Ordinanza 29284/2021
Fallimento società di persone – Azione revocatoria ex art. 2901 cc esercitata dal curatore contro gli atti di disposizione del socio
Il curatore del fallimento della società di persone è legittimato ad esperire l’azione revocatoria contro gli atti di disposizione del socio illimitatamente responsabile fallito, atteso che, nonostante la massa del fallimento della società sia distinta da quella del socio, l’accrescimento del patrimonio di quest’ultimo in conseguenza dell’accoglimento dell’azione produce risultati positivi anche a favore dei creditori della società, il cui credito si intende dichiarato per intero nel fallimento del socio ed è, pertanto, indifferente che il curatore promuova l’azione spendendo il nome del solo fallimento sociale o, viceversa, del solo fallimento del socio, posto che, in un caso o nell’altro, il passaggio in giudicato della sentenza emessa nel relativo giudizio fa stato nei confronti dei creditori di entrambe le masse.
Cassazione Civile, Sezione 6-1, Ordinanza 21-10-2021, n. 29284 (CED Cassazione 2021)
Art. 2901 cc (Revocatoria ordinaria) – Giurisprudenza
RILEVATO CHE:
– viene proposto dal Fallimento (OMISSIS) s.a.s. (OMISSIS), affidandolo ad un unico articolato motivo, ricorso avverso la sentenza n. 5178/2019, depositata il 29.07.2019, con cui la Corte d’Appello di Roma, in accoglimento dell’impugnazione proposta dalla (OMISSIS) s.p.a. avverso la sentenza del Tribunale di Latina n. 3087/2011, depositata il 28.11.2011, ha respinto la domanda proposta dalla procedura, finalizzata ad ottenere la revoca L. Fall., ex art. 67, comma 2, del pagamento della somma di Euro 10.329,14;
che il giudice di secondo grado, dopo aver premesso che erano stati dichiarati il fallimento sia della società (OMISSIS) s.a.s. (OMISSIS), sia della sig.ra (OMISSIS) in proprio quale imprenditore individuale, ha evidenziato che, essendo il pagamento di cui era stata chiesta la revoca riconducibile alla persona fisica della sig.ra (OMISSIS), e non alla società personale, l’azione revocatoria avrebbe dovuto essere proposta dalla curatela deh fallimento della sig.ra (OMISSIS), ritenendo così implicitamente il difetto di legittimazione attiva del curatore del fallimento della società;
che la (OMISSIS) s.p.a. si e’ costituita in giudizio con controricorso;
– che sono stati ritenuti sussistenti i presupposti ex art. 380-bis c.p.c.;
– che la procedura ricorrente ha depositato la memoria ex art. 380-bis c.p.c..
CONSIDERATO CHE:
1. è stata dedotta dalla curatela la violazione della L. Fall., artt. 147 e 148, sul rilievo che il curatore del fallimento della società personale e’ legittimato a chiedere la revoca degli atti compiuti dal socio quale persona fisica, atteso che l’effetto recuperatorio derivante dall’accoglimento dell’azione revocatoria fallimentare va a vantaggio dell’intero ceto creditorio e non dei soli creditori personali;
2. che il motivo e’ manifestamente fondato;
– che, in particolare, questa Corte ha piu’ volte enunciato il principio di diritto cui questo Collegio intende dare continuità – secondo cui il curatore del fallimento della società di persone ha la legittimazione ad agire per la revocatoria degli atti di disposizione del socio, atteso che, nonostante le masse del fallimento della società e quello del socio siano distinte, l’accrescimento del patrimonio di quest’ultimo, in conseguenza dell’accoglimento dell’azione, produce risultati positivi ai fini del soddisfacimento non solo dei suoi creditori particolari, ma anche dei creditori della società, il cui credito si intende dichiarato per intero anche nel fallimento del primo;
– che ne consegue che e’ del tutto indifferente che il curatore promuova l’azione spendendo il nome del solo fallimento sociale o, viceversa, del solo fallimento del socio, posto che, in un caso o nell’altro, il passaggio in giudicato della sentenza emessa nel relativo giudizio fa stato nei confronti dei creditori di entrambe le masse (vedi Cass. n. 1103 del 2016; vedi anche Cass. n. 22279 del 2017; Cass. 28/07/2010, n. 17675; Cass. 20/10/2006, n. 22629; Cass. 25/05/2001, n. 7105);
– che non e’ neppure condivisibile la deduzione della banca secondo cui vi sarebbe un autonomo capo della sentenza impugnata passato in giudicato, in quanto non impugnato dalla curatela, contenente la statuizione di irrevocabilità del pagamento, in quanto compiuto da un terzo e non dal socio in proprio;
– che, infatti, il giudice d’appello non ha affatto accolto l’appello, sul rilievo che il pagamento sarebbe stato compiuto da un terzo, e quindi, come tale, irrevocabile, ma in relazione al difetto di legittimazione attiva del curatore del fallimento della società;
che, pertanto, la sentenza impugnata deve essere cassata con rinvio alla Corte d’Appello di Roma, in diversa composizione, per nuovo esame e per statuire sulle spese del giudizio di legittimità;
P.Q.M.
Accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugna e rinvia alla Corte d’Appello di Roma, in diversa composizione, per nuovo esame e per statuire sulle spese del giudizio di legittimità.
Così deciso in Roma il 18 maggio 2021