chiusura rende superflua ogni… continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 6-4-2022, n. 11241

 

Opposizione all’esecuzione per obblighi di fare e opposizione all’ingiunzione ex art. 614 c.p.c. – Pendenza avanti allo stesso ufficiale giudiziario – Sospensione per pregiudizialità logica – Esclusione

Nel caso in cui pendano avanti allo stesso ufficio giudiziario sia l’opposizione avente ad oggetto l’accertamento degli specifici lavori da eseguire coattivamente ex art. 612 c.p.c., sia l’opposizione al decreto ex art. 614 c.p.c. relativo alle spese anticipate dal creditore per i lavori già effettuati, è illegittima l’ordinanza che dispone la sospensione del secondo giudizio per pregiudizialità logica del primo, non essendo configurabile un’ipotesi di sospensione necessaria ex art. 295 c.p.c. e dovendo il giudice del procedimento “pregiudicato” rimettere gli atti al … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 6-4-2022, n. 11212

 

Provvedimenti sull’estinzione – Rimedio esperibile – Reclamo ex art. 630 c.p.c. – Esclusività

Tutti i provvedimenti del giudice dell’esecuzione in tema di estinzione sono assoggettati esclusivamente al reclamo nelle forme previste dall’art. 630, commi 2 e 3, c.p.c., a prescindere dal fatto che essi abbiano accolto o respinto la relativa istanza proposta dal debitore, ovvero che il giudice abbia omesso di pronunziarsi su di essa, restando pertanto escluso che il debitore possa proporre opposizione all’esecuzione, ex art. 615 c.p.c., per far valere l’improseguibilità della stessa dopo la verificazione della causa di estinzione, ovvero agli atti esecutivi, ex art. 617 c.p.c., per contestare tanto il provvedimento del giudice dell’esecuzione che abbia dichiarato l’estinzione (ovvero abbia omesso di farlo), quanto gli atti del … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 30-3-2022, n. 10238

 

Esecuzione forzata intrapresa sulla base di un titolo giudiziale non definitivo – Sopravvenuta caducazione del titolo esecutivo – Opposizione all’esecuzione

In caso di esecuzione forzata intrapresa sulla base di un titolo giudiziale non definitivo, la sopravvenuta caducazione del titolo per effetto di una pronuncia del giudice della cognizione importa che il giudizio di opposizione all’esecuzione per altri motivi proposto vada definito con una pronuncia di cessazione della materia del contendere, e non già di accoglimento dell’opposizione, e le spese processuali regolate, per conseguenza, secondo il criterio della soccombenza virtuale, da valutare unicamente in relazione agli originari motivi di opposizione. (In applicazione del principio, la S.C. ha confermato la decisione di merito, reputando che il motivo di opposizione proposto dal subconduttore – che aveva dedotto il suo mancato coinvolgimento nel giudizio fra locatore e conduttore relativo alla risoluzione del … continua a leggere ►  Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 28-3-2022, n. 9899

 

Formulazione di domande o deuzione di motivi nuovi rispetto a quelli formulati nell’atto introduttivo – Ammissibilità – Esclusione

Nelle opposizioni esecutive non è ammessa la formulazione di domande nuove, né la deduzione di motivi ulteriori rispetto alle domande avanzate ed ai motivi dedotti nell’atto introduttivo, anche se tali da comportare la caducazione del titolo esecutivo o, comunque, l’insussistenza del diritto del creditore di … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 22-3-2022, n. 9226

 

Esecuzione forzata in forma specifica per rilascio contro chi si professi proprietario – Sentenza dichiarativa dell’usucapione resa in esito ad un giudizio del quale non fu parte il precettato – Rimedio

Il soggetto che assume di essere proprietario dell’immobile oggetto di un procedimento di esecuzione per rilascio iniziato da chi, a sua volta, si professa proprietario dello stesso immobile sulla base di una sentenza che ne ha accertato l’usucapione all’esito di un precedente giudizio svoltosi contro un terzo, deve far valere la sua pretesa dominicale non con il rimedio previsto dall’art. 615, comma 1 c.p.c., bensì con l’opposizione di terzo ordinaria, ex art. 404, comma 1 c.p.c., proposta avverso la … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 2, Ordinanza 16-3-2022, n. 8590

 

Opposizione all’esecuzione contro ruoli e cartelle esattoriali – Spese di lite – Ripartizione delle spese tra ente impositore e agente riscossione – Criteri

Ai fini delle spese di lite, nell’opposizione all’esecuzione avverso cartelle di pagamento e ruoli esattoriali, ferma restando la legittimazione passiva sia dell’Agenzia delle Entrate Riscossione che dell’ente impositore, va distinta l’ipotesi in cui la cartella di pagamento venga annullata, o sia accertata l’intervenuta prescrizione del credito, in dipendenza dell’omessa notifica dell’atto presupposto, nel qual caso l’annullamento è addebitabile all’ente impositore che ne risponde anche nei rapporti interni con l’agente della riscossione, dalla diversa ipotesi in cui l’accoglimento dell’opposizione dipenda esclusivamente dalla mancata notifica della cartella o dalla prescrizione del credito dovuta all’inerzia, dopo la notifica della cartella stessa, dell’agente della riscossione: mentre nel primo caso, il giudice di merito può applicare il principio della solidarietà nelle spese della lite, nel secondo caso tale criterio non trova applicazione poiché, essendo l’illegittimità dell’atto interamente addebitabile all’inerzia dell’agente della riscossione, la condanna solidale alle spese non è … continua a leggere ► Cassazione Civile, Sezione 6-2, Ordinanza 9-3-2022, n. 7716

 

Condominio – Decreto ingiuntivo non opposto in favore del condominio – Conseguente intimazione di pagamento nei confronti del condomino destinatario – Rimedi in favore di quest’ultimo – Opposizione a precetto e opposizione tardiva a decreto

Al condomino al quale sia intimato il pagamento di una somma di danaro in base ad un decreto ingiuntivo non opposto ottenuto nei confronti del condominio, va riconosciuta la disponibilità dei rimedi dell’opposizione a precetto e dell’opposizione tardiva al decreto, potendosi far valere, rispettivamente, mediante opposizione le ragioni di nullità del decreto ovverosia i vizi in cui sia incorso il giudice nel procedere o nel giudicare e con opposizione a precetto le ragioni che si traducono nella … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 6-2, Ordinanza 22-2-2022, n. 5811

 

Interpretazione del giudicato – Interpretazione del giudice dell’opposizione – Censurabilità in cassazione

L’interpretazione del titolo esecutivo, consistente in una sentenza passata in giudicato, compiuta dal giudice dell’opposizione all’esecuzione o agli esecutivi, è sindacabile in sede di legittimità, sotto il profilo della violazione della norma di legge sul giudicato sostanziale (art. 2909 c.c.), risolvendosi in una questione di diritto, e non di fatto, allorquando il giudicato costituisca il parametro di legittimità dell’azione esecutiva intrapresa o dello stesso processo esecutivo, in quanto la fonte del diritto applicabile alla fattispecie, una volta intervenuto il giudicato, è l’accertamento in esso contenuto e non la legge generale ed astratta. Cassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza 21-2-2022, n. 5633

 

Valore della controversia ai fini della competenza – Importo indicato nell’atto di intimazione (nella specie, rivolto “pro quota” millesimale nei confronti dei singoli condomini)

Ai fini della competenza nei giudizi di opposizione all’esecuzione, il valore della controversia si determina, ai sensi dell’art. 17 c.p.c., in base all’importo indicato nell’atto di intimazione (nella specie, rivolto “pro quota” millesimale nei confronti dei singoli condomini di un condominio, contro cui si era formato il titolo), non assumendo rilevanza che il titolo esecutivo tragga origine da un’unica obbligazione e che l’opposizione sia stata … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 31-1-2022, n. 2882

 

Opposizione a precetto – Sospensione del termine di efficacia del precetto

L’opposizione a precetto determina la sospensione del termine di efficacia dello stesso ma non impedisce al creditore di procedere all’esecuzione forzata, anche dopo il decorso del termine di cui all’art. 481 c.p.c. e senza necessità di attendere la definizione del giudizio di opposizione, in tal modo bilanciandosi il vantaggio di poter avviare l’esecuzione in qualsiasi momento con il … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 26-1-2022, n. 2347

 

Regolamento preventivo di giurisdizione – Opposizione all’esecuzione

In pendenza di un processo di esecuzione è inammissibile la proposizione del regolamento preventivo di giurisdizione, il cui ambito di applicazione è circoscritto al processo di cognizione ove soltanto è possibile riconoscere l’esistenza di un giudice istruttore e di un collegio ai sensi dell’art. 367 c.p.c.; né, conseguentemente, tale rimedio processuale è proponibile nei giudizi di opposizione incidentali all’esecuzione, atteso che esso potrebbe riguardare solo la giurisdizione a conoscere dell’opposizione, la quale, una volta che il processo esecutivo sia iniziato, non può che spettare al giudice ordinario, sicché tutte le questioni sull’esistenza del titolo esecutivo o sulla liquidità del credito riguardano la legittimità dell’esecuzione e non la giurisdizione, senza che … continua a leggereCassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza 17-1-2022, n. 1216

 

Erronea proposizione dell’opposizione per citazione anziché per ricorso – Termine per proporre opposizione ex articolo 641 c.p.c.

Allorchè l’opposizione a decreto ingiuntivo concesso in materia di locazione di immobili urbani, soggetta a rito speciale di cui all’art. 447-bis c.p.c., sia erroneamente proposta con citazione, invece che con ricorso, non opera la disciplina di mutamento del rito di cui all’art. 4 del d.lgs. n. 150 del 2011, che è applicabile quando la controversia viene promossa in forme diverse da quelle previste dai modelli regolati dal medesimo decreto legislativo n. 150/2011, producendo l’atto gli effetti del ricorso, in virtù del principio di conversione, qualora venga depositato in … continua a leggereCassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza 13-1-2022, n. 927

 

Legittimazione attiva – Fideiussore dell’esecutato – Esclusione

In tema di opposizione all’esecuzione, ai sensi dell’art. 615 c.p.c., la legittimazione attiva spetta esclusivamente al debitore esecutato, non potendo ritenersi legittimato né il fideiussore, coobbligato col primo, né il socio della società di capitali assoggettata ad esecuzione, ove non anch’essi esecutati, difettando comunque l’interesse a contraddire in ordine alle … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 28-12-2021, n. 41800

 

Scadenza del temine perentorio assegnato per la notificazione del ricorso e del decreto all’opposto – Declaratoria di inammissibilità dell’opposizione all’esecuzione

In tema di opposizione all’esecuzione e agli atti esecutivi, la legge non prevede l’obbligo della cancelleria di comunicare al ricorrente l’avvenuto deposito del decreto con il quale il giudice dell’esecuzione ha fissato davanti a sé l’udienza per la fase sommaria, sicché, ove venga lasciato scadere il temine perentorio ivi assegnato per la notificazione del ricorso e dello stesso decreto all’opposto, il ricorrente incorre nella declaratoria di inammissibilità dell’opposizione, senza poter invocare la rimessione in termini; invero, avuto riguardo ai principi affermati dalla Corte costituzionale (sentenza n. 197 del 1998), la periodica verifica dell’avvenuto deposito di un provvedimento giudiziale per il quale non è prevista dalla legge la comunicazione alle parti, non costituisce un “onere eccedente la normale diligenza”, atteso che essa può essere … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 28-12-2021, n. 41747

 

Proposizione opposizione preventiva all’esecuzione ed opposizione ad esecuzione iniziata, fondate sugli stessi motivi – Litispendenza – Esclusione

In caso di successiva proposizione di due giudizi aventi identico oggetto (nella specie, opposizione preventiva all’esecuzione ed opposizione ad esecuzione iniziata, fondate sugli stessi motivi), il giudice del secondo non può dichiarare la litispendenza ai sensi dell’art. 39 c.p.c. se in relazione al primo giudizio si sia già formato il giudicato, quand’anche quest’ultimo consegua ad una pronuncia della Corte di cassazione avverso la quale sia stata proposta l’impugnazione per revocazione, ai sensi d… continua a leggereCassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 24-12-2021, n. 41505

 

Titolo esecutivo giudiziale a favore di creditore estinto – Remissione del debito intervenuta prima della condanna – Deducibilità da parte del debitore con l’ordinario mezzo di gravame

Nell’ipotesi in cui venga emessa sentenza esecutiva in favore di un soggetto non più esistente al tempo della pronuncia, l’eventuale estinzione dell’obbligazione dedotta in giudizio, per remissione del debito compiuta prima della condanna, deve essere eccepita dal debitore con l’ordinario mezzo di impugnazione, non potendo la stessa essere dedotta in sede di opposizione all’esecuzione iniziata dal … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 22-12-2021, n. 41263

 

Opposizione all’esecuzione avverso una cartella di pagamento emessa per il recupero di somme da sanzioni per violazione del codice della strada – Illegittimità della cartella per il mancato esaurimento della procedura amministrativa di impugnazione del verbale presupposto dinanzi al prefetto – Competenza del giudice di pace

In materia di opposizione all’esecuzione avverso una cartella di pagamento emessa per il recupero di somme da sanzioni per violazione del codice della strada, qualora l’opposizione si fondi sull’illegittimità della cartella per il mancato esaurimento della procedura amministrativa di impugnazione del verbale presupposto dinanzi al prefetto, la controversia verte sull’esistenza di un valido titolo esecutivo, sicché competente a conoscere dell’opposizione stessa è il giudice di pace, in quanto già competente, “ratione materiae”, a conoscere delle … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 17-12-2021, n. 40561

 

Liquidazione delle spese nei giudizi di opposizione all’espropriazione forzata – Determinazione del valore della causa

Ai fini della liquidazione delle spese nei giudizi di opposizione all’espropriazione forzata, il valore della causa va determinato in relazione al “peso” economico delle controversie e dunque: (a) per la fase precedente l’inizio dell’esecuzione, in base al valore del credito per cui si procede; (b) per la fase successiva, in base agli effetti economici dell’accoglimento o del rigetto dell’opposizione; (c) nel caso di opposizione all’intervento di un creditore, in base al solo credito vantato dall’interveniente; (d) nel caso in cui non sia possibile determinare gli effetti economici dell’accoglimento o del rigetto dell’opposizione, in base al valore del bene esecutato; (e) nel caso, infine, in cui l’opposizione riguardi un atto esecutivo che non riguardi direttamente il bene pignorato, ovvero il valore di quest’ultimo non sia determinabile, la causa va ritenuta di valore indeterminabile (nella specie la S.C., trattandosi di opposizione ad esecuzione iniziata, di cui all’art. 615, comma 2, c.p.c., ha ritenuto di non dover… continua a leggereCassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 3-12-2021, n. 38370

 

Riassunzione dell’opposizione esecutiva davanti al giudice del rinvio – Forma 

L’atto di riassunzione dei giudizi di opposizione esecutiva (sia che si tratti di opposizione all’esecuzione, sia che si tratti di opposizione agli atti esecutivi o di opposizione di terzo all’esecuzione, rispettivamente proposte ai sensi degli artt. 615, 617 e 619 c.p.c.) davanti al giudice del rinvio, ai sensi dell’art. 392 c.p.c., deve avvenire nella medesima forma (citazione o ricorso) nella quale deve avvenire l’instaurazione del giudizio di merito della relativa opposizione a cognizione piena, ai sensi degli artt. 616, 618 e 618 bis c.p.c., non potendo certamente ritenersi che possa o debba avere nuovamente luogo la fase sommaria del giudizio, per la quale è prevista l’introduzione con ricorso; di conseguenza, se il giudizio di merito dell’opposizione a cognizione piena debba avvenire con atto di citazione, in ragione dell’applicabilità del rito ordinario di cognizione, nella stessa forma dovrà avvenire la sua riassunzione a seguito di cassazione con rinvio della decisione di merito e, se la suddetta riassunzione avvenga erroneamente con ricorso anziché con atto di citazione, essa potrà ritenersi tempestiva, secondo le regole generali, solo nel caso in cui la notificazione del … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 3-12-2021, n. 38323

 

Valore della controversia ai fini della competenza 

Nei giudizi di opposizione all’esecuzione ex art. 615, comma 1, c.p.c., ai fini della competenza, il valore della controversia si determina in base al “credito per cui si procede” a norma dell’art. 17 c.p.c. e, cioè, in riferimento alla somma precettata nella sua interezza, senza che assuma rilievo il maggiore importo – pari a quello del “credito precettato aumentato della metà” – al quale deve … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 30-11-2021, n. 37581

 

Dichiarazione di esecutorietà ex art. 647 c.p.c. – Impugnabilità

La sussistenza delle condizioni che, ai sensi dell’art. 647 c.p.c., legittimano la dichiarazione di esecutorietà del decreto ingiuntivo, è sindacabile esclusivamente nel giudizio di opposizione ex art. 645 ovvero ex art. 650 c.p.c. ovvero, ancora, in quello di opposizione all’esecuzione intrapresa in base al medesimo decreto ingiuntivo dichiarato esecutivo, non essendo previsto alcun mezzo d’impugnazione avverso il relativo decreto ex art. 647 cit., né essendo … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 2, Ordinanza 23-11-2021, n. 36196

 

Opposizione all’esecuzione – Titolo esecutivo stragiudiziale – Contestazione della misura degli interessi corrispettivi – Onere della prova

Nel giudizio di opposizione all’esecuzione iniziata sulla base di un titolo stragiudiziale, quando l’opponente contesti la misura degli interessi corrispettivi pretesi dal creditore, spetta a quest’ultimo provare sia l’esistenza del relativo patto, sia la correttezza e la legittimità del criterio con cui gli interessi sono … continua a leggere ► Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 17-11-2021, n. 34812

 

Giurisdizione ordinaria e amministrativa – In genere prelievo supplementare sul latte – Opposizione a cartella di pagamento

In tema di opposizione a cartella esattoriale relativa al prelievo supplementare nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari, la previsione contenuta nell’art. 133, comma 1, lett. t), del d.lgs. n. 104 del 2010, che devolve alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo le controversie relative al suddetto prelievo, deve essere interpretata alla luce del principio di concentrazione delle tutele, di cui è espressione anche la giurisdizione esclusiva del G.A.. Ne consegue che, ove le domande, attraverso la proposizione di una sostanziale opposizione all’esecuzione, ai sensi dell’art. 615 c.p.c., comportino una contestazione del quantum accertato dall’Autorità amministrativa nell’esercizio delle sue potestà pubbliche, il sindacato di legittimità attiene a posizioni di interesse legittimo e quindi alla giurisdizione del G.A. che, in tal modo, diventa il dominus dell’intera controversia, ancorché caratterizzata dall’intreccio di posizioni di interesse legittimo e diritti soggettivi. Cassazione Civile, Sezioni Unite, Ordinanza 12-11-2021, n. 33850

 

Individuazione del mezzo di impugnazione – Qualificazione giuridica effettuata dal giudice del provvedimento – Rilevanza

Ai fini dell’individuazione del mezzo di impugnazione avverso la decisione pronunciata in sede di contestazione inerente al procedimento esecutivo, assume rilievo decisivo la qualificazione, espressa o implicita, data dal giudice del merito al rapporto controverso, con la conseguenza che è esperibile l’appello ove l’azione sia stata qualificata come opposizione all’esecuzione, indipendentemente dalla esattezza dell’inquadramento effettuato. Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 9-11-2021, n. 32833

 

Beni ed entrate pubbliche – Enti pubblici diversi dagli enti locali – Espropriazione di crediti vantati da tali enti verso soggetti diversi dal proprio istituto tesoriere – Ammissibilità

Nei confronti degli enti pubblici diversi dagli enti locali di cui all’art. 2 d.lgs. n. 267 del 2000 è possibile, fatte salve specifiche disposizioni in deroga, l’espropriazione forzata in relazione a beni diversi dalle disponibilità esistenti sul relativo conto di tesoreria e, quindi, pure con riguardo ai crediti dagli stessi vantati verso soggetti diversi dal proprio istituto tesoriere, con la conseguenza che la relativa procedura esecutiva può anche non svolgersi presso il menzionato istituto. (Nella specie, in un giudizio di opposizione a precetto introdotto da un’azienda ospedaliera di Catania e concernente crediti da questa vantati verso l’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia, la S.C. ha dichiarato la competenza per territorio del Tribunale di Palermo, luogo ove il creditore aveva eletto domicilio nel menzionato precetto, rigettando la tesi della parte debitrice che sosteneva la competenza del Tribunale di Catania, città nella quale si trovava il suo istituto tesoriere e l’atto contestato era stato notificato). Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 9-11-2021, n. 32824

 

Termine per la riassunzione del processo esecutivo – Decorrenza

Il termine per la riassunzione del processo esecutivo, sospeso a seguito della proposizione di un’opposizione all’esecuzione a norma dell’art. 627 c.p.c., decorre dal passaggio in giudicato della sentenza di rigetto dell’opposizione (senza che assuma rilievo al riguardo la comunicazione del provvedimento a cura della cancelleria), anche nel caso in cui il giudicato consegua ad una decisione nel merito resa ai sensi … continua a leggere Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 20-10-2021, n. 29188

 

Esecuzione forzata per obblighi di fare e di non fare – Ordinanza ex art. 612 c.p.c. – Illegittima decisione sull’an dell’esecuzione – Natura – Decisione sommaria – Conseguenze – Rimedio esperibile

L’ordinanza resa ai sensi dell’art. 612 c.p.c. che illegittimamente abbia risolto una contesa tra le parti, così esorbitando dal profilo funzionale proprio dell’istituto, non è mai considerabile come una sentenza in senso sostanziale, decisiva di un’opposizione ex art. 615 c.p.c., ma dà luogo, anche qualora contenga la liquidazione delle spese giudiziali, ad una decisione soltanto sommaria, in quanto da ritenersi conclusiva della fase sommaria di un’opposizione all’esecuzione, rispetto alla quale la parte interessata può tutelarsi introducendo un giudizio di merito ex art. 616 c.p.c.. Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 20-10-2021, n. 29025

 

Mancata opposizione a decreto ingiuntivo art. 645 cpc – Deducibilità con l’opposizione all’esecuzione di fatti estintivi anteriori alla formazione del giudicato sulla sussistenza del credito

La mancata opposizione a decreto ingiuntivo preclude la deducibilità, con l’opposizione all’esecuzione, di fatti estintivi anteriori alla formazione del giudicato sulla sussistenza del credito, ma non impedisce al condebitore, coobbligato in virtù di titolo esecutivo di formazione giudiziale passato in giudicato nei suoi confronti, di far valere con l’opposizione ex art. 615 c.p.c. l’avvenuta integrale estinzione della pretesa creditoria conseguente al pagamento eseguito da altro soggetto, ancorché prima che il provvedimento monitorio acquisisse carattere di definitività, perché il principio del giudicato ha la funzione di accertare definitivamente l’esistenza e l’ammontare del credito nei confronti di uno o più debitori, ma non quella di consentire al creditore di … continua a leggere Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 14-10-2021, n. 28044

 

Opposizioni a precetto per il pagamento di credito pecuniario – Accertamenti in sede del relativo giudizio di cognizione – Legittimità del precetto – Sussistenza del diritto della parte a procedere ad esecuzione forzata 

Nel giudizio di cognizione promosso dal debitore con opposizione a precetto per il pagamento di credito pecuniario, mentre la delibazione della legittimità del precetto va condotta con riferimento alla situazione esistente al momento dell’intimazione dello stesso, l’indagine sull’attuale esistenza del diritto della parte istante di procedere ad esecuzione forzata va effettuata attraverso la ricostruzione dei rispettivi rapporti fino al momento della decisione, e, quindi, tenendo conto non soltanto dei pagamenti che l’opponente deduca e dimostri di aver fatto, pure in corso di causa, ma anche delle nuove ragioni creditorie che l’opposto abbia dedotto in via riconvenzionale, al fine di ottenere un nuovo titolo esecutivo sostitutivo od integrativo di quello posto originariamente a base della procedura esecutiva. Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 12-10-2021, n. 27688

 

Esecuzione del sequestro conservativo presso terzi – Ordinanza di assegnazione del credito nei limiti della pignorabilità – Impugnazione 

L’ordinanza con cui il giudice dell’esecuzione, a definitiva chiusura della procedura di attuazione di un sequestro conservativo presso terzi, assegni i crediti dichiarati dal terzo, nei limiti della relativa pignorabilità, è impugnabile esclusivamente con l’opposizione agli atti esecutivi ex art. 617 c.p.c., anche in relazione alla corretta liquidazione delle spese dello stesso procedimento di attuazione; diversamente, ove il giudice abbia inteso sospendere il procedimento di attuazione, a seguito di un’opposizione all’esecuzione formalmente proposta dal debitore ai sensi dell’art. 615 c.p.c., l’ordinanza sarà impugnabile con il reclamo di cui all’art. 624 c.p.c., restando comunque esclusa la possibilità di proporre l’appello. In entrambi i casi, solo a seguito della proposizione di un’opposizione all’esecuzione il giudice, previa liquidazione delle spese della fase sommaria, è tenuto (sempre che l’opponente non vi rinunci) a fissare il termine per l’instaurazione della fase di merito del giudizio di opposizione, potendo, in mancanza, la parte interessata, chiedere l’integrazione del provvedimento ai sensi dell’art. 289 c.p.c., ovvero procedere direttamente alla instaurazione del suddetto giudizio, in tale sede proponendo anche tutte le contestazioni relative all’eventuale liquidazione delle spese relative alla fase sommaria del giudizio di opposizione. Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 6-10-2021, n. 27073

 

Documenti prodotti dalle parti nella fase sommaria – Inserimento nel fascicolo della causa di opposizione e collocazione nei fascicoli di parte

Nei giudizi di opposizione all’esecuzione e di opposizione di terzo all’esecuzione di cui agli artt. 615 e 619 c.p.c., i documenti prodotti dalle parti nella fase sommaria devono ritenersi già acquisiti al processo ed essere inseriti nel fascicolo della causa di opposizione, ai sensi dell’art.186 disp. att. c.p.c., in ragione del carattere unitario dei predetti giudizi nonostante la loro struttura bifasica, ma, avendo natura di produzioni documentali di parte, non entrano nel fascicolo d’ufficio, di cui all’art.168 c.p.c, restando collocati in quelli delle parti stesse; pertanto, se, per un verso, non è necessario che le parti procedano ad una nuova formale attività di produzione dei predetti documenti nel corso della fase a cognizione piena secondo le modalità e i termini perentori previsti dall’art.183 c.p.c., né sussistono preclusioni di alcun tipo in relazione alla loro esibizione e al loro inserimento nel fascicolo di parte, per altro verso la loro collocazione nei fascicoli di parte impone l’applicazione del relativo regime, sicché, ai sensi dell’art.169 c.p.c., essi devono essere depositati al momento dell’assegnazione della causa in decisione o, al più tardi, al momento del deposito della comparsa conclusionale. Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 27-9-2021, n. 26116

 

Domanda di condanna per responsabilità aggravata ex art. 96, secondo comma, c.p.c.

L’istanza di condanna al risarcimento dei danni ex art. 96, secondo comma, c.p.c., per aver intrapreso o compiuto, senza la normale prudenza, un’esecuzione forzata in forza di un titolo esecutivo di formazione giudiziale non definitivo successivamente caducato, deve essere proposta, di regola, in sede di cognizione, ossia nel giudizio di formazione o preordinato alla definitività del titolo esecutivo, ove quel giudizio sia ancora pendente, e non vi siano preclusioni di natura processuale. In questa ultima ipotesi, la domanda deve essere formulata al giudice dell’opposizione all’esecuzione. Solo qualora sussista un’ipotesi di impossibilità di fatto o di diritto all’articolazione della … continua a leggereCassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza 21-9-2021, n. 25478

 

Opposizione all’esecuzione – Sopravvenuta caducazione del titolo esecutivo – Accoglimento dell’opposizione – Esclusione – Cessazione della materia del contendere – Configurabilità – Regolazione delle spese processuali – Criterio della soccombenza virtuale 

In caso di esecuzione forzata intrapresa sulla base di un titolo giudiziale non definitivo, la sopravvenuta caducazione del titolo per effetto di una pronuncia del giudice della cognizione (nella specie: ordinanza di convalida di sfratto successivamente annullata in grado di appello) importa che il giudizio di opposizione all’esecuzione per altri motivi proposto vada definito con una pronuncia di cessazione della materia del contendere, e non già di accoglimento dell’opposizione, e le spese processuali regolate, per conseguenza, secondo il criterio della soccombenza virtuale, da valutare unicamente in relazione agli originari motivi di opposizione. Cassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza 21-9-2021, n. 25478

 

Espropriazione di un bene in comunione legale per crediti personali di un solo coniuge – Beneficio di escussione dei beni personali del debitore e sussidiarietà dei beni in comunione ex art. 189 c.c. – Deduzione con opposizione all’esecuzione 

Nell’espropriazione del bene in comunione legale per crediti personali di uno solo dei coniugi, il beneficio di escussione dei beni personali del coniuge debitore e la sussidiarietà del cespite in comunione legale ex art. 189 c.c. devono essere fatti valere esclusivamente con lo strumento dell’opposizione all’esecuzione e non con una semplice eccezione formulata in sede di divisione endoesecutiva. Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 4-8-2021, n. 22210

 

Opposizione avverso cartella di pagamento per la riscossione di sanzioni amministrative per violazione delle norme a tutela del lavoro – Denuncia dell’omessa conoscenza dell’atto presupposto per nullità od omessa notificazione del processo verbale di accertamento – Rimedio esperibile – Opposizione agli atti esecutivi 

L’opposizione alla cartella di pagamento, emessa ai fini della riscossione di una sanzione amministrativa pecuniaria, comminata per violazione di norme a tutela del lavoro, ove la parte deduca che essa costituisce il primo atto con il quale è venuta a conoscenza della sanzione irrogata, in ragione della nullità o dell’omissione della notificazione del processo verbale di accertamento della violazione, deve essere proposta ex art. 617 c.p.c. e non nelle forme dell’opposizione all’esecuzione di cui all’art. 615 c.p.c.. Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 20-7-2021, n. 20694

 

Tributi – Carenza della originaria pretesa tributaria o estinzione della stessa per intervenuta prescrizione – Giurisdizione tributaria

In tema di controversie su atti di riscossione coattiva di entrate di natura tributaria, spetta alla giurisdizione tributaria la cognizione sull’opposizione alla cartella di pagamento (promossa ai sensi dell’art. 615, comma 1, c.p.c.) con la quale siano dedotti fatti – relativi alla carenza della originaria pretesa tributaria o all’estinzione della stessa (nella specie, per intervenuta prescrizione) – che si assumano verificati anteriormente alla notificazione della cartella. Cassazione Civile, Sezioni Unite, Ordinanza 20-7-2021, n. 20693

 

Conclusione dell’esecuzione e scadenza dei termini per le relative opposizioni 

L’ammissione, dopo la conclusione dell’esecuzione e la scadenza dei termini per le relative opposizioni, di azioni volte a contrastare gli effetti dell’esecuzione stessa, sostanzialmente ponendoli nel nulla o limitandoli, è in contrasto sia con i principi ispiratori del sistema, sia con le regole specifiche relative ai … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 2, Ordinanza 16-7-2021, n. 20331

 

Qualificazione della domanda stessa, in sede d’impugnazione, quale opposizione all’esecuzione o agli atti esecutivi 

L’applicazione del rito speciale del lavoro ad una opposizione proposta avverso una cartella di pagamento notificata dall’agente della riscossione non comporta di per sé una implicita qualificazione della domanda in termini di opposizione a sanzione amministrativa ex art. 22 della l. n. 689 del 1981, ai fini del cd. principio dell’apparenza, per l’identificazione del mezzo di impugnazione esperibile contro la relativa sentenza e, di conseguenza, non determina l’esclusione della qualificazione della domanda stessa, in sede d’impugnazione, in termini di opposizione all’esecuzione e/o agli atti esecutivi, ai sensi degli artt. 615 e 617 c.p.c., anche con riferimento all’applicazione o meno del regime di sospensione feriale dei termini, in mancanza di ulteriori elementi che portino a ritenere che il giudice “a quo”, avvalendosi del rito speciale, abbia inteso effettuare una vera e propria qualificazione di detta domanda. Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 13-7-2021, n. 19993

 

Pagamento del debitore in ottemperanza all’intimazione contenuta nel precetto – Effetto preclusivo dell’azione di ripetizione

Il pagamento spontaneo – eseguito in ottemperanza all’intimazione contenuta nel precetto o allo scopo di evitare l’espropriazione o anche dopo il pignoramento, ma prima della definizione del processo esecutivo con la distribuzione del ricavato dalla vendita dei beni – non osta all’esperimento, da parte del debitore, dell’azione di ripetizione di indebito contro il creditore per ottenere la restituzione di quanto riscosso, in quanto la preclusione all’azione ex art. 2033 c.c. deriva soltanto dalla chiusura della procedura con l’approvazione del progetto di distribuzione, la quale comporta l’intangibilità della concreta ed effettiva attribuzione delle somme ricavate, né assume rilievo, sul piano sostanziale, la possibilità di proporre il rimedio, pur sempre facoltativo, dell’opposizione all’esecuzione ai sensi … continua a leggere ► Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 8-6-2021, n. 15963 

 

Opposizione alla cartella di pagamento – Violazione del codice della strada – Omissione della notificazione del processo verbale di accertamento 

L’opposizione alla cartella di pagamento, emessa ai fini della riscossione di una sanzione amministrativa pecuniaria, comminata per violazione del codice della strada, ove la parte deduca che essa costituisce il primo atto con il quale è venuta a conoscenza della sanzione irrogata, in ragione della nullità o dell’omissione della notificazione del processo verbale di accertamento della violazione, deve essere proposta ai sensi dell’art. 7 del d.lgs. n. 150 del 2011, e non nelle forme dell’opposizione all’esecuzione ex art. 615 c.p.c., e, pertanto, entro trenta giorni dalla notificazione della cartella. Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 25-5-2021, n. 14266

 

Opposizioni all’esecuzione – Domicilio eletto con l’atto di precetto – Inidoneità dell’elezione a radicare la competenza 

L’elezione di domicilio nel precetto, ex art. 480, comma 3, c.p.c., in un comune nel cui circondario il creditore, all’esito di specifica contestazione del debitore opponente, non risulti aver dimostrato l’esistenza di beni staggibili, è inidonea a radicare la competenza territoriale del giudizio di opposizione preventiva all’esecuzione. (Nella specie, la S.C., in forza dell’inidoneità dell’elezione di domicilio, ha regolato la competenza individuando quali fori alternativi Isernia, ivi risultando l’esistenza di un conto corrente bancario – con somme pignorabili presso terzi – di prossimità alla sede operativa della società precettata, e Roma, sede legale della stessa). Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 22-3-2021, n. 8024

 

Domanda accessoria consequenziale ad una opposizione all’esecuzione – Applicazione della disciplina relativa all’opposizione all’esecuzione 

Nel caso di domanda accessoria e consequenziale ad una opposizione all’esecuzione ex art. 615 c. p. c., il giudizio ha ad oggetto un’unica causa, per sua natura sottratta alla sospensione dei termini processuali nel periodo feriale. Ne consegue che, in relazione agli atti volti a radicare il giudizio di impugnazione davanti al giudice di grado superiore, compreso il giudizio di cassazione, per entrambe le domande trova applicazione la disciplina relativa all’opposizione all’esecuzione in quanto domanda proposta in via principale. Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 17-3-2021, n. 7421

 

Riscossione mediante iscrizione a ruolo – Cartella di pagamento – Omessa impugnazione – Notifica intimazione ad adempiere ex art. 50 d.p.r. n. 602 del 1973 – Opposizione

In tema di riscossione a mezzo ruolo di somme dovute all’Amministrazione finanziaria in forza di rapporti di diritto privato, la mancata impugnazione della cartella di pagamento da parte dell’obbligato non determina alcuna preclusione, ben potendo il debitore proporre le opposizioni all’esecuzione e agli atti esecutivi, a norma dell’art. 29 d.lgs. n. 46 del 1999, nelle forme ordinarie, ossia ai sensi degli artt. 615 e 617 c.p.c. Pertanto, ove alla notifica della cartella non segua, entro un anno, l’avvio dell’azione esecutiva, il debitore può sempre opporsi all’intimazione di pagamento successivamente notificata ai sensi dell’art. 50 d.P.R. n. 602 del 1973, per contestare il diritto di procedere ad esecuzione forzata, trattandosi … continua a leggere ► Cassazione Civile, Sezione Tributaria, Sentenza 11-3-2021, n. 6833

 

Riscossione mediante iscrizione a ruolo – Contestazioni relative alla cartella esattoriale – Giurisdizione del giudice ordinario – Proposizione avanti al giudice tributario

In tema di riscossione a mezzo ruolo di somme dovute all’Amministrazione finanziaria in forza di rapporti di diritto privato, la cartella di pagamento ovvero l’intimazione di pagamento di cui rispettivamente agli artt. 20 e 25 del d.P.R. n. 602 del 1973, notificate all’obbligato, hanno funzione assimilabile al precetto di cui all’art. 480 c.p.c., preannunciando esse l’azione esecutiva cd. esattoriale, e le relative contestazioni vanno proposte dinanzi al giudice ordinario, nelle forme e nei termini di cui agli artt. 615 e 617 c.p.c. Ove tuttavia il debitore abbia per errore proposto la contestazione del diritto di procedere ad esecuzione forzata dinanzi al giudice tributario e il difetto di giurisdizione non sia stato eccepito da alcuno, né rilevato d’ufficio dal giudice, la pronuncia di questi nel merito determina, in mancanza di impugnazione, la formazione del giudicato implicito sul punto, senza tuttavia trasformare la natura del rapporto obbligatorio, che resta privatistica; ne deriva che, in tal caso, la proposizione dell’opposizione alla cartella di pagamento, ovvero all’intimazione di pagamento, per quanto avanzata dinanzi al giudice tributario, resta sottratta al termine perentorio di cui all’art. … continua a leggere ► Cassazione Civile, Sezione Tributaria, Sentenza 11-3-2021, n. 6833

 

Pagamento del debito nel corso del giudizio – Cessazione della materia del contendere – Mancata rinuncia della domanda diretta all’accertamento dell’inesistenza del debito – Cessazione della materia del contendere – Esclusione

Nell’ipotesi di pagamento avvenuto nel corso del giudizio, non si verifica la cessazione della materia del contendere (che, presupponendo il venir meno delle ragioni di contrasto fra le parti, fa venir meno la necessità della pronuncia del giudice) allorché l’obbligato non rinunci alla domanda diretta all’accertamento dell’inesistenza del debito. (Nella specie, la S.C. ha cassato la sentenza che aveva dichiarato cessata la materia del contendere del giudizio d’opposizione all’esecuzione, promossa per spese giudiziali pretese sulla base di sentenza provvisoriamente esecutiva ma riformata in sede di gravame, in ragione del pagamento antecedente alla notifica del precetto ma nonostante la mancata rinuncia all’accertamento negativo del debito). Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 23-2-2021, n. 4855

 

Opposizione all’esecuzione – Chiusura della fase sommaria – Declaratoria di improcedibilità sia dell’opposizione del debitore sia dell’azione esecutiva del creditore – Interesse ad instaurare il giudizio a cognizione piena da parte del creditore

In tema di rapporti tra la fase sommaria delle opposizioni esecutive e il relativo giudizio a cognizione piena, nell’ipotesi in cui il giudice dell’esecuzione, nella fase sommaria, abbia dichiarato improcedibile sia l’opposizione proposta dal debitore sia l’azione esecutiva del creditore, sussiste l’interesse di quest’ultimo ad instaurare la fase di merito dell’opposizione avanzata dal debitore, sia per conseguire una pronuncia a cognizione piena sull’ammissibilità ed eventualmente sul merito della stessa (previa sua qualificazione in termini di opposizione all’esecuzione o di opposizione agli atti esecutivi), sia per ottenere la revisione della regolamentazione delle spese della fase sommaria, operata ovvero omessa dal giudice dell’esecuzione. Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 9-2-2021, n. 3019

 

Titolo esecutivo di formazione giudiziale – Correzione di errore materiale – Opposizione all’esecuzione – Contestazione sulla regolarità del procedimento ex art. 288 c.p.c. – Inammissibilità

Nell’opposizione all’esecuzione promossa in base a un titolo esecutivo di formazione giudiziale, poi corretto ai sensi dell’art. 288 c.p.c., è inammissibile la contestazione riguardante la regolarità del procedimento di correzione, la quale va proposta, qualora ne sussistano i presupposti, coi mezzi di impugnazione avverso il titolo emendato a norma dell’art. 288, comma 4, c.p.c.. Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 23-12-2020, n. 29468

 

Agevolazioni tributarie (riforma tributaria del 1972) – Esenzione contributo unificato – Procedimento di opposizione all’esecuzione – Esclusione

In tema di agevolazioni tributarie, l’esenzione dal pagamento del contributo unificato prevista dall’art. 10 del d.P.R. n. 115 del 2002 (“ratione temporis” applicabile, nel testo anteriore alle modifiche apportate dalla l. n. 191 del 2009) si applica al giudizio di opposizione a ordinanza-ingiunzione ex art. 22 della l. n. 689 del 1981, ma non al procedimento di opposizione all’esecuzione di sanzione amministrativa ex art. 615 c.p.c., atteso che le norme che introducono agevolazioni o esenzioni, in quanto eccezionali, sono soggette al criterio di stretta interpretazione. Cassazione Civile, Sezione Tributaria, Sentenza 28-10-2020, n. 23692

 

Opposizione a precetto introdotto dal debitore prima della dichiarazione di fallimento del creditore – Competenza del tribunale fallimentare – Esclusione

L’opposizione a precetto ex art. 615 c.p.c. promossa dall’imprenditore “in bonis” che, in corso di giudizio, sia stato dichiarato fallito non rientra, ai sensi dell’art. 24 l.fall., nella competenza funzionale del Tribunale fallimentare, trattandosi di un’azione inerente ad un diritto già esistente nel patrimonio del fallito anteriormente alla declaratoria della sua insolvenza, che si sottrae alle regole della concorsualità. Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 2-10-2020, n. 21009

 

Competenza per territorio – Opposizione a precetto – Comune della residenza dichiarata o del domicilio eletto con l’atto di precetto

Il Comune nel quale il creditore, con l’atto di precetto, abbia dichiarato la propria residenza od eletto il suo domicilio, ai sensi dell’art. 480, comma 3, c.p.c., deve ritenersi coincidente con quello in cui ha sede il giudice dell’esecuzione e, pertanto, vale a determinare la competenza territoriale sull’opposizione al precetto medesimo proposta prima dell’instaurazione del procedimento esecutivo (artt. 26 e 27 c.p.c.); l’eventuale contestazione di tale coincidenza (per non esservi in quel Comune beni appartenenti all’esecutando, né la residenza del debitore di quest’ultimo), può essere sollevata soltanto dall’opponente, al fine di invocare la competenza del diverso giudice del luogo ove è stato notificato il precetto, e non anche dallo stesso creditore, che resta vincolato alla suddetta dichiarazione od elezione. Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 28-9-2020, n. 20356

 

Connessione per pregiudizialità – Decisione di una di esse senza scioglimento del cumulo – Applicabilità della sospensione

Il giudizio in cui vi sia connessione per pregiudizialità fra una domanda pregiudicante non soggetta alla sospensione feriale dei termini e una o più domande pregiudicate ad essa assoggettate – fino a che il giudizio d’impugnazione non scioglie la connessione, in quanto al relativo giudice è devoluta la causa pregiudicante – resta soggetto interamente alla esclusione della sospensione stessa. (In applicazione del principio, la S.C. ha confermato la sentenza d’appello che aveva dichiarato inammissibile per tardività il gravame ritenendo inapplicabile la sospensione feriale dei termini non solo con riguardo all’opposizione all’esecuzione, ma anche alle domande di restituzione delle somme riscosse in ragione dell’esecuzione e di responsabilità aggravata derivante dall’aver proceduto “in executivis” illegittimamente). Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 21-7-2020, n. 15449

 

Cartelle di pagamento relative a spese di giustizia – Opposizione – Cognizione del giudice civile – Ambito – Individuazione 

In tema di opposizione a cartelle di pagamento per spese di giustizia, cui siano sottesi provvedimenti adottati dal giudice penale, sono riservate alla cognizione del giudice civile le contestazioni riguardanti o aspetti squisitamente contabili o la riconducibilità di talune voci al perimetro di applicabilità della condanna, sempre che non vi siano dubbi sulla definizione del detto perimetro e si verta, quindi, solo sul concreto rispetto di esso in sede di quantificazione. Qualora, viceversa, si discuta della reale definizione del perimetro e, pertanto, della portata della stessa statuizione penale, la questione appartiene alla cognizione del giudice dell’esecuzione penale. Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 9-7-2020, n. 14598

 

Pignoramento presso terzi avente ad oggetto un credito già azionato in via esecutiva

Qualora un pignoramento presso terzi abbia ad oggetto un credito che è stato già azionato in sede esecutiva, il terzo pignorato, a seconda dei tempi delle due procedure, può proporre opposizione ex art. 615 c.p.c. avverso la procedura intentata ai suoi danni, al fine di dedurre il definitivo venir meno della titolarità del credito in capo al proprio creditore, ma solo se e nella misura in cui sia stata già pronunciata l’ordinanza di assegnazione implicante la sostituzione del proprio creditore con i creditori che quel credito hanno pignorato, oppure ha l’onere di dichiarare quella circostanza, ai sensi dell’art. 547 c.p.c., nella procedura di espropriazione presso terzi, rimanendo altrimenti esposto al rischio di restare obbligato sia nei confronti del proprio creditore originario sia del “creditor creditoris”. Quest’ultimo, a sua volta, apprendendo notizia dell’azione esecutiva intrapresa dal suo debitore può sostituirsi allo stesso in forza dell’ordinanza di assegnazione del credito, che determina una successione a titolo particolare nel diritto in base all’art. 111 c.p.c., oppure mediante istanza di sostituzione in forza dell’art. 511 c.p.c. Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 9-7-2020, n. 14597

 

Opposizione a precetto – Elezione di domicilio cd. anomala da parte del creditore – Conseguente erronea individuazione del giudice territorialmente competente da parte del debitore

In tema di opposizione a precetto, il debitore che, dopo avere erroneamente adìto il giudice del luogo in cui il creditore ha compiuto l’elezione di domicilio cd. anomala (siccome priva di collegamenti con il luogo dell’esecuzione e, quindi, non vincolante ai fini della determinazione del giudice competente a decidere), ne abbia chiesto ed ottenuto la declaratoria di incompetenza territoriale, non può ritenersi parte vittoriosa, in quanto la suddetta declaratoria non è una pronuncia a lui favorevole, ma costituisce una sanzione rispetto alla sua errata iniziativa processuale; ne consegue che la condanna dell’opponente alle spese di lite va ritenuta corretta, non incidendo sulla sua posizione di soccombente la circostanza che l’eccezione di incompetenza sia stata da lui sollevata. Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 1-7-2020, n. 13430

 

Sospensione dei termini processuali nel periodo feriale – Inapplicabilità

Ai sensi della L. 7 ottobre 1969, n. 742, articoli 1 e 3, e del Regio Decreto 30 gennaio 1941, n. 12, articolo 92, la sospensione dei termini processuali nel periodo feriale non si applica alle opposizioni esecutive, riferendosi tale disciplina al processo di opposizione all’esecuzione in ogni sua fase, compreso il giudizio di cassazione, a prescindere dal contenuto della sentenza e dai motivi di impugnazione, ed operando, al riguardo, il principio dell’apparenza, per cui il regime di impugnazione, e, di conseguenza, anche le norme relative al computo dei termini per impugnare, vanno individuati in base alla qualificazione che il giudice “a quo” abbia dato all’azione proposta in … continua a leggere ► Cassazione Civile, Sezione 6-2, Ordinanza 18-6-2020, n. 11780

 

Decreto con il quale il giudice dell’esecuzione fissa davanti a sé l’udienza per la fase sommaria – Comunicazione a cura della cancelleria – Esclusione 

In tema di opposizione all’esecuzione e agli atti esecutivi, il decreto con il quale il giudice dell’esecuzione fissa davanti a sé l’udienza per la fase sommaria, assegnando un termine perentorio per la notificazione del ricorso e dello stesso decreto all’opposto, non è soggetto a comunicazione, a cura della cancelleria, al ricorrente, sicché ove quest’ultimo lasci scadere il termine perentorio fissato, incorre nella declaratoria di inammissibilità dell’opposizione, senza potere beneficiare della rimessione in termini. Invece, se il ricorso è stato regolarmente notificato, la mancata comparizione delle parti non incide sull’ammissibilità della domanda e non preclude la possibilità di pervenire ad una pronuncia nel merito, in quanto la regolare instaurazione del contraddittorio pone le condizioni minime per l’attivazione dei poteri officiosi del giudice dell’esecuzione in ordine alla verifica dei presupposti di procedibilità dell’azione espropriativa. Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 12-6-2020, n. 11291

 

Compensazione con controcredito del debitore esecutato

Con l’opposizione ex art. 615 c.p.c. il debitore esecutato può opporre in compensazione al creditore procedente un controcredito certo (cioè, definitivamente verificato giudizialmente o incontestato) oppure un credito illiquido di importo certamente superiore (la cui entità possa essere accertata, senza dilazioni nella procedura esecutiva, nel merito del giudizio di opposizione) anche nell’ipotesi di espropriazione forzata promossa per il credito inerente al mantenimento del coniuge separato, non trovando applicazione, in difetto di un “credito alimentare”, l’art. 447, comma 2, c.c. Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 26-5-2020, n. 9686

 

Cassazione con rinvio della sentenza di accoglimento dell’opposizione – Mancata riassunzione tempestiva del giudizio in sede di rinvio – Estinzione dell’intero procedimento e inefficacia del decreto ingiuntivo opposto – Erronea dichiarazione di esecutorietà del decreto ingiuntivo – Rimedi

Qualora la sentenza di merito di accoglimento dell’opposizione a decreto ingiuntivo sia cassata con rinvio, in caso di mancata riassunzione del processo nel termine prescritto non trova applicazione l’art. 653 c.p.c., secondo cui a seguito dell’estinzione del processo di opposizione il decreto che non ne sia munito acquista efficacia esecutiva, bensì il disposto dell’art. 393 c.p.c., alla stregua del quale all’omessa riassunzione consegue l’estinzione dell’intero procedimento e, quindi, anche l’inefficacia del provvedimento monitorio; in tale ipotesi, l’erroneità della declaratoria di esecutorietà del decreto ingiuntivo inefficace deve essere fatta valere con l’opposizione all’esecuzione e non con la revocazione ex art. 395, comma 1, n. 5, c.p.c., strumento utilizzabile quando il provvedimento revocando sia in contrasto col … continua a leggere ► Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 23-4-2020, n. 8114

 

Riscossione coattiva di entrate di natura tributaria – Atti esecutivi – Tutela innanzi gli organi di giurisdizione tributaria 

In materia di riscossione coattiva di entrate di natura tributaria, la tutela avverso atti esecutivi (nella specie, ordine di pagamento diretto ex art. 72 bis del d.P.R. n. 602 del 1973) esperibile innanzi gli organi di giurisdizione tributaria integra un normale giudizio impugnatorio ex art. 19, comma 3, del d.lgs. n. 546 del 1992 (e non già un’opposizione esecutiva), da introdurre con le forme tipiche di detto giudizio. Cassazione Civile, Sezioni Unite, Ordinanza 14-4-2020, n. 7822

 

Controversie su atti di riscossione coattiva di entrate di natura tributaria – Discrimine tra giurisdizione tributaria e giurisdizione ordinaria 

In tema di controversie su atti di riscossione coattiva di entrate di natura tributaria (nella specie, ordine di pagamento diretto ex art. 72 bis del d.P.R. n. 602 del 1973), il discrimine tra giurisdizione tributaria e giurisdizione ordinaria va così individuato: alla giurisdizione tributaria spetta la cognizione sui fatti incidenti sulla pretesa tributaria (inclusi i fatti costitutivi, modificativi od impeditivi di essa in senso sostanziale) che si assumano verificati fino alla notificazione della cartella esattoriale o dell’intimazione di pagamento, se validamente avvenute, o fino al momento dell’atto esecutivo, in caso di notificazione omessa, inesistente o nulla degli atti prodromici; alla giurisdizione ordinaria spetta la cognizione sulle questioni di legittimità formale dell’atto esecutivo come tale (a prescindere dalla esistenza o dalla validità della notifica degli atti ad esso prodromici) nonché sui fatti incidenti in senso sostanziale sulla pretesa tributaria, successivi all’epoca della valida notifica della cartella esattoriale o dell’intimazione di pagamento o successivi, in ipotesi di omissione, inesistenza o nullità di detta notifica, all’atto esecutivo cha abbia assunto la funzione di mezzo di conoscenza della cartella o dell’intimazione. Cassazione Civile, Sezioni Unite, Ordinanza 14-4-2020, n. 7822

 

Istanza di sospensione dell’efficacia esecutiva del titolo – Impugnazione  con il rimedio del reclamo 

Il provvedimento con il quale il giudice dell’opposizione all’esecuzione, proposta prima che questa sia iniziata ed ai sensi del primo comma dell’art. 615 c.p.c., decide sull’istanza di sospensione dell’efficacia esecutiva del titolo è impugnabile col rimedio del reclamo ai sensi dell’art. 669-terdecies c.p.c. al Collegio del tribunale cui appartiene il giudice monocratico – o nel cui circondario ha sede il giudice di pace – che ha … continua a leggereCassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza 23-7-2019, n. 19889

 

Elezione di domicilio da parte del creditore procedente in luogo avulso da collegamenti con quello dell’esecuzione

L’elezione di domicilio cd. “anomala” (siccome priva di collegamenti con il luogo dell’esecuzione) che il creditore abbia compiuto nell’atto di precetto, ex art. 480, comma 3, c.p.c., non è vincolante ai fini della determinazione del giudice territorialmente competente a conoscere dell’opposizione a precetto – il quale va individuato con riferimento al possibile luogo della esecuzione, compreso quello di notifica del precetto – né ai fini della scelta del giudice dell’esecuzione – che non può che essere identificato avuto riguardo al luogo in cui si trovano i beni da sottoporre ad espropriazione – né, tantomeno, incide sulla validità in rito del precetto, determinando unicamente il vincolo, per il debitore, di notificare ivi l’atto di opposizione ex art. 615, comma 1, c.p.c..(Nella specie, la S.C. ha individuato il giudice territorialmente competente a decidere su un’opposizione a precetto in base al luogo di ubicazione dell’immobile oggetto della minacciata espropriazione, diverso da … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 6, Ordinanza 14/12/2017, n. 30141

 

Condominio – Titolo esecutivo ottenuto nei confronti del condominio – Esecuzione nei confronti di uno singolo condomino – Opposizione all’esecuzione – Riparto degli oneri probatori 

L’esecuzione nei confronti di un singolo condomino, sulla base di titolo esecutivo ottenuto nei confronti del condominio, per le obbligazioni contratte dall’amministratore, può avere luogo esclusivamente nei limiti della quota millesimale dello stesso, sicché, ove il creditore ne ometta la specificazione ovvero proceda per il totale dell’importo portato dal titolo, l’esecutato può proporre opposizione all’esecuzione ex art. 615, comma 1, c.p.c., deducendo di non essere affatto condomino o contestando la misura della quota allegata dal creditore: nel primo caso, l’onere di provare il fatto costitutivo di detta qualità spetta al creditore procedente ed in mancanza il precetto deve essere dichiaro inefficace per l’intero, mentre, nel secondo caso, è lo stesso opponente a dover dimostrare l’effettiva misura della … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 29-9-2017, n. 22856

 

Opposizione a cartella di pagamento per la riscossione di sanzioni amministrative per violazioni del codice della strada – Omessa notificazione del processo verbale di accertamento – Rimedio esperibile

L’opposizione alla cartella di pagamento, emessa ai fini della riscossione di una sanzione amministrativa pecuniaria, comminata per violazione del codice della strada, ove la parte deduca che essa costituisce il primo atto con il quale è venuta a conoscenza della sanzione irrogata, in ragione della nullità o dell’omissione della notificazione del processo verbale di accertamento della violazione, deve essere proposta ai sensi dell’art. 7 del d.lgs. n. 150 del 2011, e non nelle forme dell’opposizione all’esecuzione ex art. 615 c.p.c., e, pertanto, entro … continua a leggere ► Cassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza 22-9-2017, n. 22080

 

Titolo esecutivo giudiziale non definitivo – Contestazione dei caratteri propri di titolo esecutivo

Qualora il soggetto nei cui confronti sia minacciata o esercitata la pretesa esecutiva, in forza di un titolo giudiziale privo di definitività in quanto ancora “sub iudice” nel processo di cognizione, ponga in dubbio la ricorrenza dei caratteri propri del titolo esecutivo, la relativa contestazione – inerendo l’esistenza del diritto ad agire “in executivis” – può assumere legittimamente la forma dell’opposizione ex art. 615 cod. proc. civ., ancorché il giudizio cognitivo nel quale detto titolo sia ancora in discussione contempli strumenti (artt. 283, 373, 649 cod. proc. civ. ed altri consimili) per sollecitare la sospensione dell’esecutività del titolo stesso. (Nella specie, la S.C., annullando la decisione di rigetto dell’opposizione adottata dal giudice dell’esecuzione, ha ritenuto che la simultanea presenza nel provvedimento monitorio – invocato come titolo esecutivo giudiziale, sebbene non ancora definitivo poiché oggetto di opposizione ex art. 645 cod. proc. civ. – dell’ingiunzione di “pagare senza dilazione” e dell’avvertimento del diritto del debitore “di proporre opposizione”, in mancanza della quale il decreto “diverrà esecutivo”, avrebbe dovuto portare il giudice di merito a disconoscere al provvedimento monitorio efficacia esecutiva, in base al rilievo che nella disciplina del decreto ingiuntivo la regola è nel senso che la sua emissione avviene in via non esecutiva, essendo le ipotesi contrarie tutte tipizzate e operando, dunque, in via di eccezione). Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 29-1-2014, n. 1984

 

Sentenze conclusive in primo grado dei giudizi di opposizione all’esecuzione pubblicate tra il 1 marzo 2006 ed il 4 luglio 2009 – Impugnazione

Le sentenze conclusive in primo grado dei giudizi di opposizione all’esecuzione pubblicate tra il 1 marzo 2006 ed il 4 luglio 2009 non sono impugnabili in ragione di quanto disposto dall’art. 616 c.p.c., ult. inc., nel testo introdotto dalla L. n. 52 del 2006, art. 14, (abrogato con la L. n. 69 del 2009, art. 49, comma 2), quindi sono soltanto ricorribili per Cassazione ex art. 111 Cost. (Cass. n. 20392/09, n. 2043/10, ord. n. 20324/10, nonchè, a contrario, Cass. n. 20414/06 ed, ancora, anche per il rigetto di eccezioni di incostituzionalità, Cass. n. 976/08 e Cass. n. 3688/11).  Al fine di individuare il regime di impugnazione di una sentenza non rileva la data di introduzione del giudizio che con quella sentenza si è concluso, ma la data di pubblicazione della … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 20-3-2012, n. 4380

 

Omessa indicazione delle generalità dell’amministratore nell’atto di precetto notificato da un condominio 

La mancanza, in un atto di precetto notificato da un condominio, delle generalità dell’amministratore è vizio che attiene alla regolarità formale del precetto, e non riguarda i presupposti dell’azione esecutiva. Pertanto tale vizio dev’essere fatto valere dal debitore esecutato con l’opposizione agli atti esecutivi, nel termine per questa previsto, e non con l’opposizione … continua a leggereCassazione Civile, Sezione Terza, 28-02-2011, n. 4896