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Art. 96 cpc – Responsabilità aggravata

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(1) Comma è stato aggiunto dall’art. 45, L. 18.06.2009, n. 69 (G.U. 19.06.2009, n. 140, S.O. n. 95), con decorrenza dal 04.07.2009.

(2) La Corte Costituzionale con sentenza 06.06.2019, n. 139 ha dichiarato: – inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell’art. 96, terzo comma, del codice di procedura civile, sollevata, in riferimento all’art. 25, secondo comma, della Costituzione, dal Tribunale ordinario di Verona con l’ordinanza indicata in epigrafe; – non fondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 96, terzo comma, cod. proc. civ., sollevata, in riferimento all’art. 23 Cost., dal Tribunale ordinario di Verona con l’ordinanza indicata in epigrafe.

 


 

Giurisprudenza:

Iscrizione di ipoteca giudiziale su beni di valore eccedente l’importo del credito vantato – In caso di iscrizione di ipoteca giudiziale su beni il cui valore sia eccedente rispetto all’importo del credito vantato, il creditore può essere chiamato a rispondere ai sensi dell’art. 2043 c.c. per il danno subìto dal debitore consistente nella difficoltà o impossibilità della negoziazione dei beni medesimi ovvero nella difficoltà di accesso al credito; invero, la previsione della speciale responsabilità processuale ex art.96 c.p.c. – quale responsabilità del soccombete che abbia abusato del diritto di agire o resistere in giudizio – non esclude l’applicabilità della disciplina generale dell’illecito civile, atteso che il creditore è tenuto ad una condotta prudente e diligente, nonché informata al rispetto dei principi di buona fede e correttezza, non solo in caso di ricorso a rimedi processuali, bensì, ancor prima, nell’attuazione dei propri diritti contrattuali o negoziali, e dunque anche del diritto di garanzia, il quale deve essere esercitato in termini consentanei con la sua funzione di mezzo volto a creare una situazione di preferenza rispetto agli altri … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 13-12-2021, n. 39441

 

Responsabilità aggravata per lite temeraria neò giudizio di cassazione ex art. 96, comma 3, c.p.c. – Nel giudizio di cassazione, ai fini della condanna ex art. 96, comma 3, c.p.c. può costituire abuso del diritto all’impugnazione la proposizione di un ricorso basato su motivi manifestamente incoerenti con il contenuto della sentenza impugnata o completamente privo dell’autosufficienza oppure contenente una mera complessiva richiesta di rivalutazione nel merito della controversia ovvero fondato sulla deduzione del vizio di cui all’art. 360, comma , n. 5 c.p.c., ove sia applicabile, “ratione temporis”, l’art. … continua a leggere ► Cassazione Civile, Sezione 2, Ordinanza 6-12-2021, n. 38528

 

Esecuzione della sentenza di primo grado successivamente riformata – Responsabilità aggravata ex art. 96, comma 2, c.p.c. – Per la configurabilità del risarcimento del danno da responsabilità processuale aggravata ai sensi dell’art. 96, comma 2, c.p.c., in ipotesi di esecuzione della sentenza di primo grado successivamente riformata, occorre che il creditore inizi l’azione esecutiva o la porti a compimento senza la normale prudenza, sicché è sufficiente che egli abbia avviato l’azione esecutiva nonostante, in concreto, l’accoglimento del gravame (con l’annullamento o la riforma della sentenza posta in esecuzione) fosse sufficientemente probabile e prevedibile, spettando in ogni caso la relativa valutazione al giudice di merito, oppure che egli stesso abbia… continua a leggere ► Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 6-12-2021, n. 27689

 

Esecuzione forzata intrapresa senza la normale prudenza, in virtù di un titolo esecutivo formatosi in giudizio non definitivo e successivamente caducato – Proposizione dell’istanza risarcitoria – Giudice competente – Responsabilità aggravata ex art. 96, comma 2, c.p.c. – L’istanza di condanna al risarcimento dei danni ex art. 96, secondo comma, c.p.c., per aver intrapreso o compiuto, senza la normale prudenza, un’esecuzione forzata in forza di un titolo esecutivo di formazione giudiziale non definitivo successivamente caducato, deve essere proposta, di regola, in sede di cognizione, ossia nel giudizio di formazione o preordinato alla definitività del titolo esecutivo, ove quel giudizio sia ancora pendente, e non vi siano preclusioni di natura processuale. In questa ultima ipotesi, la domanda deve essere formulata al giudice dell’opposizione all’esecuzione. Solo qualora sussista un’ipotesi di impossibilità di fatto o di diritto … continua a leggere ► Cassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza 21-9-2021, n. 25478

 

Mala fede o colpa grave – L’accertamento della responsabilità aggravata, ex art. 96 c.p.c., discende esclusivamente da atti o comportamenti processuali concernenti il giudizio nel quale la domanda viene proposta, quali, ai sensi del comma 1, l’aver agito o resistito in giudizio con mala fede o colpa grave o, per quanto riguarda il comma 3, l’aver abusato dello strumento processuale. (Nella specie, la S.C. ha escluso la mala fede o colpa grave, nell’introduzione di un ricorso per regolamento preventivo di giurisdizione, in considerazione della atipicità del provvedimento impugnato e della mancanza di precedenti giurisprudenziali sulla questione, ritenendo per contro irrilevanti le condotte extraprocessuali e le… continua a leggere ►  Cassazione Civile, Sezioni Unite, Ordinanza 16-9-2021, n. 25041

 

Regolamento preventivo di giurisdizione – Art. 96 c.p.c. – Applicabilità – Nell’ambito del procedimento per regolamento preventivo di giurisdizione è applicabile l’art. 96 c.p.c., sicché la condanna per il risarcimento dei danni da responsabilità aggravata, ai sensi di tale articolo, può essere emessa anche dalle … continua a leggere ►  Cassazione Civile, Sezioni Unite, Ordinanza 16-9-2021, n. 25041

 

Lite temeraria giudizio di cassazione – Responsabilità aggravata ex art. 96, comma 3, c.p.c. – In tema di responsabilità aggravata, la proposizione di un ricorso per cassazione fondato su motivi palesemente inammissibili, rende l’impugnazione incompatibile con un quadro ordinamentale che, da una parte, deve universalmente garantire l’accesso alla tutela giurisdizionale dei diritti (art.6 CEDU) e dall’altra, deve tenere conto del principio costituzionale della ragionevole durata del processo e della conseguente necessità di strumenti dissuasivi rispetto ad azioni meramente dilatorie e defatigatorie; essa, pertanto, costituisce condotta oggettivamente valutabile come “abuso del processo”, poiché determina un ingiustificato sviamento del sistema processuale dai suoi fini istituzionali e si presta, dunque, ad essere sanzionata con la condanna del soccombente al pagamento, in favore della controparte, di una somma equitativamente determinata, ai sensi dell’art.96, comma 3, c.p.c., la quale configura una sanzione di carattere pubblicistico che non richiede l’accertamento dell’elemento soggettivo del dolo o della colpa dell’agente ma unicamente quello … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 4-8-2021, n. 22208

 

Proposizione di un motivo d’appello relativo alla pronuncia in primo grado della condanna per lite temeraria – Accoglimento della censura – Soccombenza della controparte – In tema di liquidazione delle spese di lite, la proposizione di un motivo d’appello relativo alla pronuncia in primo grado della condanna per lite temeraria introduce una specifica censura, il cui accoglimento, in conseguenza dell’effetto devolutivo, genera soccombenza (parziale, se ricorrono altri motivi, non accolti) della controparte e può giustificare la compensazione, anche integrale, dei costi del giudizio ai sensi dell’art. 92, comma 2, c.p.c. Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 31-5-2021, n. 15102

 

Responsabilità aggravata – Istanza di parte – Necessità – Responsabilità aggravata ex art. 96, comma 1, c.p.c. – La condanna al risarcimento per lite temeraria prevista dall’art. 96, comma 1, c.p.c., presuppone sempre l’istanza di parte, anche nel caso richiamato dall’art. 152 disp. att. c.p.c. Cassazione Civile, Sezione 6-Lavoro, Ordinanza 3-3-2021, n. 5721

 

Responsabilità aggravata ex art. 96, comma 3, c.p.c. – Natura pubblicistica – Presupposti – Necessità dell’accertamento dell’elemento soggettivo della mala fede o della colpa grave – Esclusione – Oggettivo abuso del processo – La condanna ex art. 96, comma 3, c.p.c., applicabile d’ufficio in tutti i casi di soccombenza, configura una sanzione di carattere pubblicistico, autonoma ed indipendente rispetto alle ipotesi di responsabilità aggravata ex art. 96, commi 1 e 2, c.p.c., e con queste cumulabile, volta alla repressione dell’abuso dello strumento processuale; la sua applicazione, pertanto, richiede, quale elemento costitutivo della fattispecie, il riscontro non dell’elemento soggettivo del dolo o della colpa grave, bensì di una condotta oggettivamente valutabile alla stregua di “abuso del processo”, quale l’avere agito o resistito pretestuosamente. (Nella specie, la S.C. ha cassato la decisione di merito, che aveva ravvisato un’ipotesi di abuso del processo nella condotta processuale della parte che aveva adito sia il giudice amministrativo che il giudice ordinario per ottenere l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento dei docenti in virtù del possesso del diploma magistrale, senza considerare che, all’epoca della domanda, la questione era controversa non solo nel merito ma anche in relazione alla giurisdizione). Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza 15-2-2021, n. 3830

 

Ipoteca prevista dall’art. 77 del d.p.r. n. 602 del 1973 – Assimilabilità ad ipoteca legale o giudiziale – Esclusione – Inapplicabilità dell’art. 96, comma 2, c.p.c. – L’iscrizione di ipoteca, ai sensi dell’art. 77 del d.P.R. n. 602 del 1973, sugli immobili del debitore e dei coobbligati al pagamento dell’imposta, non è riconducibile all’ipoteca legale prevista dall’art. 2817 c.c., né è ad essa assimilabile, mancando un preesistente atto negoziale l’adempimento del quale il legislatore abbia inteso garantire. Essa, peraltro, neppure può accostarsi all’ipoteca giudiziale disciplinata dall’art. 2818 c.c., con lo scopo di rafforzare l’adempimento di una generica obbligazione pecuniaria ed avente titolo in un provvedimento del giudice, in quanto quella in esame si fonda su di un provvedimento amministrativo; infine, non costituisce neanche un atto dell’espropriazione forzata, con la conseguente inapplicabilità dell’art. 96, comma 2, c.p.c. che, del resto, fa espresso riferimento al caso nel quale il giudice accerta l’inesistenza del diritto per cui è stata iscritta ipoteca oppure è stata iniziata o compiuta l’esecuzione forzata. Cassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 27-10-2020, n. 23661

 

Liquidazione equitativa del danno – L’espressa previsione, da parte dell’art. 96 c.p.c., del potere del giudice di liquidare il danno da responsabilità processuale aggravata si basa sulla considerazione che tale danno non può di norma essere provato nel suo esatto ammontare e, quindi, deve poter essere liquidato equitativamente dal medesimo. Cassazione Civile, Sezione 2, Ordinanza 16-10-2020, n. 22588

 

Giudizi di opposizione all’esecuzione – Sospensione feriale dei termini – Inapplicabilità – Connessione con domanda di risarcimento danni da responsabilità processuale o con domanda di distrazione delle spese in favore del difensore – Irrilevanza – Le cause di opposizione all’esecuzione sono escluse dalla sospensione feriale dei termini processuali ai sensi dell’art. 3 della l. n. 742 del 1969 e, a tal fine, a nulla rileva che, unitamente all’opposizione, sia stata proposta una domanda di risarcimento danni da responsabilità processuale aggravata ex art. 96 c.p.c., ovvero una domanda di distrazione delle spese in favore del difensore, e nemmeno ha influenza la circostanza che queste domande accessorie abbiano formato oggetto di autonoma impugnazione. (Nella specie, la S.C. ha ricondotto alla previsione dell’art. 96 c.p.c. la richiesta, avanzata dalla parte contro l’agente della riscossione, di risarcimento del danno derivante da una illegittima iscrizione di ipoteca, qualificata come domanda accessoria rispetto a quella, principale, di opposizione all’esecuzione concernente le cartelle di pagamento sulla base delle quali la menzionata iscrizione era avvenuta). Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 28-9-2020, n. 20354

 

Responsabilità aggravata ex art. 96, comma 3, c.p.c. – Presupposti – Necessità dell’accertamento dell’elemento soggettivo della mala fede o colpa grave – Esclusione – La condanna ex art. 96, comma 3, c.p.c., applicabile d’ufficio in tutti i casi di soccombenza, configura una sanzione di carattere pubblicistico, autonoma ed indipendente rispetto alle ipotesi di responsabilità aggravata ex art. 96, commi 1 e 2, c.p.c., e con queste cumulabile, volta alla repressione dell’abuso dello strumento processuale; la sua applicazione, pertanto, richiede, quale elemento costitutivo della fattispecie, il riscontro non dell’elemento soggettivo del dolo o della colpa grave, bensì di una condotta oggettivamente valutabile alla stregua di “abuso del processo”, quale l’avere agito o resistito pretestuosamente. Cassazione Civile, Sezione 6-2, Ordinanza 24-9-2020, n. 20018

 

Applicabilità dell’art 96 cpc ai procedimenti di volontaria giurisdizione – L’art 96 c.p.c., nei suoi due commi, disciplina la responsabilità per i danni causati dall’attività di parte in qualsiasi tipo di processo: non soltanto nei processi cognitivi, cautelari ed esecutivi, ma anche nei procedimenti di volontaria giurisdizione. Cassazione Civile, Sezione 1, Sentenza 6-8-2020, n. 16736

 

Responsabilità aggravata del ricorrente, ex art. 96, comma 3, c.p.c., per la redazione da parte del suo difensore di un ricorso per cassazione contenente motivi del tutto generici ed indeterminati – Sussiste la responsabilità aggravata del ricorrente, ex art. 96, comma 3, c.p.c., per la redazione da parte del suo difensore di un ricorso per cassazione contenente motivi del tutto generici ed indeterminati, in violazione dell’art. 366 c.p.c., rispondendo il cliente delle condotte del proprio avvocato, ex art. 2049 c.c., ove questi agisca senza la diligenza esigibile in relazione ad una prestazione professionale particolarmente qualificata, quale è quella dell’avvocato cassazionista. (Nella specie, la S.C. ha dichiarato inammissibile un ricorso per cassazione, che si limitava a ripetere l’atto di citazione in appello, a sua volta riproducente la comparsa conclusionale del primo grado). Cassazione Civile, Sezione 6-1, Ordinanza 17-7-2020, n. 15333

 

Giudizio di cassazione – Rigetto del ricorso e della domanda proposta dal controricorrente ex art. 96 c.p.c. – Soccombenza parziale o reciproca – Insussistenza – Nel giudizio di cassazione, nel caso di rigetto sia del ricorso che della domanda, meramente accessoria, proposta ex art. 96 c.p.c. dal controricorrente, non ha luogo una ipotesi di pluralità di domande effettivamente contrapposte idonea a determinare una soccombenza parziale o reciproca. Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza 10-7-2020, n. 14813

 

Responsabilità dell’ente impositore e del concessionario per esercizio delle sue funzioni in ambito tributario – Risarcimento del danno – L’attività della P.A. deve svolgersi, anche nel campo tributario, nei limiti imposti dalla legge e dalla norma primaria del “neminem laedere”, per cui è consentito al giudice ordinario adito per il risarcimento del danno – nonostante il divieto di stabilire se il potere discrezionale sia stato opportunamente esercitato – accertare se vi sia stato, da parte dell’amministrazione o del concessionario per la riscossione, un comportamento colposo tale che, in violazione della suindicata norma primaria, abbia determinato la lesione di un diritto soggettivo, ferma restando, per il detto concessionario, l’azione di regresso nei confronti dell’ente impositore per la misura della condotta causalmente e colposamente riferibile allo stesso e alle sue obbligazioni di diligenza. (Nella specie, la S.C., nel cassare la sentenza di appello sul punto relativo alla liquidazione dei danni, ha comunque confermato la decisione nella parte in cui aveva ritenuto la responsabilità dell’ente impositore e del concessionario perché, malgrado l’incontestabile esclusione giudiziale del sotteso credito tributario, sia in fase stragiudiziale che nel corso del giudizio, essi avevano continuato a sostenere la legittimità del proprio operato, esitato nel preavviso di iscrizione ipotecaria). Cassazione Civile, Sezione 3, Sentenza 5-6-2020, n. 10814

 

Domanda di risarcimento danni per responsabilità aggravata ex art. 96 c.p.c. – Carattere accessorio rispetto alla domanda principale – Sospensione feriale dei termini ai fini dell’impugnazione del relativo capo di sentenza – Nel giudizio di opposizione all’esecuzione, la domanda di risarcimento danni da responsabilità aggravata, ex art. 96 c.p.c., non ha natura autonoma, ma meramente accessoria alla domanda di opposizione. Ne consegue che, ove l’appello avverso la sentenza di primo grado abbia ad oggetto unicamente la domanda dell’opponente di accertamento della responsabilità dell’opposta a tale titolo, l’esenzione dalla sospensione feriale dei termini prevista, per la natura della causa, per l’opposizione esecutiva, è applicabile anche alla domanda accessoria, stante la prevalenza del regime previsto per la causa principale, in conseguenza del rapporto di accessorietà necessaria intercorrente tra le due domande. Cassazione Civile, Sezione 6-2, Ordinanza 5-6-2020, n. 10661

 

Equa riparazione – In tema d’irragionevole durata del processo, l’ipotesi di abuso del processo di cui all’art. 2, comma 2 quinquies, della l. n. 89 del 2001, non esaurisce l’incidenza della temerarietà della lite sul diritto all’equa riparazione, essendo consentito al giudice di pervenire a tale giudizio in base al proprio apprezzamento; ne consegue che il giudice del procedimento “ex lege” n. 89 del 2001 può valutare anche ipotesi di temerarietà che per qualunque ragione nel processo presupposto non abbiano condotto ad una pronuncia di condanna ai sensi dell’art. 96 c.p.c. Cassazione Civile, Sezione 2, Ordinanza 26-5-2020, n. 9762

 

Condanna alle spese processuali dei rappresentanti o curatori in solido con la parte rappresentata – Condizioni –L’art. 94 c.p.c. prevedendo la condanna alle spese in favore dell’avversario vincitore, eventualmente in solido con la parte, del soggetto che la rappresenti, si giustifica con il fatto che il predetto, pur non assumendo la veste di parte nel processo, esplica pur tuttavia, anche se in nome altrui, un’attività processuale in maniera autonoma; tale condanna postula la ricorrenza di gravi motivi, da enunciarsi in modo specifico dal giudice, quali la trasgressione del dovere di lealtà e probità di cui all’art. 88 c.p.c., ovvero la mancanza della normale prudenza tipica della responsabilità processuale aggravata di cui all’art. 96, comma 2, c.p.c. Cassazione Civile, Sezione 6-1, Ordinanza 20-5-2020, n. 9203

 

Ricorso per cassazione per motivi inerenti alla giurisdizione – Pronuncia sulle spese processuali – Esclusione – Nei giudizi dinanzi alle Sezioni Unite in sede di ricorso per motivi attinenti alla giurisdizione, il procuratore generale presso la Corte dei conti ha natura di parte solo in senso formale, sicché è esclusa l’ammissibilità di una pronuncia sulle spese processuali, nonché la condanna della parte soccombente al pagamento, in favore della controparte, di una somma equitativamente determinata, ex art. 96, comma 3, c.p.c., atteso che quest’ultima disposizione presuppone, per la sua applicazione, che vi sia stata una pronuncia sulle spese ai sensi dell’art. 91 dello stesso codice. Cassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza 28-2-2020, n. 5589

 

Soccombenza – In genere accoglimento dell’appello limitatamente alla condanna ex art. 96 c.p.c. – Conseguenze in tema di spese processuali – In tema di liquidazione delle spese di lite, l’accoglimento dell’appello limitatamente all’accessorio capo di condanna ai sensi dell’art. 96 c.p.c. non incide sulla determinazione della complessiva (o sostanziale) soccombenza dell’appellante la cui impugnazione sul merito della pronuncia di primo grado sia stata respinta. Cassazione Civile, Sezione 6-3, Ordinanza 28-2-2020, n. 5466

 

Ricorso per cassazione – Errore grossolano del difensore nella redazione dell’atto – Responsabilità processuale aggravata ai sensi dell’art. 96, comma 3, c.p.c. – La proposizione di un ricorso per cassazione in palese violazione dell’art. 366 c.p.c., tale da concretare un errore grossolano del difensore nella redazione dell’atto, giustifica la condanna della parte – che risponde delle condotte del proprio avvocato ex art.2049 c.c. – al risarcimento dei danni per responsabilità processuale aggravata ai sensi … continua a leggere ►  Cassazione Civile, Sezione Tributaria, Sentenza 23-5-2019, n. 14035

 

Proposizione dell’azione per responsabilità aggravata in un giudizio separato ed autonomo – Presupposti – L’azione di risarcimento danni ex art. 96, commi 1 e 2, c.p.c. è proponibile in un giudizio separato ed autonomo, rispetto a quello in cui si è verificato l’abuso, ove il danneggiato alleghi e provi che tale scelta sia dipesa, non già da una sua mera inerzia, ma da un interesse specifico a non proporre la relativa domanda nello stesso giudizio che ha dato origine all’altrui responsabilità aggravata, interesse che deve essere valutato nel caso concreto per … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 3, Ordinanza 19-07-2018, n. 19179

 

Responsabilità aggravata – Concorso dell’art. 96 c.p.c. con l’azione di responsabilità extracontrattuale ai sensi dell’art. 2043 c.c.L’art. 96 c.p.c. si pone in rapporto di specialità rispetto all’art. 2043 c.c., sicché la responsabilità processuale aggravata, pur rientrando nella generale responsabilità per fatti illeciti, ricade interamente, in tutte le sue ipotesi, sotto la disciplina del citato art. 96 c.p.c., senza che sia configurabile un concorso, anche alternativo, tra le due fattispecie, risultando conseguentemente inammissibile la proposizione di un autonomo giudizio di risarcimento per i danni asseritamente derivati da una condotta di carattere processuale, i quali devono essere chiesti esclusivamente nel relativo giudizio di merito. (Nella specie, la S.C. ha ritenuto inammissibile un’azione risarcitoria, autonomamente proposta, la cui “causa petendi” si fondava sulla scorretta condotta processuale della controparte in un precedente giudizio di opposizione agli atti esecutivi, consistita nella produzione di prove documentali artefatte e … continua a leggereCorte di Cassazione, Sezione 6 civile, Ordinanza 16 maggio 2017, n. 12029

 

Presupposti della responsabilità aggravata ex art. 96, comma 3, c.p.c. – Ai fini dell’applicabilità dell’art. 96, comma 3, c.p.c., la mala fede o la colpa grave devono coinvolgere l’esercizio dell’azione processuale nel suo complesso, e non singoli aspetti di essa, cosicché possa considerarsi meritevole di sanzione l’abuso dello strumento processuale in sé, anche a prescindere dal danno procurato alla controparte e da una sua richiesta, al fine di contemperare le esigenze di … continua a leggereCassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza 19-04-2016, n. 7726

 

Opposizione alla dichiarazione di fallimento e azione di responsabilità aggravata – Inscindibilità tra le due domande – Improponibilità dell’azione risarcitoria in separato giudizio – L’opposizione alla dichiarazione di fallimento e l’azione di responsabilità aggravata, introdotta ai sensi dell’art. 96 c.p.c., con riguardo all’iniziativa assunta con l’istanza di fallimento, sono legate da un nesso d’interdipendenza da cui consegue la … continua a leggereCassazione Civile, Sezione 1, Sentenza 15 aprile 2016, n. 7592